Nel mondo il problema dell’acqua si pone in termini di scarsità, di spreco e di qualità. Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili ed è quindi necessario preservarle, controllarle e, se è possibile, accrescerle. Inoltre “alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono. L’acqua nella natura è un mezzo vitale che ospita organismi benefici i quali contribuiscono a mantenerne la qualità. Contaminandola, rischiamo di distruggere questi organismi, alterando così il processo di autodepurazione modificando in maniera sfavorevole e irreversibile il mezzo vitale. Le acque di superficie e le acque sotterranee devono essere preservate dalla contaminazione. Ogni scadimento importante della qualità o della quantità di acqua rischia di essere nocivo per l’uomo e per gli altri viventi animali e vegetali”, prevede l’articolo 3 della Carta Europea dell’Acqua adottata dal Consiglio D’Europa il 6 maggio 1968 a Strasburgo (il testo integrale è disponibile sul sito www.lipumolise.altervista.org).
Il 31% del consumo di acqua per usi domestici avviene quando laviamo le stoviglie, i vestiti e le superfici interne, il 27% per l’igiene personale mentre 17% riguarda il lavaggio di superfici esterne (auto, piazzali, ecc.). Per tutte queste attività utilizziamo spesso acqua proveniente dall’acquedotto o dalle sorgenti, quindi sporchiamo o inquiniamo acqua potabile. La differenza tra sporcare ed inquinare viene determinata dalle nostre scelte più o meno sostenibili ed è perciò necessario essere dei consumatori consapevoli e responsabili in modo da effettuare scelte più corrette per noi e l’ambiente. Il modo più semplice per farlo è quello di scegliere prodotti con il marchio Ecolabel, biodegradabili al 100%, non testati su animali (Cruelty free) e di origine vegetale/naturale.
Una volta, infatti, i detergenti erano costituiti da semplici saponi. Oggi contengono una vasta gamma di componenti, anche chimici e spesso di origine sintetica (cioè creati in laboratorio), che possono essere dannosi per la salute umana e compromettere i delicati equilibri degli ecosistemi a causa della loro tossicità intrinseca, della loro permanenza nell’am- biente e dell’alto potenziale di bioaccumulo. Componenti quindi che possono essere assorbiti da alcuni organismi viventi, accumularsi nei loro tessuti e/o organi, passare ad altri organismi per mezzo della catena alimentare e arrivare anche all’uomo poiché anch’esso “predatore” di alcuni organismi come pesci, molluschi e crostacei che possono aver assorbito sostanze tossiche e nocive.
Alcuni componenti dei moderni detergenti risultano essere inutili e superflui mentre altri hanno un ruolo importante per la rimozione dello sporco e quindi possono essere considerati indispensabili ma possono essere sostituiti eccellentemente con quelli di origine naturale. Tra i componenti superflui troviamo:
– Coloranti e Perlanti. Sono del tutto inutili e generalmente poco biodegradabili inoltre non tutti i coloranti sono buoni, anche se si tratta di coloranti alimentari. Sono da preferire i detergenti che non li contengono.
– Profumi e Fragranze. Sono sostanze per la maggior parte sintetiche, anche se a norma INFRA, che non influenzano sulla efficacia del detergente. Servono per dare “odore di pulito” e coprire le eventuali esalazioni meno gradevoli dei tensioattivi. Causano danni ecologici e quindi sono da preferire quelli di origine vegetale come gli oli essenziali, soprattutto se sono anche biologici.
– Sbiancanti ottici. Sono del tutto inutili e si degradano difficilmente. Si tratta di sostanze che si depositano sulle fibre del tessuto e per un semplice effetto ottico fanno percepire bianchissimo anche ciò che ha in realtà un colore tendente al giallino. Numerosi studi hanno associato l’insorgenza di eczemi e dermatosi con l’uso indiscriminato di queste sostanze. Tendono ad accumularsi negli organi degli animali (fegato e reni) e nelle radici delle piante. Sono da preferire detergenti che non li contengono.
– Opacizzanti e Regolatori di Schiuma. Sono del tutto inutili e generalmente non biodegradabili. I primi sono costituiti in genere da polietilene, acrilati e maleati mentre i secondi sono siliconi: in pratica sono entrambi plastica. Sono da preferire i detergenti che non li contengono.
I tensioattivi, i complessanti e gli altri componenti dei detergenti sono generalmente indispensabili ma vanno scelti con cautela perché alcuni sono pessimi dal punto di vista ecologico (per saperne di più rimandiamo al prossimo numero de “La Fonte”).
