La logica di dominio si presenta spesso in maniera strisciante e subdola, ma è straordinariamente devastante se non la si argina. Chi vuole dominare confonde, getta discredito, divide, crea diffidenza, esclude chi non lo riconosce come leader. Quando questo accade gli effetti sono molto pericolosi. Nella vita comunitaria, dove la regola principale è l’accoglienza, può accadere che chi si presenta come “buon Pastore” si possa trasformare in un “mercenario” prostituendosi a logiche di dominio che usano il potere non per servire, ma per essere serviti, non per creare coscienze critiche e libere, ma asservite ai propri disegni. Chi domina non ama la verità, il confronto, la dialettica, ma gioca a palle da ping pong per poi usare, sotto il tavolo, quelle da bowling. Crea soprattutto un clima nel quale matura l’idea di “avversario”, di nemico, anzi diventa tale chiunque si presenta come ostacolo alle sue logiche. Chissà quanti riconoscono in questo quadro qualcuno molto vicino, prossimo. Forse perché questo accade sempre più spesso. La verità non è più una merce rara, semplicemente non è più una merce ricercata. A cosa serve la verità se ognuno può costruirsene una sua personale, ammorbidita verso se stessi e pesante come un macigno verso altri?
In questa estate di transizione molti sono stati vittima di campagne diffamanti e logiche perverse che poco hanno a che fare con la realtà dei fatti e soprattutto con le priorità della povera gente. Ecco perché chi è vittima di questa logica di dominio non può ripagare con la stessa moneta, ma ripartire dalla verità dei fatti e dai problemi reali. Se c’è chi domina, c’è chi si fa dominare. Se c’è chi domina, c’è chi ha delegato senza controllare, senza chiedere di rendere conto. Se c’è chi domina è perché pochi si assumono la responsabilità di lottare per la giustizia, pochi sono quelli che resistono, pochi sono quelli che rischiano le proprie sicurezze per la libertà di chi è schiavo del giogo dei dominatori di questo mondo. Esiste una via di uscita? Forse ne esistono tante. Esiste una strada sola? Forse ne esistono tante. Ognuno di noi è una via di uscita, è una strada. Quando queste strade si incontrano allora diventano percorsi collettivi di resistenza umana, diventano sudore e sangue condiviso.
Sono testimone di una realtà in movimento che ragiona, crea amicizie in nome di una accoglienza, in nome di una mobilitazione dal basso che si riconosce nel metodo dell’alleanza leale e sincera, fatta di confronto vero, verso la concordia, l’armonia e la vita per tutti. Sotto i “fuochi” di questa estate, guardando il cielo che si illumina di colori, nel buio della notte, chissà quanti hanno avuto il presagio di un riscatto possibile, di una vita più dignitosa, più libera, più vera. Queste persone sono unite da una storia comune e sanno di non avere “né oro né argento”, ma tutto quello che hanno lo danno nel nome di una verità più grande, che ci sovrasta e che attende di essere svelata. ☺
adelellis@virgilio.it
La logica di dominio si presenta spesso in maniera strisciante e subdola, ma è straordinariamente devastante se non la si argina. Chi vuole dominare confonde, getta discredito, divide, crea diffidenza, esclude chi non lo riconosce come leader. Quando questo accade gli effetti sono molto pericolosi. Nella vita comunitaria, dove la regola principale è l’accoglienza, può accadere che chi si presenta come “buon Pastore” si possa trasformare in un “mercenario” prostituendosi a logiche di dominio che usano il potere non per servire, ma per essere serviti, non per creare coscienze critiche e libere, ma asservite ai propri disegni. Chi domina non ama la verità, il confronto, la dialettica, ma gioca a palle da ping pong per poi usare, sotto il tavolo, quelle da bowling. Crea soprattutto un clima nel quale matura l’idea di “avversario”, di nemico, anzi diventa tale chiunque si presenta come ostacolo alle sue logiche. Chissà quanti riconoscono in questo quadro qualcuno molto vicino, prossimo. Forse perché questo accade sempre più spesso. La verità non è più una merce rara, semplicemente non è più una merce ricercata. A cosa serve la verità se ognuno può costruirsene una sua personale, ammorbidita verso se stessi e pesante come un macigno verso altri?
