La correggiola
4 Ottobre 2016
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La correggiola

Diversi sono i nomi con i quali è conosciuta questa pianta, ma il più comune è sicuramente quello di centinodia. L’ etimologia del suo nome scientifico Polygonum aviculare va ricercata in due radici greche: polýs = “molto” e góny = “nodo” o “ginocchio”, che alludono ai numerosi nodi che si formano lungo il fusto. Ma secondo altre ipotesi, la seconda parte del nome del genere deriverebbe, invece, dalla parola greca gónos = “discendenza”, che quindi verrebbe a formare, insieme alla prima parte, l’espressione “molta discendenza”. Il riferimento è alla facile propagazione delle piante di questa specie, che avviene solo attraverso i numerosi e piccoli semi, con dimensioni che vanno dai 2 ai 3,5 mm di diametro; ogni pianta ne produce circa 200. Il nome della specie, aviculare, indica invece che i frutti di queste piante sono molto appetiti dagli uccelli.

La correggiola appartiene alla famiglia delle Poligonacee e in particolare il genere Polygonum comprende diverse centinaia di specie, di cui circa 25 sono spontanee della nostra flora.

Il primo carattere che si osserva in questa pianta è la sua disposizione sul terreno, piatta e omogenea. Il suo fusto, infatti, di una lunghezza variabile da 10 a 60 cm, è strisciante con apertura a raggiera, in genere molto ramificato, e in condizioni favorevoli può formare un tappeto largo fino a 1,5 metri di diametro. Dal fusto si dipartono le foglie lanceolate e i fiori, che possono essere bianchi o rosa, molto piccoli e non profumati. La fioritura avviene nel periodo compreso tra giugno e novembre. I frutti, degli acheni piriformi, contengono un solo seme. La centinodia è considerata pianta infestante proprio perché, disponendosi orizzontalmente, si propaga su vaste aree, ostacolando il regolare sviluppo delle specie coltivate. Nelle aree destinate al pascolo, cavalli, maiali e altri animali domestici la cercano avidamente. Inoltre è una buona pianta mellifera.

L’origine è sconosciuta ma la sua presenza sulla terra è antichissima: in Europa sono state trovate delle tracce fossili nei giacimenti del Terziario, risalenti a circa 65 milioni di anni fa.

In Italia è presente su tutto il territorio tranne nelle pianure alluvionali della Valle Padana. L’habitat tipico della correggiola è lungo i bordi dei sentieri o delle strade, ma anche tra le macerie e negli incolti; spesso la si trova nei vicoli dei centri abitati tra gli interstizi di strade pietrose o dovunque ci sia un pugno di terra affiorante. Nonostante sia una pianta esile, è molto resistente al calpestio.

Nella centinodia sono presenti tannini, acido silicilico, mucillagini e flavonoidi, che le conferiscono diverse proprietà: diuretiche, emostatiche, espettoranti e cicatrizzanti. L’infuso di questa pianta è utile per chi soffre di calcoli renali o alla vescica. La correggiola non presenta particolari controindicazioni, ma l’elevata percentuale di tannini potrebbe comportare una lieve forma di irritazione gastrica e l’uso è sconsigliato durante la gravidanza e l’ allattamento. Prima di iniziare qualsiasi trattamento, è buona norma consultare un medico o il proprio erborista di fiducia. Per uso esterno viene impiegata per favorire la rimarginazione di piaghe e ferite. In cosmesi è utilizzata nei trattamenti finalizzati alla cura della cellulite. Dalle foglie si può ricavare un colorante blu molto simile all’indaco.☺

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