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filastrocca di Lina D'Incecco | La Fonte TV
“Ci vediamo domani”
un film sull’elogio degli anziani.
Il protagonista, uno “sfigato”
senza lavoro, né soldi e separato,
mise su un’impresa di pompe funebri
e si recò in un paese del sud
abitato da novantenni e centenari.
Aprì bottega, comprò bare, candelabri,
restò sull’uscio ad aspettar la morte.
I giorni passavano. Nessuno moriva.
Ad uno della scientifica chiese:
“Ma com’è che qui nessuno muore?”
L’altro rispose “Sono persone speciali.
Qui c’è aria e acqua buone.
Vivono tranquille, senza crucci.
È una comunità di “Immortali”.
Il loro motto è: “Ci vediamo domani”.
E così hanno fermato il tempo.
L’impresario rimane fulminato.
Nessuna speranza di guadagno.
Tuttavia divenne amico dei vecchietti.
Con loro si trovava molto bene.
Un giorno essi partirono in gita
per conoscere il mondo.
Ma poco dopo, per un incidente,
finirono nelle sacche della scientifica.
Grande fu il dolore e lo sgomento.
In compenso il guadagno di 7 funerali.
Prima di tornare nella capitale
l’agente si avventurò a Panama.
Con sorpresa ritrovò vivi i suoi amici.
La questione fu subito chiarita.
Era stato simulato l’incidente
perché dei funerali avesse i proventi.
Ripartì contento ma anche cambiato.
Non era più balordo né sgomento.
Dagli arguti vecchietti
aveva imparato la lezione
e capito il senso della vita
che non è solo ansia, stress, malumore
ma pace, concordia, buon umore.
In serena accettazione, pacato distacco
sopravviveva sospeso tra gli ulivi
il paesino colmo di silenzi, stupori,
un Nirvana dove ritrovar se stessi.
Nulla poteva turbare il nostro eroe.
Sì, anche lui era diventato “Immortale”.
Lina D’Incecco
“Ci vediamo domani”
un film sull’elogio degli anziani.
Il protagonista, uno “sfigato”
senza lavoro, né soldi e separato,
mise su un’impresa di pompe funebri
e si recò in un paese del sud
abitato da novantenni e centenari.
Aprì bottega, comprò bare, candelabri,
restò sull’uscio ad aspettar la morte.
I giorni passavano. Nessuno moriva.
Ad uno della scientifica chiese:
“Ma com’è che qui nessuno muore?”
L’altro rispose “Sono persone speciali.
Qui c’è aria e acqua buone.
Vivono tranquille, senza crucci.
È una comunità di “Immortali”.
Il loro motto è: “Ci vediamo domani”.
E così hanno fermato il tempo.
L’impresario rimane fulminato.
Nessuna speranza di guadagno.
Tuttavia divenne amico dei vecchietti.
Con loro si trovava molto bene.
Un giorno essi partirono in gita
per conoscere il mondo.
Ma poco dopo, per un incidente,
finirono nelle sacche della scientifica.
Grande fu il dolore e lo sgomento.
In compenso il guadagno di 7 funerali.
Prima di tornare nella capitale
l’agente si avventurò a Panama.
Con sorpresa ritrovò vivi i suoi amici.
La questione fu subito chiarita.
Era stato simulato l’incidente
perché dei funerali avesse i proventi.
Ripartì contento ma anche cambiato.
Non era più balordo né sgomento.
Dagli arguti vecchietti
aveva imparato la lezione
e capito il senso della vita
che non è solo ansia, stress, malumore
ma pace, concordia, buon umore.
In serena accettazione, pacato distacco
sopravviveva sospeso tra gli ulivi
il paesino colmo di silenzi, stupori,
un Nirvana dove ritrovar se stessi.
Nulla poteva turbare il nostro eroe.
Sì, anche lui era diventato “Immortale”.
Lina D’Incecco
filastrocca di Lina D’Incecco
“Ci vediamo domani”
un film sull’elogio degli anziani.
Il protagonista, uno “sfigato”
senza lavoro, né soldi e separato,
mise su un’impresa di pompe funebri
e si recò in un paese del sud
abitato da novantenni e centenari.
Aprì bottega, comprò bare, candelabri,
restò sull’uscio ad aspettar la morte.
I giorni passavano. Nessuno moriva.
Ad uno della scientifica chiese:
“Ma com’è che qui nessuno muore?”
L’altro rispose “Sono persone speciali.
Qui c’è aria e acqua buone.
Vivono tranquille, senza crucci.
È una comunità di “Immortali”.
Il loro motto è: “Ci vediamo domani”.
E così hanno fermato il tempo.
L’impresario rimane fulminato.
Nessuna speranza di guadagno.
Tuttavia divenne amico dei vecchietti.
Con loro si trovava molto bene.
Un giorno essi partirono in gita
per conoscere il mondo.
Ma poco dopo, per un incidente,
finirono nelle sacche della scientifica.
Grande fu il dolore e lo sgomento.
In compenso il guadagno di 7 funerali.
Prima di tornare nella capitale
l’agente si avventurò a Panama.
Con sorpresa ritrovò vivi i suoi amici.
La questione fu subito chiarita.
Era stato simulato l’incidente
perché dei funerali avesse i proventi.
Ripartì contento ma anche cambiato.
Non era più balordo né sgomento.
Dagli arguti vecchietti
aveva imparato la lezione
e capito il senso della vita
che non è solo ansia, stress, malumore
ma pace, concordia, buon umore.
In serena accettazione, pacato distacco
sopravviveva sospeso tra gli ulivi
il paesino colmo di silenzi, stupori,
un Nirvana dove ritrovar se stessi.
Nulla poteva turbare il nostro eroe.
Sì, anche lui era diventato “Immortale”.
Lina D’Incecco
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