vite violate   di Loredana Alberti
1 Dicembre 2011 Share

vite violate di Loredana Alberti

 

Si sta svolgendo a Bologna dall’8 novembre fino al 25 un Festival in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne con cinema dibattiti, presentazione di libri e reading.

E’ importante parlare di questo festival perché, diversamente dagli altri anni, ha raccolto voci e interventi che non si fermano solo alla violenza fisica/stupro sulla donna. Lo stupro che sembra essere il delitto maggiore e peggiore é il corollario di una violenza più diffusa e sottile che vige nella società, nella cultura e quasi sempre in famiglia.

È importante che le voci e gli interventi siano sfaccettati, che si svolgano in vari luoghi della città per rendere capillare l’interesse o la prevenzione alla violenza sulla donna. In una società quale è divenuta la nostra un evento così può solo fare bene nel senso di disintossicare tutti dalla volgarità/violenza imperante in ogni dove ed in ogni come. Eventi sfaccettati ho scritto perché non solo paradigmatici della violenza fisica ma anche  portatori di un limen di speranza e di possibilità di cambiamento.

C’è da augurarsi che anche nel Molise possano sorgere luoghi e incontri non solo nella giornata del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulla donna, ma luoghi del quotidiano (telefoni rosa, luoghi di accoglienza per donne maltrattate e violentate, luoghi di preparazione per donne e uomini per un mondo senza violenza).

La violenza psicologica in famiglia, nel mondo del lavoro, quotidiana, estenuante, mascherata in mille modi, è molto più difficile da sconfiggere di un gesto brutale, un maltrattamento, uno stupro. Queste ultime azioni deprecabili o, come nel caso dello stupro, per me avvicinabili ad un omicidio, non sono meno pesanti di una violenza sottile e perversa che è sottesa nella nostra società oramai da vent'anni come costume di vita (compravendita dei corpi femminili in ogni dove e in ogni luogo, esaltazione della bellezza e della giovinezza adolescenziale vista come mercato, ridicolizzazione di donne non belle come se la bellezza fosse il canone unico di conquista dell’altro sesso o del proprio mondo identitario).

Non a caso il sottotitolo del festival è “Limite di sopportazione” indicandolo come quello di molte donne quando si trovano incastrate in rapporti che sono fatti di sopraffazione e umiliazione, di violenza e discriminazione. Superare questo limite è pericoloso, quando una donna decide di dire no, è la prima causa di morte.

Non a caso fra i film presentati vi sono:

– Racconti da Stoccolma  regia di Ander Nilsonn – Teodora film 2008, dove si parla della violenza quotidiana e segreta in particolar modo contro le donne, film vincitore del 57esimo festival di Berlino. E proprio in Svezia, modello di civiltà e parità da decenni, si svolgono i tre racconti che ci fanno capire come questo fenomeno arcaico e distruttivo, è una sorta di medaglia rovesciata della nostra civiltà

– Precious dove nella Harlem disagiata degli anni Ottanta vive Precious obesa e semianalfabeta che tra mille difficoltà cercherà una strada verso la libertà dalla violenza. Importante anche il sottolineare che la violenza nasce quasi sempre da sofferenze vissute nell’infanzia in un incontro- dibattito che mette a fuoco  questo tema: – Carlotta osserva tutto: bambini fra genitorialità e violenza domestica.

Altri incontri  con dibattito interessanti:

– Perché restare con loro? Disuguaglianze di genere e legame con il partner violento, con ricerca mirata all’approfondimento dei principali filoni teorici sul tema dell’interruzione delle relazioni violente  (la teoria dell’impotenza appresa, la teoria dell’intrappolamento psicologico) cercando di comprendere se, come e quanto siano in grado di spiegare i comportamenti decisionali di un campione nazionale di donne che hanno subito ripetute violenze da parte del partner.

– L’università al femminile. La forza della cultura contro la violenza di genere con presentazione del progetto europeo gap-gender based violence, stalking and fear of crime [violenza basata sul divario di genere, stalking e paura del crimine].

Molti i libri presentati su questo tema; fra i più interessanti:

– Undicesimo comandamento. Uccidi chi non ti ama di Elena Mearini, Perdisa, Bologna 2011 romanzo basato sul racconto della violenza domestica e il drammatico meccanismo psicologico che lega le vittime ai carnefici fino alla perdita di identità e senso.

– L’invenzione della virilità di Sandro Bellassai, Carocci, Roma 2008 dove si parla del virilismo. Inventato per proteggere la mascolinità tradizionale, ha rappresentato il pilastro retorico delle culture imperialiste autoritarie e razziste, per poi farsi più evanescente. Ma è davvero conclusa la sua storia?

– Educazione sessista di Irene Biemmi, Rosenberg & Sellier, ove si mette a disposizione del lettore un kit di strumenti che l’autrice ha testato in una ricerca condotta su un campione di testi di alcune maggiori case italiane per cui esiste un mondo popolato da valorosi cavalieri, dotti scienziati e padri severi ma anche madri dolci affettuose, casalinghe felici, streghe, principesse; in questo stesso mondo i bambini sono indipendenti.

– Nozze di sangue. Storia della violenza coniugale di Marco Cavina, Laterza, Bari 2011, dove l’autore ricostruisce secoli di storia in cui la violenza maritale, prima giustificata dall’ambiente culturale, è poi divenuta un crimine perseguito in tutta Europa, ma la cui giustificazione è ancora fortemente radicata nel tessuto sociale.

– Hina. Questa è la mia vita. Storia di una figlia ribelle di Gian Maria Monti e Marco Ventura, Piemme, Milano, 2011. Diario dell’adolescente pachistana uccisa dal padre nel bresciano. Con le paure, i sogni e gli amori di una ragazza spezzata in due tra le sue origini e la sua vita in Italia.

Molti anche i reading  come

– I fiori spezzati (Dale Zaccaria) reading da brani di Franca Rame (lo stupro); Sylvia Plath(La campana di vetro);Alda Merini (La pazza della porta accanto).

– Ingeborg Bachmann: la devastazione dell’amore con brani letti dal gruppo liberthe.

Ultimi incontri il 25:

– Oggetto di violenza. Racconti di vite violate. Intorno ad un cumulo di stracci, oggetti che introducono storie di donne. I racconti sono ispirati a fatti di cronaca tratti dall’indagine sul feminicidio della casa delle donne.

– Poete a Nordest (poesie  Ellerani ed. PN 2011) con reading e presentazione da parte della sottoscritta.

A tale proposito non parlerò di violenza conclamata ma del tema, file rouge che lega le scrittrici fra l’Ambiguo e il Segreto cioè nella costante dicotomia (anche linguistica, trattandosi di scrittrici di lingua italo slovena) fra l’essere  il dovere essere (Loredana Alberti L’Ambiguo fra Menzogna e Segreto nella scrittura delle donne, in Scrittrici del ‘900, ed. Centro documentazione Donna, Napoli 1984).

D’altra parte già nel ’76 Julia Kristeva in “Eretica dell’amore” (ed. La Rosa 1976) scriveva: “L’avete inteso, io parlo una lingua d’esilio. Una lingua d’esilio soffoca un grido, è una lingua che non grida. Per questo produce sintomi… L’epoca attuale è un’epoca d’esilio. Come ci si può impedire di sprofondare nel buon senso se non esiliandosi dalla propria lingua, dal proprio sesso, dalla propria identità? Niente si scrive senza qualche esilio”.☺

 ninive@aliceposta.it

 

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