In questa estate di transizione molti sono stati vittima di campagne diffamanti e logiche perverse che poco hanno a che fare con la realtà dei fatti e soprattutto con le priorità della povera gente. Ecco perché chi è vittima di questa logica di dominio non può ripagare con la stessa moneta, ma ripartire dalla verità dei fatti e dai problemi reali. Se c’è chi domina, c’è chi si fa dominare. Se c’è chi domina, c’è chi ha delegato senza controllare, senza chiedere di rendere conto. Se c’è chi domina è perché pochi si assumono la responsabilità di lottare per la giustizia, pochi sono quelli che resistono, pochi sono quelli che rischiano le proprie sicurezze per la libertà di chi è schiavo del giogo dei dominatori di questo mondo. Esiste una via di uscita? Forse ne esistono tante. Esiste una strada sola? Forse ne esistono tante. Ognuno di noi è una via di uscita, è una strada. Quando queste strade si incontrano allora diventano percorsi collettivi di resistenza umana, diventano sudore e sangue condiviso.
Sono testimone di una realtà in movimento che ragiona, crea amicizie in nome di una accoglienza, in nome di una mobilitazione dal basso che si riconosce nel metodo dell’alleanza leale e sincera, fatta di confronto vero, verso la concordia, l’armonia e la vita per tutti. Sotto i “fuochi” di questa estate, guardando il cielo che si illumina di colori, nel buio della notte, chissà quanti hanno avuto il presagio di un riscatto possibile, di una vita più dignitosa, più libera, più vera. Queste persone sono unite da una storia comune e sanno di non avere “né oro né argento”, ma tutto quello che hanno lo danno nel nome di una verità più grande, che ci sovrasta e che attende di essere svelata. ☺
La logica di dominio si presenta spesso in maniera strisciante e subdola, ma è straordinariamente devastante se non la si argina. Chi vuole dominare confonde, getta discredito, divide, crea diffidenza, esclude chi non lo riconosce come leader. Quando questo accade gli effetti sono molto pericolosi. Nella vita comunitaria, dove la regola principale è l’accoglienza, può accadere che chi si presenta come “buon Pastore” si possa trasformare in un “mercenario” prostituendosi a logiche di dominio che usano il potere non per servire, ma per essere serviti, non per creare coscienze critiche e libere, ma asservite ai propri disegni. Chi domina non ama la verità, il confronto, la dialettica, ma gioca a palle da ping pong per poi usare, sotto il tavolo, quelle da bowling. Crea soprattutto un clima nel quale matura l’idea di “avversario”, di nemico, anzi diventa tale chiunque si presenta come ostacolo alle sue logiche. Chissà quanti riconoscono in questo quadro qualcuno molto vicino, prossimo. Forse perché questo accade sempre più spesso. La verità non è più una merce rara, semplicemente non è più una merce ricercata. A cosa serve la verità se ognuno può costruirsene una sua personale, ammorbidita verso se stessi e pesante come un macigno verso altri?
In questa estate di transizione molti sono stati vittima di campagne diffamanti e logiche perverse che poco hanno a che fare con la realtà dei fatti e soprattutto con le priorità della povera gente. Ecco perché chi è vittima di questa logica di dominio non può ripagare con la stessa moneta, ma ripartire dalla verità dei fatti e dai problemi reali. Se c’è chi domina, c’è chi si fa dominare. Se c’è chi domina, c’è chi ha delegato senza controllare, senza chiedere di rendere conto. Se c’è chi domina è perché pochi si assumono la responsabilità di lottare per la giustizia, pochi sono quelli che resistono, pochi sono quelli che rischiano le proprie sicurezze per la libertà di chi è schiavo del giogo dei dominatori di questo mondo. Esiste una via di uscita? Forse ne esistono tante. Esiste una strada sola? Forse ne esistono tante. Ognuno di noi è una via di uscita, è una strada. Quando queste strade si incontrano allora diventano percorsi collettivi di resistenza umana, diventano sudore e sangue condiviso.
Sono testimone di una realtà in movimento che ragiona, crea amicizie in nome di una accoglienza, in nome di una mobilitazione dal basso che si riconosce nel metodo dell’alleanza leale e sincera, fatta di confronto vero, verso la concordia, l’armonia e la vita per tutti. Sotto i “fuochi” di questa estate, guardando il cielo che si illumina di colori, nel buio della notte, chissà quanti hanno avuto il presagio di un riscatto possibile, di una vita più dignitosa, più libera, più vera. Queste persone sono unite da una storia comune e sanno di non avere “né oro né argento”, ma tutto quello che hanno lo danno nel nome di una verità più grande, che ci sovrasta e che attende di essere svelata. ☺
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