bonefro…. la sfida
20 Febbraio 2010 Share

bonefro…. la sfida

Mentre la scadenza elettorale torna ad incombere su un paese in tutt’altre faccende affaccendato, dai cantieri desertificati della politica, come neppure la disinfestazione avrebbe potuto ottenere risultato migliore, viene un messaggio chiaro ed univoco: nessun indigeno è disponibile a guidare la competizione per i prossimi cinque anni. Dunque il popolo si è affezionato alla commissaria e all’ordinaria amministrazione? Non ha notato differenze tra il prima e il dopo? Non lo si saprà mai, perché lo status quo sarà in ogni caso inesorabilmente messo a soqquadro. Forse però!

Nell’aria si avverte che due capitani di ventura da altri lidi sono accorsi ad incrociare le sciabole sull’antico suolo patrio, sperando che il rumore ridesti un popolo che un maleficio di una strega cattiva ha inesorabilmente anestetizzato.

La disfida è pronta? Macchè! La legge vieta che ci si possa affrontare in singolar tenzone senza un gruppetto di tifosi attivi. Dove cercarli? I parenti non sono un valore aggiunto; gli innovatori disgregano, le idee lasciano indifferenti. I conduttori di consensi vanno cercati dentro le grandi famiglie. E così il dilemma finisce per avere puntualmente due corni: scommettere sui portatori sani di voti o su chi potrebbe sprigionare creatività? Due piccioni con una fava non è dato acchiapparli facilmente e il tempo di mettere le tagliole comincia a scarseggiare.

È l’ultimo scoglio, se si dribbla senza fare naufragio la disfida il 28 marzo ci sarà, altrimenti tutto come prima. E mentre i coraggiosi capitani andranno ad accendere la candela per grazia ricevuta e scampato pericolo, qualcuno andrà ad apporre il cartello all’ingresso del paese: non molestate il cane che dorme!

S.o.S.

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