Che cosa ci fa venire in mente la parola hooligan [pronuncia: huligan]? La sensazione che immediatamente avvertiamo è quella di spettatori atterriti di fronte ad episodi di gratuita violenza in uno stadio di calcio.
Ne è piena la cronaca; a nulla valgono i messaggi di condanna, le iniziative messe in campo per scongiurare tali eventi, le prese di posizione dei responsabili delle società sportive, l’impegno delle forze dell’ordine. La degenerazione del tifo calcistico in scontri, tafferugli e violenze tra i sostenitori delle squadre di calcio è difficile da arginare. Non accade per tutte le squadre, fortunatamente! E non dappertutto!.
Il termine inglese hooligan, che è stato ripreso anche nella lingua italiana, sta ad indicare quelle persone che, sotto la parvenza di sostenitori di una squadra (di calcio, soprattutto), approfittano dell’evento sportivo per dare sfogo alla loro aggressività esibendosi in azioni violente, pestaggi, atti di vandalismo. Il corrispettivo italiano della parola potrebbe essere “teppista” ma non pare sufficiente a definire la gravità delle azioni compiute che, come purtroppo è avvenuto, si sono concluse anche con la morte di qualche tifoso. Hooligan è la versione negativa di supporter [pronuncia: sapporter], sostantivo derivante dal verbo support [pronuncia: sapport] che significa sostenere, favorire, aiutare. I tifosi, i sostenitori, i supporter appunto – come a volte li chiamiamo anche in italiano – coloro che esprimono nella maniera più disparata il loro gradimento e il loro sostegno, non sono relegabili soltanto alle squadre di calcio oppure a qualche campione di altre pratiche sportive. La musica, il cinema, lo spettacolo in genere, hanno contribuito alla creazione di schiere di ammiratori, i cosiddetti fans, ma non sono gli unici settori in cui questo fenomeno è diffuso.
Fan [pronuncia: fan] in inglese è la persona appassionata di un particolare tema, colui o colei che mostra ammirazione, esprime consenso, si schiera con qualcun altro. Nella nostra lingua avrebbe diversi sinonimi che non riscuotono eguale successo: potremmo dire infatti ammiratore, sostenitore, patito, favoreggiatore; invece preferiamo la versione anglofona perché più alla moda in campo musicale o cinematografico, oltre che sportivo. Inoltre la breve parola inglese ci aiuta anche nei termini composti, come fan club [pronuncia: fan clab] o fandom [pronuncia: fandom], per indicare quelle associazioni o circoli di cui fanno parte tutti i sostenitori di uno specifico personaggio e che hanno lo scopo di far conoscere ed enfatizzare l’oggetto della propria ammirazione.
Nella società odierna, in cui i pochi si mettono in evidenza al cospetto dei moltissimi altri che stanno a guardare, è facile riproporre lo schema “attore-spettatore” anche in altri ambiti, meno frivoli e, ahimè, più vicini alla vita di ciascuno. Si pensi alla politica, nazionale o locale che sia, e alla “spettacolarizzazione” cui si è affidata per ricevere e controllare il consenso; o ancora, in campo economico, ai condizionamenti messi in atto dalla sempre più agguerrita macchina dei consumi che riesce a suscitare gradimento per i suoi prodotti, rendendo gli incauti acquirenti inconsapevoli estimatori.
Quando si è fan di qualcuno indubbiamente quest’ultimo diventa modello di vita, di comportamento, di azione; sorge spontaneo il desiderio di seguirne le orme; se ne può condividere il percorso e allo stesso tempo ricevere sostegno e conforto.
Ammirare in maniera sconsiderata qualcun altro, però, può anche contribuire ad allontanare da sé la consapevolezza di essere persona, individuo pensante ed autonomo nelle decisioni e nelle scelte.
“Sui gusti non si discute” recita il vecchio adagio, ciascuno è libero di appassionarsi, di stimare, di ammirare, di essere fan di chi o di ciò che più gli aggrada. Un’ultima osservazione: non ci sorprende un poco che il termine fan abbia la stessa radice dell’aggettivo fanatic [pronuncia: fanetic] = fanatico?☺
dario.carlone@tiscali.it
Che cosa ci fa venire in mente la parola hooligan [pronuncia: huligan]? La sensazione che immediatamente avvertiamo è quella di spettatori atterriti di fronte ad episodi di gratuita violenza in uno stadio di calcio.
