educati al conformismo
26 Marzo 2010 Share

educati al conformismo

 

Uno dei mali dei nostri giorni è rappresentato dal conformismo: intere moltitudini risultano incapaci di reagire e di indignarsi. L’ingiustizia appare una sorta di fatalità, rispetto alla quale, ogni possibile azione viene considerata un’inutile perdita di tempo. Una specie di tacita rassegnazione che caratterizza i poveri e i ricchi, i  potenti e gli umili, i colti e gli ignoranti. Eppure,  in ogni fase della sua storia, il mondo ha diffuso ingiustizie che hanno fortemente offeso la dignità dell’uomo (violenza, corruzione, sfruttamento, attacco alla libertà, oppressione, esercizio del potere contro i più deboli): “Se all’uomo manca la sensibilità della coscienza, egli è inferiore agli animali; nulla può più difenderlo dagli eccessi; egli può correre alla rovina propria, alle stragi ed alle distruzioni, in modo che gli animali ne sarebbero pieni di stupore e di terrore, e potendo si metterebbero ad ammaestrare gli uomini, perché giungessero fino a loro. Gli uomini senza coscienza sono come animali senza istinto di conservazione: dei pazzi che corrono verso la distruzione. (…) Se un individuo conosce a perfezione il modo di mangiare igienicamente, di pesarsi, di bagnarsi e di fare il massaggio, ma perde l’istinto della sua umanità, e uccide un proprio simile o si suicida, a che valgono tutte le cure? E se non sente nulla nel suo cuore; e il vuoto lo attira piombandolo nella malinconia, che fa egli del suo corpo nutrito e lavato? (…) È uno dei fatti più importanti della vita esaminare metodicamente la propria coscienza, avendo come fonte illuminatrice non soltanto la conoscenza dei codici morali, ma l’amore. (…) Se l’uomo perde la sua luce conducente verso un mondo migliore, cade in un abisso, al di sotto di tutti gli animali creati. (…) Basterebbe che le anime “sentissero”. E come potrebbero più vivere tranquille nel male” (M. Montessori, L’autoeducazione).

  In realtà nella complessa articolazione della società pochi alzano la testa e, quando questo avviene, scatta una sorta di azione tesa a screditare le ragioni dei giusti. L’ubbidienza viene viceversa considerata degna di lode e di premio sin dai primi anni dell’infanzia: “Nella vita sociale, è vero, esistono premi e castighi diversi da quelli che si contemplano alla luce spirituale e l’adulto si affanna per adattare in tempo l’anima infantile ad accomodarsi e a restringere tra gl’ingranaggi di questo mondo: premia e castiga per abituare il bambino a sottomettersi con prontezza” (M. Montessori, La scoperta del bambino). “Qualche cosa di molto simile alla scuola corrisponde nella società alle grandi amministrazioni governative e ai suoi impiegati. Essi pure scrivono tutto il giorno per un vantaggio grandioso e lontano, di cui non risentono l’immediato vantaggio. (…) Per essi è immediato bene la promozione, come per lo scolaro il passaggio della classe. (…) Tutte le cose più piccole, come il desiderio delle decorazioni, sono stimolo artificioso al suo arido e buio cammino: così noi diamo le medaglie agli scolari. E il timore di non aver promozioni li trattiene dalla fuga e li lega al lavoro monotono e assiduo, come il timore di non passare la classe forza lo scolaro sul libro. Il rimprovero del superiore è in tutto simile alla sgridata del maestro – la correzione delle lettere mal fatte equivale al cattivo punto sul cattivo compito dello scolaro. (…) Ma chi compie un’opera veramente grande e vittoriosa, non agisce mai per la sola attrattiva di ciò che noi chiamiamo col nome generico di “premio” né pel solo timore del male che chiamiamo “castigo”. (…) Tutte le vittorie e tutto il progresso umano riposano sulla forza interiore. Così un giovane studente potrà diventare un gran dottore se è spinto allo studio dalla sua vocazione; ma se lo è dalla sola speranza di un’eredità, o di un matrimonio, o di un vantaggio esteriore qualsiasi, mai diventerà un vero maestro e gran dottore” (M. Montessori, La scoperta del bambino). Nel contempo si può affermare che nessun essere umano potrà diventare un grande uomo se si mostrerà incapace di affermare ogni giorno la propria e l’altrui dignità: le nostre viltà le lasceremo in eredità ai nostri figli che, mai come in questo momento, avvertono il bisogno di essere guidati nel buio di un conformismo volgare e incapace di progettare il futuro.  ☺

a.miccoli@cgilmolise.it

 

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