Intanto ricordiamo che “L’acqua “fonte di vita” è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della Terra. È compito infatti delle generazioni attuali di usare, valorizzare, proteggere e conservare le risorse d’acqua in modo tale che le generazioni future possano godere della stessa libertà di azione di scelta che per noi stessi oggi auspichiamo”. (tratto da il Manifesto dell’Acqua, Lisbona 1998). ☺
crfs.casacalenda@lipu.it
Nel mondo il problema dell’acqua si pone in termini di scarsità, di spreco e di qualità. Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili ed è quindi necessario preservarle, controllarle e, se è possibile, accrescerle. Inoltre “alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono. L’acqua nella natura è un mezzo vitale che ospita organismi benefici i quali contribuiscono a mantenerne la qualità. Contaminandola, rischiamo di distruggere questi organismi, alterando così il processo di autodepurazione modificando in maniera sfavorevole e irreversibile il mezzo vitale. Le acque di superficie e le acque sotterranee devono essere preservate dalla contaminazione. Ogni scadimento importante della qualità o della quantità di acqua rischia di essere nocivo per l’uomo e per gli altri viventi animali e vegetali”, prevede l’articolo 3 della Carta Europea dell’Acqua adottata dal Consiglio D’Europa il 6 maggio 1968 a Strasburgo (il testo integrale è disponibile sul sito www.lipumolise.altervista.org).
Il 31% del consumo di acqua per usi domestici avviene quando laviamo le stoviglie, i vestiti e le superfici interne, il 27% per l’igiene personale mentre 17% riguarda il lavaggio di superfici esterne (auto, piazzali, ecc.). Per tutte queste attività utilizziamo spesso acqua proveniente dall’acquedotto o dalle sorgenti, quindi sporchiamo o inquiniamo acqua potabile. La differenza tra sporcare ed inquinare viene determinata dalle nostre scelte più o meno sostenibili ed è perciò necessario essere dei consumatori consapevoli e responsabili in modo da effettuare scelte più corrette per noi e l’ambiente. Il modo più semplice per farlo è quello di scegliere prodotti con il marchio Ecolabel, biodegradabili al 100%, non testati su animali (Cruelty free) e di origine vegetale/naturale.
Una volta, infatti, i detergenti erano costituiti da semplici saponi. Oggi contengono una vasta gamma di componenti, anche chimici e spesso di origine sintetica (cioè creati in laboratorio), che possono essere dannosi per la salute umana e compromettere i delicati equilibri degli ecosistemi a causa della loro tossicità intrinseca, della loro permanenza nell’am- biente e dell’alto potenziale di bioaccumulo. Componenti quindi che possono essere assorbiti da alcuni organismi viventi, accumularsi nei loro tessuti e/o organi, passare ad altri organismi per mezzo della catena alimentare e arrivare anche all’uomo poiché anch’esso “predatore” di alcuni organismi come pesci, molluschi e crostacei che possono aver assorbito sostanze tossiche e nocive.
Alcuni componenti dei moderni detergenti risultano essere inutili e superflui mentre altri hanno un ruolo importante per la rimozione dello sporco e quindi possono essere considerati indispensabili ma possono essere sostituiti eccellentemente con quelli di origine naturale. Tra i componenti superflui troviamo:
– Coloranti e Perlanti. Sono del tutto inutili e generalmente poco biodegradabili inoltre non tutti i coloranti sono buoni, anche se si tratta di coloranti alimentari. Sono da preferire i detergenti che non li contengono.
– Profumi e Fragranze. Sono sostanze per la maggior parte sintetiche, anche se a norma INFRA, che non influenzano sulla efficacia del detergente. Servono per dare “odore di pulito” e coprire le eventuali esalazioni meno gradevoli dei tensioattivi. Causano danni ecologici e quindi sono da preferire quelli di origine vegetale come gli oli essenziali, soprattutto se sono anche biologici.
– Sbiancanti ottici. Sono del tutto inutili e si degradano difficilmente. Si tratta di sostanze che si depositano sulle fibre del tessuto e per un semplice effetto ottico fanno percepire bianchissimo anche ciò che ha in realtà un colore tendente al giallino. Numerosi studi hanno associato l’insorgenza di eczemi e dermatosi con l’uso indiscriminato di queste sostanze. Tendono ad accumularsi negli organi degli animali (fegato e reni) e nelle radici delle piante. Sono da preferire detergenti che non li contengono.
– Opacizzanti e Regolatori di Schiuma. Sono del tutto inutili e generalmente non biodegradabili. I primi sono costituiti in genere da polietilene, acrilati e maleati mentre i secondi sono siliconi: in pratica sono entrambi plastica. Sono da preferire i detergenti che non li contengono.
I tensioattivi, i complessanti e gli altri componenti dei detergenti sono generalmente indispensabili ma vanno scelti con cautela perché alcuni sono pessimi dal punto di vista ecologico (per saperne di più rimandiamo al prossimo numero de “La Fonte”).
