Contro la violenza
15 Ottobre 2022
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Contro la violenza

Esseri umani

Dov’è la differenza tra un criminale e una persona decente? Fu chiesto a Primo Levi come fossero gli aguzzini dei lager, e lui rispose che avevano il nostro stesso volto. È così diverso da noi il maschilista, il razzista, il fascista? È così diverso da noi lo stupratore, il femminicida? È così diverso da noi il rapinatore, l’assassino, il mafioso? È così diverso da noi lo stragista? Io non lo credo.

Dov’è allora la differenza tra un criminale e una persona decente? Nel riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà. Nel decidere di agire secondo la regola aurea che recita: “agisci nei confronti delle altre persone così come vorresti che le altre persone agissero verso di te”. Nell’opporsi al male facendo il bene, nell’opporsi alla violenza scegliendo la nonviolenza. Questa è la differenza.

La differenza tra la barbarie e la civiltà, tra la brutalità e l’umanità, tra l’adorazione del male e la condivisione del bene. La differenza tra l’odio che distrugge, disgrega ed annichilisce la stessa umanità di chi se ne fa portatore, e l’amore che invece riconosce l’eguaglianza di diritti e la dignità personale di tutti gli esseri umani, e se ne prende cura, e per questo lotta contro tutte le oppressioni, contro tutte le menzogne, contro tutte le violenze, in difesa di ogni singolo essere umano, in difesa dell’umanità intera e dell’intero mondo vivente: così preziosa, fragile e vulnerabile è la vita, così breve, travagliata e dolorosa la nostra esistenza, che solo chi ha perso il lume della ragione può voler aggiungere dolore a dolore, può voler offuscare e spegnere la breve luce del giorno; solo chi ha perso il bene dell’intelletto può misconoscere che la nostra esistenza si alimenta del legame con gli altri esseri umani e con il mondo vivente, ed insensatamente quindi decidere di troncare quel legame ad un tempo pretendendo negare ed annientare l’umanità della vittima, ed effettualmente negando ed annientando la propria stessa umanità riducendosi a carnefice, così trasmutandosi in sasso e vampiro, in cenere e fame di vento.

Combatti il fascista che è in te

In ogni uomo – è tragico riconoscerlo – c’è anche un fascista, un lugubre totalitario insaziabile divoratore del mondo. E contro questo fascista che è in te tu devi combattere sempre. Perché per nostra fortuna in ogni essere umano c’è anche un antifascista. E scegliendo di essere quell’antifascista tu inveri la tua umanità, e difendi l’umanità di tutti gli esseri umani. Si potrebbe anche dire così: nel cuore di ogni essere umano colluttano male e bene, siamo tutti impastati di luce e di ombra, e tu devi fare la tua scelta, e dalla tua scelta dipende non solo la tua salvezza, ma la salvezza di tutte e di tutti e di tutto. Sappi fare la scelta che salva le vite.

Il primo diritto, il primo dovere

Il primo diritto di ogni essere umano è infatti il diritto di non essere ucciso. Affinché questo diritto s’inveri occorre adempiere il primo dovere: il dovere di non uccidere, il dovere di salvare le vite. Il primo dovere di ogni essere umano è salvare le vite.

Il primo paradigma

Il maschilismo è la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza. Non sarà possibile sconfiggere la guerra e il razzismo, lo schiavismo e i poteri criminali, se non si sconfigge il maschilismo. E non sarà possibile fermare la catastrofe ecologica se non si sconfigge il maschilismo. Chi non riconosce questa verità si è già messo al servizio della violenza che l’ umanità intera opprime, disquatra e minaccia di distruzione.

Restiamo umani

Finché tu resisti non prevarrà il fascismo, non prevarrà il crimine, non prevarrà la disumanità. Qui non si arrende nessuno. Con voce e con volto di donna la nonviolenza è in cammino. Chiamiamo nonviolenza questo nostro aprire gli occhi e i cuori, questo nostro sentire la sofferenza altrui. Chiamiamo nonviolenza questo opporci al male, questa volontà di soccorrere le vittime. Chiamiamo nonviolenza la resistenza antifascista che prosegue nitida e intransigente, concreta e coerente, soccorrendo, accogliendo, assistendo e confortando ogni persona bisognosa di aiuto. Chiamiamo nonviolenza la rottura della subalternità all’ordine, all’ideologia e al sistema di potere maschilista e patriarcale, il collocarci alla scuola e alla sequela del movimento di liberazione delle donne che libera l’intera umanità. Chiamiamo nonviolenza riconoscere l’umanità di ogni essere umano, e adempiere al dovere che questo riconoscimento reca con sé: recarci mutuo soccorso, condividere il bene ed i beni.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Sii tu il buon samaritano. Sii tu l’umanità come dovrebbe essere. Restiamo umani.☺

 

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