ai referendum non rinuncio!
30 Maggio 2011 Share

ai referendum non rinuncio!

 

Il 12 e il 13 giugno siamo chiamati alle urne per esprimere il parere su temi delicati e importanti: l'acqua pubblica, l'energia nucleare, il legittimo impedimento. Tre temi, quattro quesiti (due sono quelli sull'acqua), una sola consapevolezza: la quasi totale assenza d'informazione nei canali "ufficiali".

Se andare a votare è importante, farlo al referendum lo è ancora di più. È la massima espressione della volontà popolare, sicuramente quella più diretta. Purtroppo quello a cui assistiamo ormai da troppi anni è un crescente menefreghismo quando si tratta di referendum. Il più delle volte non solo non si raggiunge il quorum, ma la percentuale dei votanti è talmente bassa da sfiorare il ridicolo.

La politica di palazzo – abituata fin da troppo tempo a decidere dentro le stanze dei bottoni, a imporre candidati, a fare orecchie da mercante – è l'unica che trae vantaggio da questo stato di cose. Perché la politica, quella vera, quella fatta dalla gente per la gente, perde la sua efficacia e il suo significato originario, proprio grazie alle azioni che vanno a screditare la parte attiva e sana della politica stessa.

Così parte il boicottaggio al referendum. Ci sono vari strumenti per evitare che il popolo vada a votare.

Primo: stabilire la data di voto nei mesi estivi. La gente si sa, ama andare al mare o in giro quando il clima è bello, perché "perdere tempo" andando a votare quando si può partire per una breve vacanza?

Secondo: rendere il testo del quesito referendario il più complesso possibile. In questo modo, chi va a votare avrà non poche difficoltà a esprimere il suo voto… perché non capisce cosa ci sia scritto sulla scheda!

Terzo: fare in modo di rigirare le domande e, di conseguenza, le risposte. Vale a dire, indicare sì per dire no e no per dire sì. Risultato? Una totale confusione.

Quarto: disinformare e/o non informare affatto. Lo strumento più infimo, quello più vile, quello a cui i media del sistema si attengono senza batter ciglio. Provate a chiedere ai vostri amici se sanno che il 12 e il 13 giugno si vota, se sanno che è un referendum, se sanno quali sono i temi o come si vota.

Il risultato di tutto questo? Arrivare a far credere al popolo che il miglior strumento di partecipazione democratica che ha a disposizione in realtà non serva a niente… "perché tanto fanno sempre come vogliono loro". Nulla di più sbagliato! Se il potere non avesse paura del referendum, non userebbe ogni mezzo a sua disposizione per screditarlo, per evitare che se ne parli e che si informi la gente.

Se pensiamo poi che i temi in esame sono fondamentali, la non partecipazione di massa è ancora più drammatica. Parliamo dell'energia nucleare. Sorvolando temporaneamente sul fatto che l'Italia si è già espressa con un secco 'no' al nucleare in un altro referendum negli anni 80, nessuno ha notato che la notizia della situazione nella centrale di Fukushima è sparita dai titoli dei telegiornali? Nessuno ha notato che non si parla più di quella che è stata considerata una seconda Chernobyl? Ma come? Non le ricordiamo più le conseguenze di quel disastro? Com'è la situazione lì? Chi ci informa più? Il governo ha dichiarato che per ora non si farà il nucleare in Italia. Un altro bel trucchetto per tranquillizzare la gente e dire "ora che abbiamo fatto ‘sta cosa, non andate a votare, tanto non serve più". Sarà, ma dato che non mi fido, a votare ci vado e voto SI, perché vorrei che in questo Paese si investisse in energia pulita e non in un'energia dannosa, potenzialmente pericolosissima e con scorie che non si sa come smaltire, se non magari illegalmente.

E che dire dell'acqua? Sono passate delle norme per privatizzarla, siamo chiamati a decidere se abrogarle. L'acqua. Stiamo parlando dell'acqua, non di una cosa di poco conto. Parliamo dell'acqua! Se vogliamo che la gestione sia pubblica, tocca anche in questo caso dire SI ai due quesiti a tema.

Sul legittimo impedimento, comunque la pensiate, votare è importante. Non fosse altro per quel senso di responsabilità che gli abitanti di questo Paese stanno sempre più perdendo.

È troppo facile, troppo comodo, dire che in Italia tutto fa schifo, che va tutto storto e che i politici pensano solo ai fatti loro. Sarà anche vero, ma se non facciamo la nostra parte, siamo complici. Un popolo che ama il suo Paese ne è responsabile. Il referendum è uno strumento democratico. Non gettiamolo alle ortiche, utilizziamolo! La sovranità appartiene al popolo. E questo non sono io a dirlo, ma l'articolo 1, comma 2, della nostra Costituzione, quella che è e deve rimanere la base fondamentale della democrazia della nostra nazione.☺

bonsai79@katamail.com

 

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