Intanto ricordiamo che “L’acqua “fonte di vita” è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della Terra. È compito infatti delle generazioni attuali di usare, valorizzare, proteggere e conservare le risorse d’acqua in modo tale che le generazioni future possano godere della stessa libertà di azione di scelta che per noi stessi oggi auspichiamo”. (tratto da il Manifesto dell’Acqua, Lisbona 1998). ☺
Nel mondo il problema dell’acqua si pone in termini di scarsità, di spreco e di qualità. Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili ed è quindi necessario preservarle, controllarle e, se è possibile, accrescerle. Inoltre “alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono. L’acqua nella natura è un mezzo vitale che ospita organismi benefici i quali contribuiscono a mantenerne la qualità. Contaminandola, rischiamo di distruggere questi organismi, alterando così il processo di autodepurazione modificando in maniera sfavorevole e irreversibile il mezzo vitale. Le acque di superficie e le acque sotterranee devono essere preservate dalla contaminazione. Ogni scadimento importante della qualità o della quantità di acqua rischia di essere nocivo per l’uomo e per gli altri viventi animali e vegetali”, prevede l’articolo 3 della Carta Europea dell’Acqua adottata dal Consiglio D’Europa il 6 maggio 1968 a Strasburgo (il testo integrale è disponibile sul sito www.lipumolise.altervista.org).
Il 31% del consumo di acqua per usi domestici avviene quando laviamo le stoviglie, i vestiti e le superfici interne, il 27% per l’igiene personale mentre 17% riguarda il lavaggio di superfici esterne (auto, piazzali, ecc.). Per tutte queste attività utilizziamo spesso acqua proveniente dall’acquedotto o dalle sorgenti, quindi sporchiamo o inquiniamo acqua potabile. La differenza tra sporcare ed inquinare viene determinata dalle nostre scelte più o meno sostenibili ed è perciò necessario essere dei consumatori consapevoli e responsabili in modo da effettuare scelte più corrette per noi e l’ambiente. Il modo più semplice per farlo è quello di scegliere prodotti con il marchio Ecolabel, biodegradabili al 100%, non testati su animali (Cruelty free) e di origine vegetale/naturale.
Una volta, infatti, i detergenti erano costituiti da semplici saponi. Oggi contengono una vasta gamma di componenti, anche chimici e spesso di origine sintetica (cioè creati in laboratorio), che possono essere dannosi per la salute umana e compromettere i delicati equilibri degli ecosistemi a causa della loro tossicità intrinseca, della loro permanenza nell’am- biente e dell’alto potenziale di bioaccumulo. Componenti quindi che possono essere assorbiti da alcuni organismi viventi, accumularsi nei loro tessuti e/o organi, passare ad altri organismi per mezzo della catena alimentare e arrivare anche all’uomo poiché anch’esso “predatore” di alcuni organismi come pesci, molluschi e crostacei che possono aver assorbito sostanze tossiche e nocive.
Alcuni componenti dei moderni detergenti risultano essere inutili e superflui mentre altri hanno un ruolo importante per la rimozione dello sporco e quindi possono essere considerati indispensabili ma possono essere sostituiti eccellentemente con quelli di origine naturale. Tra i componenti superflui troviamo:
– Coloranti e Perlanti. Sono del tutto inutili e generalmente poco biodegradabili inoltre non tutti i coloranti sono buoni, anche se si tratta di coloranti alimentari. Sono da preferire i detergenti che non li contengono.
– Profumi e Fragranze. Sono sostanze per la maggior parte sintetiche, anche se a norma INFRA, che non influenzano sulla efficacia del detergente. Servono per dare “odore di pulito” e coprire le eventuali esalazioni meno gradevoli dei tensioattivi. Causano danni ecologici e quindi sono da preferire quelli di origine vegetale come gli oli essenziali, soprattutto se sono anche biologici.
– Sbiancanti ottici. Sono del tutto inutili e si degradano difficilmente. Si tratta di sostanze che si depositano sulle fibre del tessuto e per un semplice effetto ottico fanno percepire bianchissimo anche ciò che ha in realtà un colore tendente al giallino. Numerosi studi hanno associato l’insorgenza di eczemi e dermatosi con l’uso indiscriminato di queste sostanze. Tendono ad accumularsi negli organi degli animali (fegato e reni) e nelle radici delle piante. Sono da preferire detergenti che non li contengono.
– Opacizzanti e Regolatori di Schiuma. Sono del tutto inutili e generalmente non biodegradabili. I primi sono costituiti in genere da polietilene, acrilati e maleati mentre i secondi sono siliconi: in pratica sono entrambi plastica. Sono da preferire i detergenti che non li contengono.
I tensioattivi, i complessanti e gli altri componenti dei detergenti sono generalmente indispensabili ma vanno scelti con cautela perché alcuni sono pessimi dal punto di vista ecologico (per saperne di più rimandiamo al prossimo numero de “La Fonte”).
Intanto ricordiamo che “L’acqua “fonte di vita” è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della Terra. È compito infatti delle generazioni attuali di usare, valorizzare, proteggere e conservare le risorse d’acqua in modo tale che le generazioni future possano godere della stessa libertà di azione di scelta che per noi stessi oggi auspichiamo”. (tratto da il Manifesto dell’Acqua, Lisbona 1998). ☺
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