Recensioni: ” Il Molise letterario di Francesco D’Episcopo” di Maria Gargotta
14 Ottobre 2019
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Recensioni: ” Il Molise letterario di Francesco D’Episcopo” di Maria Gargotta

Come vede il Molise oggi?

Con amore, ma anche con spirito critico. È una delle più belle regioni d’Italia, che però non è riuscita, dagli anni dell’autonomia dall’Abruzzo, a sviluppare le sue straordinarie potenzialità.

Per quanto mi riguarda, ho fatto di tutto, con i molti volumi e saggi e articoli, ma anche conferenze e presentazioni di libri, per farla conoscere e apprezzare, letterariamente, convinto, sempre più, che gli scrittori sono i più autentici e autorevoli testimoni di un passato, che può divenire proficuo futuro.

dall’Intervista a Francesco D’Episcopo

Molise letterario di Francesco D’Episcopo (Delta 3 edizioni, Grottaminarda 2019) di Maria Gargotta, che conclude una interessante ed accurata trilogia dedicata alla metodologia critica del grande meridionalista Francesco D’Episcopo. Come chiarisce l’autrice, nel prologo, il Molise, accanto a Salerno e Napoli, rappresenta uno dei tre luoghi privilegiati “per un critico, come il D’Episcopo, che considera i luoghi, i posti, che hanno attraversato e solcato la vita, fondamentali per la formazione e per la conoscenza di ogni individuo”.

Con precisione e rigore Maria Gargotta compie un viaggio nella letteratura molisana “attraverso gli occhi acuti e appassionati di un critico, Francesco D’Episcopo, che in terra di Molise è nato e alla quale è costantemente, anche letterariamente, rimasto fedele”. Accanto ai noti Jovine, Longano e D’Ovidio, nel volume compaiono autori quali Raffaele Capriglione, Giambattista Masciotta, Lina Pietravalle e Giose Rimanelli. L’intento dell’opera, che porta alla luce i contributi di scrittori, a torto considerati “minori”, è quello di percorrere il sentiero tracciato dal professor D’Episcopo nell’ esplorare il mondo letterario molisano con la “ferma persuasione che la letteratura non può mai essere fine a se stessa, ma, se adeguatamente ‘usata’, può aiutare a migliorare il destino delle nostre terre e genti, rendendolo più accettabile e vivibile”. E di terra e di luoghi si tratta: “un’intera regione, in cui però il capoluogo, Campobasso, e alcuni paesi, come Casacalenda, luogo di nascita, e Guardialfiera, luogo di origine materna, di cui il Nostro è cittadino onorario, assumono un rilievo personale specifico”.

Nella sua “ricerca incessante e appassionata delle radici storiche ed umane del Sud”, il professor D’Episcopo affianca alla terra natìa la città di elezione, la sua Napoli, dando luogo ad un felice incontro/confronto pur se “i due mondi, quello napoletano e molisano, sono molto diversi, se non addirittura contrapposti. Il molisano non sempre comprende, anzi spesso fraintende, la leggerezza, risultato di un atteggiamento comunque intelligente e ironico nei confronti della vita, del napoletano; quest’ultimo non sempre è disposto, per la sua vocazione alla libertà, ad accettare la serietà, talvolta, la severità dell’animo molisano”.

Partendo da quella che Francesco Jovine definiva “dolorosa miseria delle campagne”, i letterati molisani raccontano mirabilmente di una terra con “una storia fatta da un popolo che in essa opera, anche se non sempre in essa si riconosce”. Per il professor D’Episcopo “la conoscenza di un posto è ben diversa se a descrivercela è uno scrittore piuttosto che un economista o uno storico”: ne è esempio l’opera di Jovine in cui egli riscontra una “levità narrativa, un’acutezza psicologica, a livello storico e sociologico, che gli consentiranno, con il solito anticipo sui tempi, privilegio profetico proprio degli scrittori, di incorniciare un quadro antropologico della realtà molisana, destinato ancora oggi a fare breccia nel cuore e nella mente dei molisani autentici, ma anche di tutti coloro – e sono la maggioranza – che poco conoscono il Molise”. (Dario Carlone)

 

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