amici dell’uomo   di Marco Dinetti – Angela Damiano
2 Settembre 2012 Share

amici dell’uomo di Marco Dinetti – Angela Damiano

 

Leggendo alcune delle notizie pubblicate di recente su alcuni quotidiani che riportano informazioni/visioni superficiali e/o distorte della realtà non possiamo fare a meno di parlare di uno degli amici dell’uomo che è entrato nel profondo della nostra cultura, è conosciuto da tutti e rappresenta l’uccello cittadino per eccellenza: il Piccione o Colombo.

Il rapporto uomo-piccione si perde nella notte dei tempi, a circa ottomila anni fa, essendo uno dei primi uccelli ad essere stato addomesticato ed è da sempre stato simbolo di amore, di fedeltà, dalla colomba della pace allo Spirito Santo. Esiste quindi una nostra predisposizione quasi innata a essere benevoli verso di lui anche se oggi è ritenuta una specie “problematica” essendo molto prolifica e confidente.

I media che parlano di Piccioni tendono, di solito, a sottolinearne la pericolosità per la salute umana, con toni troppo spesso apocalittici. Occorre invece essere obiettivi, attingendo alle pubblicazioni scientifiche e ai dati medici. Questi ultimi affermano che i piccioni possono ospitare 70 organismi patogeni di cui solo 7 sono stati in grado di trasmettersi agli esseri umani. Inoltre dal 1941 al 2004 (63 anni) i casi documentati in tutto il mondo sono stati 207, e gran parte dei pazienti è stata curata con successo.  Se pensiamo alla sua vicinanza con l’uomo, alla sua condivisione degli spazi e degli ambienti cittadini, alla sua popolazione nel mondo, dobbiamo davvero ridimensionare il problema sanitario che potrebbe essere ridotto a 3 casi mondiali l’anno dei quali però dovrebbero essere analizzati a fondo anche tutte le circostanze dell’avvenuta trasmissione (stato sanitario e di nutrizione della persona, stato dell’ambiente, vie di trasmissione, ecc.).

I Piccioni, insieme ad altri uccelli, diventano per l’uomo anche un facile capro-espiatorio per i danni ai monumenti o ad edifici dimenticando che, sebbene non siano affatto voluti dall’ignaro uccello, questi si possano prevenire ed impedire. Mentre non sempre è invece possibile prevenire quelli provocati da incivili atti vandalici attuati dalla nostra stessa specie, se non con una seria e costosa campagna di educazione e sensibilizzazione, oppure quelli causati da un responsabile “meno visibile” e più subdolo: l’inquinamento, che richiede un radicale cambiamento delle nostre attuali abitudini ed alla rinuncia di qualche consolidata “comodità”.

Per tentare di limitare le popolazioni di piccioni vengono sovente utilizzati in Italia improbabili sistemi di gestione:

– Falconeria: ma se i piccioni non scappano dalle città dove si sono insediati spontaneamente e stabilmente i Falchi Pellegrino, pensate davvero che fuggiranno alla vista dei rapaci dei  falconieri?

– Antifecondativi: La “pillola contraccettiva” potrebbe apparire un buon sistema. Peccato che la nicarbazina, il farmaco attualmente utilizzato, riduca la produttività al massimo del 59%. Quindi, dalle femmine che assumono il cibo medicato, nasceranno figli da 4 uova su 10 deposte. E inoltre occorre un trattamento continuo, altrimenti tutti i piccioni torneranno fertili in pochi giorni.

– Abbattimenti: non parliamo poi delle ordinanze con cui Province e Comuni ne autorizzano l’abbattimento. Di sicuro questa misura non ha nessun effetto sulle popolazioni poiché i piccioni sono molto prolifici e bastano poche settimane perché il loro numero torni ad essere quello che era prima.

Si tratta di tempo e denaro pubblico sprecato!!!

Occorre quindi superare l’approccio dell’emergenza individuando, invece, vere e proprie politiche di gestione per non ripetere gli errori del passato e attingendo alle migliori esperienze sviluppate in Italia ed in altri Paesi. Le parole d’ordine di una vera strategia per contenere le popolazioni sono:

– Integrata: usare più metodi (realmente efficaci) in combinazione

– Selettiva: non deve interferire con le altre specie

– Condivisa e partecipata dalla gente

– Durevole nel tempo e sostenibile economicamente

– Orientata al riequilibrio ambientale, tramite la riduzione delle risorse sovrabbondanti di origine antropica (abbassa- mento della “capacità portante dell’ ambiente”).

La LIPU ha redatto un Documento ufficiale approvato dal Consiglio nazionale che non solo si basa su quanto emerge dalla più recente letteratura scientifica e dai convegni tecnici internazionali ma anche su un approccio ecologico e incruento poiché crediamo che per migliorare la convivenza tra uomo e “altri” animali vi debba essere una corretta informazione dei cittadini e la loro condivisione e partecipazione per stabilire un corretto equilibrio che duri nel tempo (scaricabile al link: www.lipu.it/pdf/LIPU Colombo.pdf ). Per i privati ed enti pubblici che desiderano collaborazione e suggerimenti possono rivolgersi alla LIPU scrivendo a: marco.dinetti@lipu.it ☺

crfs.casacalenda@lipu.it

 

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