Sbadigli e lacrime
10 Gennaio 2020
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Sbadigli e lacrime

Poi arriva l’inverno, i grappoli in vigna scompaiono, il verde lascia posto al rosso, poi all’arancio che via via si spegne. Cadono le foglie e tutto lentamente si addormenta. Un sonno senza malinconia perché carico di attese e promesse.

È il sonno della vite, periodo di riposo vegetativo necessario per prepararsi ad una nuova stagione: all’interno dei tralci, in apparenza spogli, si compiono infatti processi biochimici ed enzimatici a carico delle sostanze nutritive di riserva che, abbandonate le foglie, vanno a condensarsi nel legno del tronco.

È tempo in vigneto di potatura secca, pratica, così chiamata perché eseguita sulle viti ormai spoglie, che ha un’importanza notevole per la corretta gestione del vigneto in quanto consente di conseguire l’equilibrio tra l’attività vegetativa (ovvero lo sviluppo delle foglie) e l’attività produttiva (ovvero la produzione d’uva) della pianta, con ripercussioni dirette sia sulla resa che sulla qualità dell’uva. La potatura invernale persegue inoltre lo scopo di assicurare la longevità produttiva della pianta e di controllarne lo sviluppo nello spazio assegnatole, mantenendo la forma di allevamento scelta.

Dalle ferite procurate alla pianta sgorgheranno nei giorni di marzo, di nuovo sole e rinnovato tepore, le lacrime della vite. Questo emozionante e muto pianto è dovuto all’acqua che, risucchiata dalle radici dal terreno, risale i tralci per cicatrizzare con la linfa i tagli.

È il segnale che il ciclo vitale è ripartito: il metabolismo della pianta si rimette in moto con la trasformazione degli amidi in zuccheri semplici e la respirazione cellulare riparte. Il germogliamento è dietro l’angolo, la pianta prepara le risorse per infondere a foglie e, poi, ai frutti l’energia di un grande vino.☺

 

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