Voleva dipingere l’anima
Cosa spinge un pittore francese, affermato sia in Francia che all’estero, ad abbandonare tutto per stabilirsi in una povera abitazione in un paesino del Molise? Alcune persone non hanno bisogno di godimenti materiali, ma di godimenti spirituali e li trovano nell’arte. Questo affermava Charles Moulin, pittore nato in Francia nel 1869 e morto a Isernia nel 1960.
A questo artista fuori dal comune è stata dedicata una conferenza che si è tenuta a Campobasso il 16 settembre scorso presso l’Hotel S. Giorgio e che ha visto come relatore l’avvocato Roberto Fiocca, collezionista e biografo di Charles Moulin, testimone di prima mano, come vedremo in seguito.
Di famiglia umile, il giovane Moulin si mette subito in luce a Lille, sua città natale, si intuisce il suo talento precoce dalla riproduzione di un ritratto dipinto da Charles dodicenne che Fiocca ha mostrato al pubblico. Comincia ben presto una carriera di successo: dipinge in atelier e en plein air, a soli 18 anni vince un concorso per insegnare nelle scuole pubbliche, ma l’arte lo chiama altrove. Coltiva la sua passione per Rembrandt che ama perché “parla all’anima”.
Partecipa all’Esposizione Universale di Parigi nel 1889, a 27 anni vince il prestigioso Premio Roma, molto ambito fra i giovani pittori dell’epoca per l’opportunità che offriva di studiare in Accademia in Italia. Tornato a Parigi viene accolto nei salotti dell’alta società, gli commissionano quadri, è molto apprezzato anche negli Stati Uniti dove si trovano molte sue opere. Non va dimenticato, ha aggiunto Fiocca, che un quadro di Moulin si trova al Louvre.
E arriviamo al suo incontro con il Molise: a questo punto il racconto di Fiocca, testimone del periodo trascorso dal pittore nella nostra regione, ha cambiato tono e registro. Moulin sceglie il piccolo paese di Castelnuovo per vivere la seconda parte della sua esistenza.
Se la prima guerra mondiale lo aveva visto infermiere di campo capace di salvare molte gambe dall’amputazione, la seconda guerra mondiale lo vede testimone dei danni provocati dal conflitto nella comunità di Castelnuovo, povertà e sofferenza entrano nelle tele. La sua arte diventa quindi, ha sottolineato Fiocca, di interesse sociale.
Negli anni seguenti Roberto Fiocca ha avuto l’onore di dipingere con Moulin, di assorbirne gli insegnamenti, la filosofia di vita e lo spirito creativo. L’artista era capace di aspettare anni per potere cogliere un determinato effetto di luce sulle sue amate montagne del Molise. La luce è, infatti, l’aspetto predominante dei quadri le cui foto sono state mostrate in abbondanza al pubblico.Pittore classico e romantico insieme, Moulin ha amato la natura, per lunghi anni proprio quella del Molise, i suoi dipinti hanno il dono di sapere incontrare la sensibilità anche dell’osservatore contemporaneo.
“Non possiamo dire nulla di Dio”, diceva, eppure la sua arte è intrisa di spiritualità. Credeva nell’anima universale, ricorda Fiocca, nel suo lungo percorso artistico ha sempre cercato di rendere sulla tela l’anima delle persone ritratte. Ritratti bellissimi, come il pubblico ha avuto modo di ammirare, ma anche paesaggi affascinanti, pervasi dalla ricerca di una essenzialità e da una luce non solo terrene.
Fiocca ha ricordato un episodio molto intimo dell’artista: in punto di morte, in una clinica di Isernia, alla presenza di Fiocca, Moulin pronunciò il nome dell’unico, grande amore della sua vita, l’adorata Emilie, amore giovanile ricambiato, ma di impossibile realizzazione in quanto la ragazza, secondo le inumane leggi non scritte del passato, era già promessa sposa.
A pochi passi dalla morte, ha ricordato Fiocca commosso, Moulin, nel pronunciare il nome dell’amata, sembrò colto dalla visione di lei, a sancire una unione di anime durata una vita. Ancora un atto spirituale per un artista che, pur dichiarandosi agnostico, ha dimostrato con la sua arte e con la sua vita una profonda e cristallina spiritualità.
A noi non resta che ammirare un uomo che in nome dell’arte e dei valori immateriali ha voltato le spalle al successo, alla mondanità, alla fama e ha scelto di coltivare la pittura come mezzo per essere felice e per dare felicità. Che per farlo abbia scelto proprio il Molise è per noi motivo di orgoglio.
A Campobasso si può ammirare un quadro di Moulin in una sala del Palazzo Pistilli, altri sono presenti, sempre a Campobasso, in collezioni private.
