15 gennaio. Sono trascorsi solo pochi giorni di questo nuovo anno e nel mio paese sono morte all’incirca già 10 persone. Sembra strano sapere che mentre qualcuno piange per la perdita di una persona cara, ci sono altri nel mondo che magari sono felici per il regalo ricevuto da una cicogna.
Quello in cui siamo impegnati non è che un pellegrinaggio terreno poiché su questo mondo siamo solo “di passaggio”. La morte non è che la fine inevitabile della vita di ognuno di noi, certo, più ci mette tempo ad arrivare meglio è. La morte è imprevedibile e crudele; senza scrupoli, senza pietà. Chissà se nel momento in cui moriremo vedremo scorrere come in un film la nostra vita davanti a noi, chissà se in quel momento ricorderemo le persone da cui ci allontaneremo o quelle che già in precedenza ci avranno lasciate, chissà se e a cosa penseremo…
Un modo per evitare di soffrire per i cari che vengono a mancare però ci sarebbe, perché a tutto c’è una soluzione. Che dire? Per esempio potremmo andare a vivere in un posto dove non si conosce nessuno, e magari anche uscire di casa solo se necessario, così da evitare possibili incidenti e altro. È una bella idea, no? Ma chi sarebbe soddisfatto di “vivere” una vita del genere?!
Proprio perché sappiamo che esiste la morte, proprio perché siamo consapevoli che il nostro è un viaggio che non potremo più rifare, bah, proprio per questo dobbiamo pensare al presente più che al futuro, non rimandare a domani ciò che invece si potrebbe fare oggi, far sì che le emozioni che viviamo diventino più intense, si raddoppino, e soprattutto amarci, volerci bene ora, poi è inutile andare al cimitero e portare fiori, ceri, e ancora fiori magari per ricevere perdono per i nostri comportamenti adottati.
Una vita senza relazioni con il mondo è una vita persa, una vita inutile. “Perché vivere non è trascinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita”, lessi tempo fa in una poesia. “Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano all’eb- brezza del vento, vivere è assaporare l’avventura della libertà”; vivere è avere l’onore di potersi dondolare sull’altalena della felicità; vivere è intraprendere la via della salvezza; vivere è avere l’opportunità di amare ed essere amati; vivere è impegnarsi ad aiutare. È una sfida capirlo e, siccome questo è l’unico modo per cogliere le cose belle che la vita ci offre… accettala!
Mara Mancini
15 gennaio. Sono trascorsi solo pochi giorni di questo nuovo anno e nel mio paese sono morte all’incirca già 10 persone. Sembra strano sapere che mentre qualcuno piange per la perdita di una persona cara, ci sono altri nel mondo che magari sono felici per il regalo ricevuto da una cicogna.
Quello in cui siamo impegnati non è che un pellegrinaggio terreno poiché su questo mondo siamo solo “di passaggio”. La morte non è che la fine inevitabile della vita di ognuno di noi, certo, più ci mette tempo ad arrivare meglio è. La morte è imprevedibile e crudele; senza scrupoli, senza pietà. Chissà se nel momento in cui moriremo vedremo scorrere come in un film la nostra vita davanti a noi, chissà se in quel momento ricorderemo le persone da cui ci allontaneremo o quelle che già in precedenza ci avranno lasciate, chissà se e a cosa penseremo…
Un modo per evitare di soffrire per i cari che vengono a mancare però ci sarebbe, perché a tutto c’è una soluzione. Che dire? Per esempio potremmo andare a vivere in un posto dove non si conosce nessuno, e magari anche uscire di casa solo se necessario, così da evitare possibili incidenti e altro. È una bella idea, no? Ma chi sarebbe soddisfatto di “vivere” una vita del genere?!
Proprio perché sappiamo che esiste la morte, proprio perché siamo consapevoli che il nostro è un viaggio che non potremo più rifare, bah, proprio per questo dobbiamo pensare al presente più che al futuro, non rimandare a domani ciò che invece si potrebbe fare oggi, far sì che le emozioni che viviamo diventino più intense, si raddoppino, e soprattutto amarci, volerci bene ora, poi è inutile andare al cimitero e portare fiori, ceri, e ancora fiori magari per ricevere perdono per i nostri comportamenti adottati.
Una vita senza relazioni con il mondo è una vita persa, una vita inutile. “Perché vivere non è trascinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita”, lessi tempo fa in una poesia. “Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano all’eb- brezza del vento, vivere è assaporare l’avventura della libertà”; vivere è avere l’onore di potersi dondolare sull’altalena della felicità; vivere è intraprendere la via della salvezza; vivere è avere l’opportunità di amare ed essere amati; vivere è impegnarsi ad aiutare. È una sfida capirlo e, siccome questo è l’unico modo per cogliere le cose belle che la vita ci offre… accettala!
15 gennaio. Sono trascorsi solo pochi giorni di questo nuovo anno e nel mio paese sono morte all’incirca già 10 persone. Sembra strano sapere che mentre qualcuno piange per la perdita di una persona cara, ci sono altri nel mondo che magari sono felici per il regalo ricevuto da una cicogna.
Quello in cui siamo impegnati non è che un pellegrinaggio terreno poiché su questo mondo siamo solo “di passaggio”. La morte non è che la fine inevitabile della vita di ognuno di noi, certo, più ci mette tempo ad arrivare meglio è. La morte è imprevedibile e crudele; senza scrupoli, senza pietà. Chissà se nel momento in cui moriremo vedremo scorrere come in un film la nostra vita davanti a noi, chissà se in quel momento ricorderemo le persone da cui ci allontaneremo o quelle che già in precedenza ci avranno lasciate, chissà se e a cosa penseremo…
Un modo per evitare di soffrire per i cari che vengono a mancare però ci sarebbe, perché a tutto c’è una soluzione. Che dire? Per esempio potremmo andare a vivere in un posto dove non si conosce nessuno, e magari anche uscire di casa solo se necessario, così da evitare possibili incidenti e altro. È una bella idea, no? Ma chi sarebbe soddisfatto di “vivere” una vita del genere?!
Proprio perché sappiamo che esiste la morte, proprio perché siamo consapevoli che il nostro è un viaggio che non potremo più rifare, bah, proprio per questo dobbiamo pensare al presente più che al futuro, non rimandare a domani ciò che invece si potrebbe fare oggi, far sì che le emozioni che viviamo diventino più intense, si raddoppino, e soprattutto amarci, volerci bene ora, poi è inutile andare al cimitero e portare fiori, ceri, e ancora fiori magari per ricevere perdono per i nostri comportamenti adottati.
Una vita senza relazioni con il mondo è una vita persa, una vita inutile. “Perché vivere non è trascinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita”, lessi tempo fa in una poesia. “Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano all’eb- brezza del vento, vivere è assaporare l’avventura della libertà”; vivere è avere l’onore di potersi dondolare sull’altalena della felicità; vivere è intraprendere la via della salvezza; vivere è avere l’opportunità di amare ed essere amati; vivere è impegnarsi ad aiutare. È una sfida capirlo e, siccome questo è l’unico modo per cogliere le cose belle che la vita ci offre… accettala!
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