Ne è piena la cronaca; a nulla valgono i messaggi di condanna, le iniziative messe in campo per scongiurare tali eventi, le prese di posizione dei responsabili delle società sportive, l’impegno delle forze dell’ordine. La degenerazione del tifo calcistico in scontri, tafferugli e violenze tra i sostenitori delle squadre di calcio è difficile da arginare. Non accade per tutte le squadre, fortunatamente! E non dappertutto!.
Il termine inglese hooligan, che è stato ripreso anche nella lingua italiana, sta ad indicare quelle persone che, sotto la parvenza di sostenitori di una squadra (di calcio, soprattutto), approfittano dell’evento sportivo per dare sfogo alla loro aggressività esibendosi in azioni violente, pestaggi, atti di vandalismo. Il corrispettivo italiano della parola potrebbe essere “teppista” ma non pare sufficiente a definire la gravità delle azioni compiute che, come purtroppo è avvenuto, si sono concluse anche con la morte di qualche tifoso. Hooligan è la versione negativa di supporter [pronuncia: sapporter], sostantivo derivante dal verbo support [pronuncia: sapport] che significa sostenere, favorire, aiutare. I tifosi, i sostenitori, i supporter appunto – come a volte li chiamiamo anche in italiano – coloro che esprimono nella maniera più disparata il loro gradimento e il loro sostegno, non sono relegabili soltanto alle squadre di calcio oppure a qualche campione di altre pratiche sportive. La musica, il cinema, lo spettacolo in genere, hanno contribuito alla creazione di schiere di ammiratori, i cosiddetti fans, ma non sono gli unici settori in cui questo fenomeno è diffuso.
Fan [pronuncia: fan] in inglese è la persona appassionata di un particolare tema, colui o colei che mostra ammirazione, esprime consenso, si schiera con qualcun altro. Nella nostra lingua avrebbe diversi sinonimi che non riscuotono eguale successo: potremmo dire infatti ammiratore, sostenitore, patito, favoreggiatore; invece preferiamo la versione anglofona perché più alla moda in campo musicale o cinematografico, oltre che sportivo. Inoltre la breve parola inglese ci aiuta anche nei termini composti, come fan club [pronuncia: fan clab] o fandom [pronuncia: fandom], per indicare quelle associazioni o circoli di cui fanno parte tutti i sostenitori di uno specifico personaggio e che hanno lo scopo di far conoscere ed enfatizzare l’oggetto della propria ammirazione.
Nella società odierna, in cui i pochi si mettono in evidenza al cospetto dei moltissimi altri che stanno a guardare, è facile riproporre lo schema “attore-spettatore” anche in altri ambiti, meno frivoli e, ahimè, più vicini alla vita di ciascuno. Si pensi alla politica, nazionale o locale che sia, e alla “spettacolarizzazione” cui si è affidata per ricevere e controllare il consenso; o ancora, in campo economico, ai condizionamenti messi in atto dalla sempre più agguerrita macchina dei consumi che riesce a suscitare gradimento per i suoi prodotti, rendendo gli incauti acquirenti inconsapevoli estimatori.
Quando si è fan di qualcuno indubbiamente quest’ultimo diventa modello di vita, di comportamento, di azione; sorge spontaneo il desiderio di seguirne le orme; se ne può condividere il percorso e allo stesso tempo ricevere sostegno e conforto.
Ammirare in maniera sconsiderata qualcun altro, però, può anche contribuire ad allontanare da sé la consapevolezza di essere persona, individuo pensante ed autonomo nelle decisioni e nelle scelte.
“Sui gusti non si discute” recita il vecchio adagio, ciascuno è libero di appassionarsi, di stimare, di ammirare, di essere fan di chi o di ciò che più gli aggrada. Un’ultima osservazione: non ci sorprende un poco che il termine fan abbia la stessa radice dell’aggettivo fanatic [pronuncia: fanetic] = fanatico?☺
Che cosa ci fa venire in mente la parola hooligan [pronuncia: huligan]? La sensazione che immediatamente avvertiamo è quella di spettatori atterriti di fronte ad episodi di gratuita violenza in uno stadio di calcio.
