Bonefro:    il salumiere e le liste
26 Febbraio 2010 Share

Bonefro: il salumiere e le liste

 

I 719 nuclei familiari sono stati visitati uno per uno (e non una sola volta), dei 1552 residenti sono stati interpellati tutti quelli arruolabili nelle possibili liste perennemente in rifacimento. Arriverà il 27 febbraio e si saprà quante sono rimaste allo stato liquido e quante hanno preso forma, per cui mentre chi scrive vive l’ansia inappagata di sapere, chi legge ha potuto costatare che la rete del pescatore se era larga ha finito per trattenere solo pesci grossi ma poco agili, se era stretta con lo strascico ha imbarcato di tutto, anche l’impescabile.

In un sistema sempre più bipolare è possibile fare le cosiddette liste civiche senza un riferimento direzionale? Non si corre il rischio di essere come la ricotta che prende la forma del contenitore in cui la si riversa? E quale macellaio, benché sempre di porco si tratti, usa la stessa carne, tagliata allo stesso modo, per tutti i tipi di insaccati? Non è in discussione solo la bontà del prodotto ma anche il sapore e soprattutto la compatibilità tra il pezzo usato e il prodotto realizzato. In fondo chi sale in treno o in pullman, anche se non è interessato a sapere da dove vengono, pretende giustamente di conoscere verso dove ci si dirige.

Volere il bene del paese è tutto e niente, perché lo vuole tanto chi persegue l’immobilismo più totale per non disturbare nessuno, tanto chi apre cantieri (anche metaforici) in tutti i vicoli, sconvolgendo la vita di quanti vi abitano. In ogni caso nessuno è disponibile a vedersi vendere al miglior offerente, anche perché le sorprese non mancano mai.

Chiarirsi queste cose, anche in modo animato, fa bene, anche se non poche volte crea tensioni fra persone o gruppi o schieramenti. Triste sarebbe se rimanesse acredine. Quando si incontrano i cacciatori la gara è a chi la spara più grossa, ma non per questo si inimicano perché in casa mangiano solo quello che effettivamente hanno preso.

Se proprio l’era commissariale ha da finire (e qualcuno già la rimpiange), si costruisca in meglio. Se si è tutti d’accordo sul fatto che il paese non deve morire, allora non accontentiamoci di tenerlo incubato e in stato comatoso.

S.o.S.

 

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