Energia geotermica
Lo scorso 23 marzo, la regione Lazio ha approvato la legge sulla geotermia, una delle fonti di energia rinnovabile che utilizza il calore della terra o l’acqua delle falde per riscaldare o raffrescare gli ambienti, attraverso le ben note pompe di calore. L’obiettivo della legge è semplificare le procedure, garantire trasparenza e tutelare l’ambiente. È una soluzione moderna, non solo e non tanto dal punto di vista tecnologico, ma anche e soprattutto da quello economico, accertata la possibilità di conseguire un risparmio nel tempo per i cittadini, che possono usufruire anche di detrazioni fiscali, senza trascurare l’effetto relativo alle emissioni CO2, stimate riducibili fino al 50%.
La geotermia si basa sul principio che la temperatura misurata in superficie (piano campagna) aumenta man mano che si scende in profondità: in media ogni 100 metri la temperatura delle rocce cresce di +3°C. Si parla di energia geotermica quando le condizioni geologiche del sottosuolo permettono la produzione di vapore in seguito al contatto tra le acque sotterranee e le rocce ad alte temperature. L’energia prodotta tramite questo processo è destinata al riscaldamento urbano, le coltivazioni in serra e il termalismo.
La legge della regione Lazio si concentra su una forma particolare di geotermia, quella detta a bassa entalpia, ricavabile, in sostanza, in qualunque punto della superficie terrestre. Si tratta di estrarre il calore dalla Terra tramite le già dette pompe di calore, basandosi sul presupposto che a pochi metri di profondità, durante tutto l’anno, la temperatura oscilla costantemente tra i 12° e i 14°C.
È evidente, quindi, il vantaggio del dover riscaldare, durante la stagione fredda, l’acqua circolante nell’impianto di competenza, a partire da 1° o 2°C, invece che da 12°-14°C. Come non è difficile immaginare la positività di scambiare calore con le temperature suddette, piuttosto che con quelle, all’esterno degli edifici, che possono rasentare i 40°C, nelle torride giornate estive.
In termini di rendimento, è accertato che le pompe di calore indicate consumano una quantità di energia elettrica 3 – 4 volte inferiore all’energia termica fornita. In altri termini, per ogni chilowattore prelevato dalla rete elettrica, la quantità di energia ricavabile oscilla intorno al 70%. Di conseguenza, abbinando ad un impianto geotermico di tal genere una fonte di energia rinnovabile, per la produzione dell’energia primaria, quella capace di permettere il funzionamento della macchina, è evidente la possibilità di un risparmio energetico prossimo allo zero, se non quella di risultare, addirittura, creditori energetici, a tutti gli effetti.☺