accertamenti sanitari
14 Aprile 2010 Share

accertamenti sanitari

 

 In ambito medico le parole inglesi che comunemente fanno parte del nostro parlare quotidiano sono numerose, e quasi non spaventano più in quanto a pronuncia ed esatta comprensione del loro significato.

Quanti di noi ignorano il termine stress con cui indichiamo una particolare condizione psicofisica nella quale, prima o poi, tutti ricadiamo e a cui consapevolmente cerchiamo di porre rimedi appropriati? E quanti non comprendono il vocabolo by-pass [pronuncia: bai-pass] con cui, in senso generico, si indica una riparazione di un’arteria ostruita grazie all’innesto di un vaso artificiale? E ancora, relativamente al mondo dello sport, non abbiamo tutti ben chiaro il significato di doping, l’assunzione di sostanze o farmaci non consentiti, da parte di quegli atleti che vogliono a tutti i costi migliorare le proprie prestazioni agonistiche?

Si potrebbero citare altri esempi, ma mi limiterò a due termini che, a mio avviso, ci invitano a qualche considerazione più ampia della semplice spiegazione linguistica. Non me ne vogliano gli esperti del settore, la mia è semplicemente una riflessione a partire dalle parole.

Il primo vocabolo su cui vorrei richiamare l’attenzione è screening [pronuncia: scrining] dal verbo screen [pronuncia: scrin] e relativo sostantivo. Quest’ultimo è certamente noto nell’es- pressione screensaver [pronuncia: scrinseiver] con cui si indica il “salvaschermo” del computer o del telefonino, in altre parole il sistema che blocca il funzionamento della macchina nei momenti in cui non è utilizzata e consente risparmio energetico.

Screen in inglese indica non solo lo schermo (del televisore, del computer o del cinema) ma anche il parabrezza dell’auto, il paravento, la zanzariera, lo scudo; in senso figurato designa il muro o un riparo da aggressioni esterne. Il verbo screen presenta tra i suoi significati quello di offrire riparo, mostrare (in senso cinematografico) e infine esaminare: la pratica sanitaria dello screening è appunto quella di eseguire esami medici su un vasto campione di persone, indipendentemente dai sintomi registrati, per rilevare una probabile malattia.

L’obiettivo dello screening è quello, infatti, di identificare le patologie presenti in una comunità, prima che esse emergano diffusamente, e predisporre gli adeguati rimedi terapeutici. Non c’è alcun dubbio sulla importanza di questa strategia: il suo utilizzo contribuisce certo al benessere della popolazione, riducendo i rischi di diffusione di una malattia ed informando adeguatamente i cittadini, verso i quali viene mostrata massima attenzione e cura.

Se da un lato, però, le premesse da cui prende avvio la scelta socio-sanitaria dello screening sono senza dubbio nobilissime, secondo alcuni le procedure messe in atto per la realizzazione di questa strategia non sempre rispondono a criteri di raggiungimento di reale beneficio da parte della popolazione: i test di screening sono utilizzati per indicare la possibilità o probabilità di una malattia in un determinato gruppo di soggetti, ma a volte possono verificarsi errori nelle diagnosi, la comunicazione con l’utenza può risultare poco efficace o corretta. Quando le informazioni sanitarie desunte non sono adeguatamente tutelate, perchè  non  viene rispettata la riservatezza dei dati, le conseguenze negative ricadono sul lavoro e sui rapporti familiari.

Affidarsi agli specialisti del settore è invece l’obiettivo del check-up [pronuncia: cec-ap], controllo medico. L’espressione è nota: con essa si intende l’insieme degli esami sulle condizioni di salute di una persona che il medico curante prescrive, comunemente una volta l’anno o quando se ne ravvisa la necessità.

Il verbo inglese check [pro-nuncia: cec] vuol dire letteralmente: esaminare, verificare; lo si trova spesso accompagnato da preposizioni – è un verbo “frasale” si direbbe correttamente – che ne declinano i molteplici significati che può assumere. Nel caso citato, check-up, la preposizione up [pronuncia: ap] definisce il significato di controllo medico generale; si potrebbe segnalare il termine check-in [pronuncia: cec-in], che possiamo leggere in tutti gli aeroporti del mondo, dove arrivi e partenze sono registrati e ovviamente controllati. Si può aggiungere ancora l’espressione check point [pronuncia: cec-point], utilizzata nell’ambiente militare, per indicare un posto di blocco presso il quale effettuare controlli sulla popolazione.

Il check-up, diversamente dallo screening, è individuale, circoscritto; gli accertamenti sanitari sono volti verso un obiettivo di cura che è direttamente legato alla storia clinica del paziente; la diagnosi viene pertanto effettuata in base ad indicazioni chiare (ad esempio età, abitudini alimentari, attività fisica, fumo, ecc.) ed è personalizzata. Non si può certo negare che sia una buona pratica, cui tutti dovrebbero sottoporsi.

Sarebbe auspicabile che screening e check-up, due facce della stessa medaglia, l’una riguardante la collettività, l’altra il singolo, si coniugassero per dar vita ad una corretta educazione alla salute.

Ricordate? “Prevenire è meglio che curare”, uno slogan che tutti conosciamo perché da lungo tempo in voga nella comunicazione quotidiana e applicato alle più disparate situazioni della vita. Sembra però aver abbandonato ormai il campo medico-sanitario… Cosa c’è di più malato della sanità molisana? ☺

dario.carlone@tiscali.it

 

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