È più facile raccontare la guerra che parlare di pace? È più facile schierarsi con l’uno o con l’altro piuttosto che cercare di capire le ragioni delle parti? Di fronte a una nuova ondata di violenza tra Israele e Palestina, ciò che emerge, ascoltando i reportage dei media, è una situazione senza speranza di risoluzione pacifica. Dei semi di pace si parla poco e niente. Eppure ci sono, seppur marginali, seppur poco noti. Esempi di come qualcuno cerchi di trovare dei punti comuni dai quali ripartire.
Un film: Per uno solo dei miei due occhi, titolo originale: Nekam achat mishtey eynay
regia: Avi Mograbi, anno: 2005, origine: Francia – Israele
Il documentario del regista israeliano parte da un’analisi culturale, citando Sansone e la sua vendetta contro i Filistei “che io possa vendicarmi per uno solo dei miei due occhi”. Partendo da questo aspetto, il regista ci mostra da un lato la realtà oppressa del popolo palestinese, attraverso storie di vita comune e di comuni privazioni, dall’altro la storia del suo popolo, attraverso testimonianze e luoghi importanti. Un documentario di critica nei confronti della politica di Israele, un richiamo alla pace dal forte impatto emotivo.
Un libro: Sarah e Yasmin, diario di giorni senza pace
di: Daniela Palumbo, anno: 2003, casa editrice: Edizioni Paoline
Nevé Shalom / Wahat As-Salam – che significa “Oasi di pace” nella lingua ebraica e araba – è un villaggio che si trova tra Gerusalemme e Tel Aviv. Nel villaggio – dove vivono ebrei e palestinesi, impegnati nell’educazione alla pace e nella comprensione fra i due popoli – nasce nel 1979 la Scuola di pace per giovani ebrei e palestinesi. I corsi, tenuti da educatori di entrambi i popoli, hanno lo scopo di tirar fuori i sentimenti che la guerra genera, per poi rivedere le posizioni reciproche.
Le protagoniste del libro Sara e Yasmin, l’una ebrea e l’altra palestinese, hanno frequentato questa scuola. Le loro vite, pur diverse, sono accomunate da una realtà di violenza e odio. Nei diari delle due ragazze emerge il dolore, la paura, l’angoscia, l’ansia di chi vive una guerra. La scuola ha permesso loro di confrontarsi e capire quanto in comune avessero.
Una canzone: Stella cometa,
di: Jovanotti, anno: 1999, album: Capo Horn
Nel videoclip di questa canzone di Jovanotti è raccontata la storia d’amore tra una ragazza ebrea e un ragazzo palestinese. Nonostante le differenze culturali, il conflitto tra i due popoli, la diffidenza e il contrasto dei padri, nei ragazzi vince il sentimento universale dell’amore. Qualcosa che va oltre qualsiasi seme di odio piantato in decenni di storia e di guerra.
È più facile raccontare la guerra che parlare di pace? È più facile schierarsi con l’uno o con l’altro piuttosto che cercare di capire le ragioni delle parti? Di fronte a una nuova ondata di violenza tra Israele e Palestina, ciò che emerge, ascoltando i reportage dei media, è una situazione senza speranza di risoluzione pacifica. Dei semi di pace si parla poco e niente. Eppure ci sono, seppur marginali, seppur poco noti. Esempi di come qualcuno cerchi di trovare dei punti comuni dai quali ripartire.
Un film: Per uno solo dei miei due occhi, titolo originale: Nekam achat mishtey eynay
regia: Avi Mograbi, anno: 2005, origine: Francia – Israele
Il documentario del regista israeliano parte da un’analisi culturale, citando Sansone e la sua vendetta contro i Filistei “che io possa vendicarmi per uno solo dei miei due occhi”. Partendo da questo aspetto, il regista ci mostra da un lato la realtà oppressa del popolo palestinese, attraverso storie di vita comune e di comuni privazioni, dall’altro la storia del suo popolo, attraverso testimonianze e luoghi importanti. Un documentario di critica nei confronti della politica di Israele, un richiamo alla pace dal forte impatto emotivo.