Ne è piena la cronaca; a nulla valgono i messaggi di condanna, le iniziative messe in campo per scongiurare tali eventi, le prese di posizione dei responsabili delle società sportive, l’impegno delle forze dell’ordine. La degenerazione del tifo calcistico in scontri, tafferugli e violenze tra i sostenitori delle squadre di calcio è difficile da arginare. Non accade per tutte le squadre, fortunatamente! E non dappertutto!.
Il termine inglese hooligan, che è stato ripreso anche nella lingua italiana, sta ad indicare quelle persone che, sotto la parvenza di sostenitori di una squadra (di calcio, soprattutto), approfittano dell’evento sportivo per dare sfogo alla loro aggressività esibendosi in azioni violente, pestaggi, atti di vandalismo. Il corrispettivo italiano della parola potrebbe essere “teppista” ma non pare sufficiente a definire la gravità delle azioni compiute che, come purtroppo è avvenuto, si sono concluse anche con la morte di qualche tifoso. Hooligan è la versione negativa di supporter [pronuncia: sapporter], sostantivo derivante dal verbo support [pronuncia: sapport] che significa sostenere, favorire, aiutare. I tifosi, i sostenitori, i supporter appunto – come a volte li chiamiamo anche in italiano – coloro che esprimono nella maniera più disparata il loro gradimento e il loro sostegno, non sono relegabili soltanto alle squadre di calcio oppure a qualche campione di altre pratiche sportive. La musica, il cinema, lo spettacolo in genere, hanno contribuito alla creazione di schiere di ammiratori, i cosiddetti fans, ma non sono gli unici settori in cui questo fenomeno è diffuso.
Fan [pronuncia: fan] in inglese è la persona appassionata di un particolare tema, colui o colei che mostra ammirazione, esprime consenso, si schiera con qualcun altro. Nella nostra lingua avrebbe diversi sinonimi che non riscuotono eguale successo: potremmo dire infatti ammiratore, sostenitore, patito, favoreggiatore; invece preferiamo la versione anglofona perché più alla moda in campo musicale o cinematografico, oltre che sportivo. Inoltre la breve parola inglese ci aiuta anche nei termini composti, come fan club [pronuncia: fan clab] o fandom [pronuncia: fandom], per indicare quelle associazioni o circoli di cui fanno parte tutti i sostenitori di uno specifico personaggio e che hanno lo scopo di far conoscere ed enfatizzare l’oggetto della propria ammirazione.
Nella società odierna, in cui i pochi si mettono in evidenza al cospetto dei moltissimi altri che stanno a guardare, è facile riproporre lo schema “attore-spettatore” anche in altri ambiti, meno frivoli e, ahimè, più vicini alla vita di ciascuno. Si pensi alla politica, nazionale o locale che sia, e alla “spettacolarizzazione” cui si è affidata per ricevere e controllare il consenso; o ancora, in campo economico, ai condizionamenti messi in atto dalla sempre più agguerrita macchina dei consumi che riesce a suscitare gradimento per i suoi prodotti, rendendo gli incauti acquirenti inconsapevoli estimatori.
Quando si è fan di qualcuno indubbiamente quest’ultimo diventa modello di vita, di comportamento, di azione; sorge spontaneo il desiderio di seguirne le orme; se ne può condividere il percorso e allo stesso tempo ricevere sostegno e conforto.
Ammirare in maniera sconsiderata qualcun altro, però, può anche contribuire ad allontanare da sé la consapevolezza di essere persona, individuo pensante ed autonomo nelle decisioni e nelle scelte.
“Sui gusti non si discute” recita il vecchio adagio, ciascuno è libero di appassionarsi, di stimare, di ammirare, di essere fan di chi o di ciò che più gli aggrada. Un’ultima osservazione: non ci sorprende un poco che il termine fan abbia la stessa radice dell’aggettivo fanatic [pronuncia: fanetic] = fanatico?☺
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