due visioni di sviluppo
19 Aprile 2010 Share

due visioni di sviluppo

 

“Il riconoscimento della nostra ignoranza è il principio della saggezza, ed ha un significato profondo per capire la nostra società”.  Parto da questa affermazione di Socrate perché in genere si è propensi ad identificare la conoscenza con la conoscenza scientifica, con le leggi cioè della fisica, della biologia, della chimica, dell’economia ecc., e simile identificazione porta subito sulle soglie della pianificazione: basterà concentrare in un computer le leggi scientifiche conosciute, e così dal centro sarà possibile risolvere tutti i problemi.

Se partiamo dall’assunto, ormai acquisito dall’economia civile, che il comportamento economico è mosso da motivazioni ideali e da incentivi materiali, occorre, ad onor del vero, dire che oggi si è talmente premuto sull’acceleratore degli incentivi materiali, deprimendo quelli ideali, da aver preparato inesorabilmente la strada al fallimento di quel sistema “liberal-individualistico” che pretendeva di promuovere una visione della persona appiattita sul “tutto e subito”. Al capezzale dell’attuale sistema economico, sociale ed ambientale, vi è il progresso individualista e la smania di successo e potere che pensa di ottenere tutto tramite l’asservimento incondizionato al dio denaro. Fuori dalla porta, vi è l’umile “progresso realistico, integrale, stabile, diffuso, e duraturo” che inascoltato ha cercato per decenni di promuovere l’equità, la sobrietà, la giustizia, l’equilibrio economico globale. Ma guardiamo a casa nostra.

Senza volere, il nostro Molise rappresenta la terra dei record opposti: tutti gli insediamenti industriali, ad alto rischio ambientale, che altri rifiutano, qui incredibilmente atterrano, ma alcune attività, che altrove si sviluppano, come ipermercati e fast-food, qui falliscono. E’ il caso dell’industriale più noto al mondo di fast foods, Mc Donald’s, che non si è imposto nella Termoli dei giovani, ed è il caso dei nuovi Ipermercati di Montenero di Bisaccia e Termoli, che hanno ridotto drasticamente il personale, per mancanza di clienti, ed in quel di Termoli addirittura dimezzatolo, a pochi giorni dall’apertura. Non siamo prevedibili, non rientriamo nell’archetipo chiamato “homo oeconomicus”, ma siamo fallibili e quindi liberi. Anche le scelte dell’attuale maggioranza di governo locale termolese e del Consorzio industriale dovranno, a mio modesto parere, tener conto delle asserzioni sopra esposte.

In questi giorni si gioca un’importante pagina della storia del basso Molise. Il consiglio generale del nucleo industriale nomina i nuovi  4 membri del consiglio direttivo, i quali, insieme agli altri 3, saranno chiamati a risolvere una situazione complessa. Come realizzare il mega-interporto industriale (che richiede risorse per 250 milioni di euro, quando invece ve ne sono solo il 10%), sapendo che l’opera non si concilia con lo sviluppo sostenibile del territorio a vocazione anche turistica? Come realizzare un’opera mastodontica che dal porto di Termoli arriverà alla foce del Biferno modificando tutta l’area che per alcuni km si sviluppa da Rio vivo, a contrada Marinelle, a contrada Pantano Basso, densamente abitata e già alluvionata? Questa decisione è fondamentale per lo sviluppo del territorio. E il comune di Termoli? L’assemblea civica adriatica dismettendo il vecchio piano regolatore dovrà approntarne uno nuovo che tenga conto dell’interporto, che così come è ora, è inconciliabile con la vita di Termoli e di tutto il Basso Molise. Un interporto molto più piccolo e sostenibile? Questo sembra l’orientamento del Sindaco Greco! Ma nubi minacciose, che promettono poca acqua e molta sabbia, si addensano sulla giunta ed il consiglio! Alcuni esponenti della maggioranza non ci stanno a giocare un ruolo subalterno sul futuro scacchiere politico economico e con la scusa della scarsa partecipazione democratica si fanno fagocitare, dalla vecchia maggioranza, forte e potente, che proprio mentre doveva mangiare un piatto a lungo atteso, si è vista sfuggire da sotto la pietanza succulenta, ma non le posate. Ed il Consorzio industriale a nuova maggioranza sarà in grado di vincere la sfida dello sviluppo sostenibile per il tramite di una partecipazione democratica delle popolazioni del Basso Molise? Anche qui l’attuale presidente del nucleo, Del Torto, espressione delle precedenti maggioranze, e paladino dello sviluppo industriale che farebbe di Termoli la Gioia Tauro dell’adriatico rispetto ai Paesi dell’Est, ha vita breve e difficile, perché si è messo di traverso al nuovo consiglio generale. Del Torto dovrebbe restare in carica fino a febbraio 2008, ma come, se di fatto non gode più della fiducia della nuova maggioranza?

In quest’anno si opporranno due visioni di sviluppo, due modi alternativi di prefigurare il progresso economico e  sociale, di coniugare crescita, coesione sociale ed ambientale, rispetto dei diritti. L’economia è la scienza che studia la condotta umana come una relazione tra scopi e mezzi scarsi, applicabili ad usi alternativi. Ci potrà dire cosa otterremo scegliendo l’una o l’altra, non ci dirà e non potrà e dovrà dirci cosa è giusto. 

In un mondo complesso, segnato inevitabilmente dall’ignoranza, dalla fallibilità e dal pluralismo delle intenzioni, il processo di mercato, regolato da norme certe che tutelino i diritti di proprietà e la trasparenza dei contratti, è nello stesso tempo, lo strumento più umile – giacché non contano il censo o la casta – e più efficace – poiché fa leva sul limite umano e, di conseguenza, sul bisogno reciproco che ci consente di procedere per tentativi ed errori nella direzione di un prudente e realistico processo di sviluppo stabile, diffuso e duraturo. ☺

 

 

 

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