da che parte stiamo?   di Riformista85
28 Ottobre 2012 Share

da che parte stiamo? di Riformista85

 

“Se non sai avvicinarti ad un territorio con rispetto, evitando la presunzione di poterlo possedere senza tanti complimenti, è facile che questo ti respinga pungendoti”. Questa frase, tratta dal libro di Mons. GianCarlo Bregantini, dovrebbe far riflettere i tanti che, a qualsiasi titolo, stanno devastando i territori. Vale per quelli che hanno inquinato l’ambiente, per quelli che hanno pensato di mettere nelle mani delle mafie l’acqua, per quelli che hanno rubato in politica, per quelli che hanno distrutto il territorio molisano con un’insensata politica di insediamenti che non hanno dato nulla alle popolazioni, ma hanno solo arricchito le tasche del politico di turno. Hanno avuto la presunzione di poter possedere tutto, di poter cambiare in oro tutto quello che toccavano, ma ora c’è la debita e giusta reazione.

L’inquinamento morale prodotto dal ventennio di Berlusconi, che fa pensare tristemente ad un precedente ventennio che ha scosso l’Italia, non si ripulisce facilmente, tenuto conto che molti squallidi personaggi sono ai vertici dell’apparato burocratico-amminitrativo dello stato e degli enti locali. Serve non solo uno scatto d’orgoglio, ma va posta in tutte le agende politiche la questione morale che, tristemente, non è neanche accennata nell’accordo stipulato qualche settimana fa tra PD-SEL-PSI. Così come stride con le regole della democrazia l’ostinarsi a negare ai cittadini l’opportunità di scegliere i propri rappresentanti con il sistema delle preferenze o, per evitare infiltrazioni mafiose,  con elezioni primarie nelle quali i cittadini indicano i loro migliori possibili candidati.

Oggi per i continui scandali della politica, i cittadini sono sotto choc: da una parte il governo moltiplica le misure di rigore, dall’altro gli episodi di corruzione si moltiplicano e coinvolgono tutti i partiti, che provano a dare giustificazioni, ma evitano di affrontare il vero male che ha portato alla degenerazione del sistema. Il decreto anticorruzione (e già questo è allarmante se bisogna adottare un provvedimento di legge per impedire a corrotti e condannati di poter essere candidati ed eletti) sarebbe dovuto essere approvato in pochi minuti, ma la piovra ha tentato in tutti i modi di ritardarne l’approvazione, modificando e limitando gli effetti.

Altro elemento allarmante: il mercato finanziario dove conta solo ed esclusivamente il profitto sia dei manager sia degli azionisti, passando sulla testa dei lavoratori e dei cittadini.

In una realtà confusa e in stato confusionale, la Chiesa avrebbe dovuto fare di più. Avrebbe dovuto alzare la voce anziché essere accondiscendente, silenziosa. Nel cinquantennio dall’apertura del concilio è sensazione diffusa che il rinnovamento si sia interrotto. Troppi, soprattutto nel periodo berlusconiano, hanno pensato agli otri vecchi anziché ai nuovi. Se la politica ha dimenticato la questione morale non può farlo la Chiesa.

È tempo di abbandonare le sacrestie e uscire per le strade per far sentire la voce della giustizia, della correttezza, della moralità e della spiritualità, della giusta paga e del rispetto delle persone. La forza della Chiesa sta nella parola di Dio, nella predilezione per i poveri, non nel favore dei ricchi e dei potenti di turno e nella protezione dei poteri forti.

Dobbiamo essere noi a dettare le agende politiche e non viceversa: famiglia, lavoro e scuola sono tre punti prioritari che non possono essere barattati con qualsivoglia altro provvedimento; un giusto salario per i lavoratori giovani che oggi sono sfruttati soprattutto dagli Enti Pubblici che con contratti a tempo determinato non solo li sottopagano ma li ricattano sul piano politico e psicologico.

Contro queste nuove mafie non possiamo tacere. Ad alta voce dobbiamo imporre una rinnovata questione morale perché non possiamo stare dalla parte dell’oppressore (spesso politico di turno che si arricchisce a spese del territorio), dalla parte di chi vuole occupare tutti i posti a disposizione per poterli poi “gestire” con i pizzini. Dobbiamo stare dalla parte di chi è disposto a pagare di persona per l’affermazione della giustizia e della libertà.☺

riformista85@libero.it

 

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