Luci e ombre
1 Marzo 2014 Share

Luci e ombre

La vittoria della Fanelli nelle primarie del Pd molisano è un buon inizio, ma per il nuovo mondo la strada è lunga e difficile. Quasi 17mila molisani hanno votato, è un risultato notevole, ancor più significativo se riflettiamo sullo scarso numero dei votanti alle primarie nel resto d’Italia. Tre le ragioni di questo piccolo evento: in primo luogo lo scontro politico aspro che si è avuto nella campagna elettorale delle primarie. Uno scontro reale nel quale il direttorio politico del Pd, che negli ultimi anni ha comandato nel campo del centro-sinistra, ha fatto di tutto per contrastare la sindaca di Riccia, Micaela Fanelli.

Abbiamo assistito a dei veri paradossi ed al consueto campionario trasformista. La bandiera della sinistra della quale si era persa traccia negli ultimi dieci anni è stata rialzata improvvisamente contro la renziana Fanelli. Il presidente della regione Frattura, inventato dai vertici politici e istituzionali del Pd e sostenuto manu militari negli ultimi due anni dagli stessi vertici è diventato il nemico pubblico numero uno. Tanta mutevolezza di opinioni ci riporta a quel gattopardismo, a quel primato di interessi personali che è poi il vero cancro di questi nostri tempi. Questa volta ai nostri gattopardi locali le cose non sono andate bene e per chi ha a cuore la buona politica è sicuramente una buona notizia.

La radicalità dello scontro politico fra i vecchi costumi e il nuovo non spiega completamente una così ampia partecipazione, vi è qualcosa di più che è bene non rimuovere. Un secondo fattore che ha aiutato la partecipazione è la presenza di un’area democratica e di sinistra che ha colto questa occasione per dire la sua, che continua a ritenere la partecipazione alla vita politica un valore e non un affare privato, che crede ancora possibile un cambiamento con l’arma della democrazia. È una risorsa straordinaria, una resistenza democratica al populismo e al qualunquismo che andrebbe custodita come la luce dei nostri occhi. È un movimento d’opinione, tante piccole associazioni che in questi anni, spesso in solitudine, hanno seminato nel campo della cultura, della legalità, della solidarietà sociale, dell’ambiente  e di un’economia pulita nella convinzione che un “altro Molise” sia possibile. La speranza è che questa soggettività possa essere non un fatto residuale, ma energia pura per un nuovo inizio. L’auspicio sincero è che la nuova segreteria del Pd parta da qui, da queste esperienze e da queste idee, per costruire il futuro del suo partito e della politica nella  nostra regione.

Se dobbiamo, però, costruire una nuova pagina della politica è bene che di queste primarie siano chiare non solo le luci, ma anche le ombre, perché vi è qualcosa di torbido in questo voto che è bene non nascondere sotto il tappeto. Vengo, quindi, alla terza e poco nobile ragione che ha contribuito, in modo non marginale, a una così alta partecipazione al voto di queste primarie molisane. È stato ammirevole il tentativo della Fanelli di discutere di programmi e di progetti, del partito e della sua natura e credo, anche, che questa scelta sia stata utile alla sua vittoria, ma il vero campo da gioco è stato un altro. Più che un referendum sul merito della politica e sul significato dei programmi noi abbiamo avuto uno scontro duro sul potere, meglio sulla gestione del potere. E di ciò porta grande responsabilità quel gruppo politico che ha utilizzato in tutti questi anni il partito come un privato condominio, come uno strumento per affermare ambizioni e privilegi personali e che si è impegnato alla morte in questa battaglia delle primarie, perché ha visto in questione se stesso e i posti di comando. Abbiamo avuto in queste primarie molisane una straordinaria mobilitazione di clienti, questuanti e cortigiani, promesse di questo o quel favore, di questo o quel posto di lavoro sino ad arrivare alla provocazione di elettori del centrodestra cammellati ai seggi delle primarie dai capi del centrodestra: c’è materiale politico, perché tutti si faccia una seria riflessione su quanto accaduto. Su questa strada non si costruisce nessun partito né nuovo, né vecchio. Tante luci, ma anche ombre preoccupanti in questo delicato e importante passaggio delle primarie. Per questo la vittoria della Fanelli è un buon inizio, ma il nuovo mondo è tutto da conquistare e la strada è lunga e piena di ostacoli.

Importante è avere consapevolezza della necessità di scelte chiare e radicali, importanti sono i primi passi. Importante è non confondere l’unità del partito con il gioco dei quattro cantoni, dove i protagonisti cambiano casacca, ma restano sempre gli stessi. Importante è una vera autonomia politica di giudizio e di iniziativa del partito dalle istituzioni. Importante è che l’elenco e il bricolage dei problemi diventi un vero progetto di cambiamento del tessuto economico, sociale e culturale del Molise. Decisivo è se la politica tornerà nella testa della gente ad  alimentare nuove speranze.

Sul  prossimo governo Renzi vi sarebbe molto da dire, tanti sono i dubbi, le perplessità e le critiche che si possono fare, però vale in primo luogo una considerazione di buon senso. L’Italia è dentro un terremoto e dentro una profonda depressione economica e sociale: sarebbe utile, per il bene di tutti, sospendere il giudizio e, come insegna il cristianesimo, fare l’unico vero atto di fede: credere nella resurrezione. Aspettiamo, spingiamo la barca tutti nella stessa direzione, senza dismettere l’intelligenza critica, ma con spirito costruttivo, nella speranza di non svegliarci domani nel capoluogo abruzzese quella che, prima del terremoto, fu una splendida città e che ancora oggi, dopo anni e anni di male affare, continua ad essere una città terremotata. ☺

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