25 anni di libera
15 Maggio 2020
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25 anni di libera

II parte
Negli anni successivi – tra la fine del XX secolo e i primissimi anni del XXI -, a fronte di un clima di ostilità generale, di diffidenza e di disinteresse che si è venuto manifestando nell’ambito del sistema politico, sempre più corrotto e complice delle illegalità criminose, riprendono vigore e forza l’ostilità e la ribellione al racket e alle sue prassi intimidatorie. Nel corso del 2000 Libera pubblica il dossier Le nuove frontiere della criminalità, nel quale sono sotto rigorosa osservazione il traffico di esseri umani, il gioco d’azzardo, le ecomafie: quest’ ultimo tema viene affrontato in collaborazione con Legambiente, insieme alla quale Libera sollecita che venga approvato un ddl che fissi l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel codice penale fermo in Parlamento dall’aprile del 1999, nonché l’introduzione della proposta di sanzionare come delitto l’organizzazione di traffico illecito di rifiuti. Nel corso del 2004 Libera chiede la ratifica della convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e l’approvazione di protocolli allegati sull’immigrazione clandestina e sulla tratta degli esseri umani, presentati già nel 2000. Inoltre, Libera preme per l’approvazione di un disegno di legge sul sequestro e la confisca dei beni degli indagati per corruzione e per altri reati contro la Pubblica Amministrazione. Di qui, la nascita a Palermo di un’associazione giovanile nel 2004 che si chiama “Addio pizzo” e che dà consistenza alla prima esperienza di consumo critico antimafioso. La novità è che i prodotti si comprano nei piccoli esercizi commerciali che dichiarano di non pagare il pizzo. Da questa esperienza palermitana la Confindustria siciliana trae la forza di espellere quegli imprenditori che si sottopongono al pagamento del pizzo, contribuendo alla diffusione di una nuova cultura imprenditoriale, la cui espressione più compiuta è la presenza operosa di imprese cooperative che cominciano a sostenere Libera Terra impegnata sui terreni confiscati alla criminalità organizzata. Nel novembre del 2006 a Roma si svolgono gli Stati Generali dell’Antimafia, che scrivono il Manifesto contro mafie, documento fondamentale nell’economia della lotta alle mafie e nella diffusione della cultura e della prassi dell’antimafia sociale. Nel 2007, sotto la direzione di Roberto Morione, nasce Libera Informazione. Nel 2009 i Modena City Ramblers, venendo anche a CB al Blue Note, attraversano l’Italia con la loro musica per valorizzare i percorsi di riutilizzo dei beni confiscati alle mafie.
Nel 2010 c’è la pubblicazione del dossier di Libera contro le mafie nel pallone. Sempre nel 2010 il governo istituisce l’Agenzia Nazionale per i beni confiscati, primo anello operativo di congiunzione fra un bene confiscato e il mondo cooperativistico, che intende così restituire alla collettività quello che le mafie hanno estorto con la violenza sopraffattrice, anche grazie alla complicità della cosiddetta massa grigia.
Il 2013 è un anno particolare, perché Libera lancia due rilevanti campagne sociali: la prima è “Illuminiamo la salute” allo scopo di promuovere una rete di iniziative formative, di monitoraggio, di valutazione, di ricerca per sostenere il sistema sanitario pubblico, integro, funzionale, efficace al servizio dei cittadini. La seconda è “Miseria ladra”, promozione di proposte ed iniziative contro tutte le forme di povertà.
A Milano vengono celebrati i funerali di Lea Garofalo, testimone di giustizia. A settembre 2015, don Ciotti nella trasmissione Bel tempo si spera su Tv2000 per la prima volta in pubblico dichiara che Libera nasconde donne della mafia che scappano con i figli che crescono: “Lo affermo pubblicamente per la prima volta: stiamo aiutando e nascondendo decine di donne che ci hanno chiesto una mano per scappare e lasciare la loro terra perché non vogliono che i loro figli crescano nella cultura mafiosa”.
Il 18 ottobre del 2016, il Parlamento approva la legge sul caporalato, che introduce e commina pene più severe per chi sfrutta: saranno sanzionabili, anche con la confisca dei beni, non soltanto gli intermediari illegali, ma anche i datori di lavoro consapevoli dell’origine dello sfruttamento.
Nel 2017 nasce la “Rete dei numeri pari”, una rete di associazioni per il contrasto alle diseguaglianze sociali, per una società più equa fondata essenzialmente sulla giustizia sociale ed ambientale. E finalmente, dopo più di venti anni di attesa e di intense discussioni in Parlamento (dopo ben sei legislature!!!), viene istituita il 21 marzo la “Giornata Della Memoria E Dell’impegno In Ricordo Delle Vittime Delle Mafie”.
Il 2018 è un anno cruciale per Libera, all’interno di un contesto nazionale di crisi etica, di diffusione delle culture dell’odio razzista, dello strisciante neofascismo, della paralisi del Parlamento su qualsiasi argomento. Il 7 luglio 2018 Libera e il Gruppo Abele, nella persona di don Luigi Ciotti, invitano i cittadini responsabili e le associazioni di volontariato ad indossare magliette rosse e a gridare in piazza il proprio sdegno contro il primo decreto sicurezza voluto dall’allora ministro leghista.
Nel 2019 parte la campagna de La Rete dei Numeri Pari che intende contrastare ed opporsi alla cosiddetta secessione dei ricchi, ossia all’autonomia differenziata, che, se fosse approvata purtroppo con accordi extraparlamentari, sancirebbe la fine dell’unità d’Italia a tutto vantaggio delle regioni tradizionalmente più ricche del nostro paese. Particolare attenzione Libera pone sia al problema, ancora irrisolto, dell’utilizzazione del bene confiscato a CB alla Sacra Corona Unita pugliese, si a quello della Memoria. A questo proposito, ricordiamo Elio Di Mella, il carabiniere vittima della Camorra napoletana cutoliana, morto ammazzato il 7 ottobre 1982 per non aver voluto consegnare un detenuto appartenente alla cosca di Raffaele Cutolo, in procinto di essere trasferito in una struttura carceraria nella città campana di Avellino.
Il 24 marzo 2020 Libera compie 25 anni.☺

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