zatot e le nazioni    di Z’ Vassilucc’e
27 Marzo 2012 Share

zatot e le nazioni di Z’ Vassilucc’e

 

Tante le storie, tante le letture di quella storia di cose comuni ai più e che sui libri di storia delle scuole ogni autore interpreta secondo diverse tecniche. Tra quelle storie che difficilmente si trovano nei libri, ma che molti trasmettono in messaggi orali e scritti, un vecchio boscaiolo incontrato per caso, ne raccontò una strana, mentre la legna bruciava nel camino. Curioso di quell'insolito incontro, ho fermato i miei passi ed ho ascoltato.

Uno dei Padrieterni conosciuti con il nome di Zatot, raccontava quel vecchio, sorridendo, dopo aver dato vita al pianeta e dopo aver distribuito tante statuine che gli somigliavano su tutto il territorio appena inventato, venne assalito da un dubbio, atroce anche per Lui: “e… se i miei collaboratori si dovessero mettere d'accordo con qualche statuina, che io vorrei tanto realizzare tutte animate con il mio soffio vitale, e rubassero il mio vaso della Verità?   … io rischio di non essere più l'Eterno!”. Pensò molto quel padreterno e come tutti i padreterni, che come si sa, conoscono tutto, trovò la soluzione: "Potrei prendere il mio prezioso vaso e lo potrei buttare giù. Si farà sicuramente in tanti pezzi ed il suo contenuto si disperderà per tutto il pianeta e non solo… nessuno potrà ricostituire né il vaso, né, soprattutto, il contenuto e nessuno potrà scoprire l'integrità della Verità!". Ma, tranquilli, continuò il vecchio, mentre la notte, là fuori, si rischiarava alla luce delle stelle, anche ai padreterni vengono i dubbi anche nelle soluzioni: “… e se questi, animati dal mio Spirito, invece di dividere i pezzi, tenessero insieme tutti i cocci, raccogliessero il contenuto in un unico vaso…Ahi, ahi ..”.  

Un sorriso tra il beffardo e l'ironico illuminò il volto di quel vecchio boscaiolo ed un urlo accompagnò il suo racconto; talmente forte quell'urlo, probabilmente non casuale, che mi scosse da quel torpore, che abitualmente fa addormentare non solo la coscienza, ma anche chi cerca. Zatot, allora, chiamò i suoi collaboratori ed ordinò loro di raccogliere tutte le statuine, di dare un colore diverso ad esse e metterle distinte in un sacco: bianchi, neri, un po' gialli, qualche gruppo con qualche tonalità differente. Poi dispose che ad ogni gruppo si desse qualche caratteristica particolare e venissero ulteriormente divisi in sacchi differenti. Convocò alcuni tra i suoi collaboratori: Sole, Acqua, Vento, Terra, Tempo… e diede loro il potere di poter contribuire a modellare le statuine. Naturalmente, entusiasti di poter fare la loro parte di padrieterni, tutti accettarono. Convocò il suo esercito di angeli alati e messaggeri e comunicò loro che avrebbe stabilito di affidare a ciascuno di loro un territorio e una statuina. Convocò poi il suo Spirito e gli raccomandò di dare a ciascuna statuina la possibilità di poterne “inventare” un'altra.

Soddisfatto della Sua intuizione, si concesse una pausa di riflessione perché qualcosa non tornava. Beh, è vero che il padreeterno tutto sa, soprattutto Zatot, ma qualche dubbio per tutelare la Sua Verità e soprattutto se stesso, veniva anche a Lui. Mentre rileggeva il Suo programma, il Figlio, che lo amava molto, gli fece notare che forse ci voleva anche il contributo del suo collaboratore Amore, che era stato fondamentale per far giocare anche Lui, Figlio, nell'eternità. “Ci sono!” urlò Zatot e l'eco avvolse l'universo e gli universi eterni. Ordinò immediatamente di prendere le statuine e di fare, di ogni colore, due generi differenti: uno maschio ed una femmina; dispose, quindi, che solo dalla loro unione, avrebbero potuto inventare un'altra creatura! … “oh sì, adesso posso stare tranquillo!” esclamò il padreterno Zatot, “sicuramente ci impiegheranno un'eternità a scoprire che solo con amore potranno ricostruire il mio Vaso! … sicuramente, aiutati da qualche collaboratore ambizioso, si divideranno in molte nazioni, inventeranno bandiere, inni e religioni per non capire che non sono queste che fanno un popolo terrestre e soprattutto non fanno un Dio, né un Padreeterno! … ma sarà utile perché ognuno di loro possa giocare nel giardino che Io ho loro assegnato e, sicuramente, qualcuno di loro ricorderà a tutti che la terra è di tutti e tutti ne hanno uguale diritto e responsabilità…e continueranno a giocare”.

Il fuoco spento ormai, assopito anch'io, ho fatto in tempo a sentire la mano discreta del vecchio che mi copriva con il mio sacco a pelo, mentre bofonchiava “… e… viva l'Italia, viva il Re, viva la repubblica, viva le guerre d'indipendenza … e viva, soprattutto, i vivi che ricordano sempre che la libertà si sposa con uguaglianza, fraternità e Amore dei popoli e delle statuine, non certo con le sole nazioni, che restano e sono unicamente i cocci del vaso! … e anche loro potranno giocare a vivere con e senza bandiere!”☺

polsmile@tin.it

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