Un libro: Sarah e Yasmin, diario di giorni senza pace
di: Daniela Palumbo, anno: 2003, casa editrice: Edizioni Paoline
Nevé Shalom / Wahat As-Salam – che significa “Oasi di pace” nella lingua ebraica e araba – è un villaggio che si trova tra Gerusalemme e Tel Aviv. Nel villaggio – dove vivono ebrei e palestinesi, impegnati nell’educazione alla pace e nella comprensione fra i due popoli – nasce nel 1979 la Scuola di pace per giovani ebrei e palestinesi. I corsi, tenuti da educatori di entrambi i popoli, hanno lo scopo di tirar fuori i sentimenti che la guerra genera, per poi rivedere le posizioni reciproche.
Le protagoniste del libro Sara e Yasmin, l’una ebrea e l’altra palestinese, hanno frequentato questa scuola. Le loro vite, pur diverse, sono accomunate da una realtà di violenza e odio. Nei diari delle due ragazze emerge il dolore, la paura, l’angoscia, l’ansia di chi vive una guerra. La scuola ha permesso loro di confrontarsi e capire quanto in comune avessero.
Una canzone: Stella cometa,
di: Jovanotti, anno: 1999, album: Capo Horn
Nel videoclip di questa canzone di Jovanotti è raccontata la storia d’amore tra una ragazza ebrea e un ragazzo palestinese. Nonostante le differenze culturali, il conflitto tra i due popoli, la diffidenza e il contrasto dei padri, nei ragazzi vince il sentimento universale dell’amore. Qualcosa che va oltre qualsiasi seme di odio piantato in decenni di storia e di guerra.
È più facile raccontare la guerra che parlare di pace? È più facile schierarsi con l’uno o con l’altro piuttosto che cercare di capire le ragioni delle parti? Di fronte a una nuova ondata di violenza tra Israele e Palestina, ciò che emerge, ascoltando i reportage dei media, è una situazione senza speranza di risoluzione pacifica. Dei semi di pace si parla poco e niente. Eppure ci sono, seppur marginali, seppur poco noti. Esempi di come qualcuno cerchi di trovare dei punti comuni dai quali ripartire.
Un film: Per uno solo dei miei due occhi, titolo originale: Nekam achat mishtey eynay
regia: Avi Mograbi, anno: 2005, origine: Francia – Israele
Il documentario del regista israeliano parte da un’analisi culturale, citando Sansone e la sua vendetta contro i Filistei “che io possa vendicarmi per uno solo dei miei due occhi”. Partendo da questo aspetto, il regista ci mostra da un lato la realtà oppressa del popolo palestinese, attraverso storie di vita comune e di comuni privazioni, dall’altro la storia del suo popolo, attraverso testimonianze e luoghi importanti. Un documentario di critica nei confronti della politica di Israele, un richiamo alla pace dal forte impatto emotivo.
Un libro: Sarah e Yasmin, diario di giorni senza pace
di: Daniela Palumbo, anno: 2003, casa editrice: Edizioni Paoline
Nevé Shalom / Wahat As-Salam – che significa “Oasi di pace” nella lingua ebraica e araba – è un villaggio che si trova tra Gerusalemme e Tel Aviv. Nel villaggio – dove vivono ebrei e palestinesi, impegnati nell’educazione alla pace e nella comprensione fra i due popoli – nasce nel 1979 la Scuola di pace per giovani ebrei e palestinesi. I corsi, tenuti da educatori di entrambi i popoli, hanno lo scopo di tirar fuori i sentimenti che la guerra genera, per poi rivedere le posizioni reciproche.
Le protagoniste del libro Sara e Yasmin, l’una ebrea e l’altra palestinese, hanno frequentato questa scuola. Le loro vite, pur diverse, sono accomunate da una realtà di violenza e odio. Nei diari delle due ragazze emerge il dolore, la paura, l’angoscia, l’ansia di chi vive una guerra. La scuola ha permesso loro di confrontarsi e capire quanto in comune avessero.
Una canzone: Stella cometa,
di: Jovanotti, anno: 1999, album: Capo Horn
Nel videoclip di questa canzone di Jovanotti è raccontata la storia d’amore tra una ragazza ebrea e un ragazzo palestinese. Nonostante le differenze culturali, il conflitto tra i due popoli, la diffidenza e il contrasto dei padri, nei ragazzi vince il sentimento universale dell’amore. Qualcosa che va oltre qualsiasi seme di odio piantato in decenni di storia e di guerra.
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