gioco dei numeri   di Z’ Vassilucc’e
1 Dicembre 2011 Share

gioco dei numeri di Z’ Vassilucc’e

 

Ho già raccontato, in altra circostanza, che le dita dei piedi hanno dei nomi specifici (si chiamano, in ordine: alluce il "ditone", melluce o illice, trillice, pondolo o pondulo, e minolo o mellino); maleodoranti o meno che siano, si chiamano sempre allo stesso modo. Le strade che conducono ad una meta sono spesso sconosciute ed è per questo che qualcuno ha messo su carta delle coordinate; chi sa leggere le mappe o accetta il rischio della ricerca, può raggiungere la meta. In democrazia si viene eletti in base a numeri e consensi che ciascuna parte riceve; solo chi riceve più consensi e numeri, vince. "Sopra tutto e tutti" ad ogni Persona, codificato per l'occasione "elettore", viene fornito lo "zaino di conoscenze e clientele" con il quale percorrere i sentieri che portano alla cabina elettorale. Si potrà supporre che le educazioni nelle democrazie, come anche prima, si sono impegnate a difesa e tutela di spazi di potere ed interessi, invece che far crescere generazioni di uomini e donne liberi e solidali; certo, ma i fatti concreti attivati da ciascuno, sono lì ad evidenziare le opzioni effettuate. Uno spazio è libero, se conserva in sè l'immensità degli orizzonti; le Persone possono conservare ed allenare la propria libertà, se nei luoghi del sapere e della vita, non acconsentano all'uso delle forbici per tagliare le ali alle aquile. Se è vero che le istituzioni, come la scuola di oggi, rappresentano un misero pollaio con orizzonti oscurati da gabbie di allevamento e piccoli fattori impegnati a lucchettare gli spazi, i saperi e l'economia perché nessuno esca dal recinto, altrettanto certo è che non è colpa solo dei politici, ma anche dei "cittadini, docenti, maestri artisti, intellettuali…" ai quali la democrazia ha regalato "diritti", tradotti maldestramente, con colpa grave e corresponsabilità diffusa, in passiva obbedienza al "licenziato" Satrapo di turno.

Comunque, terminate le operazioni di voto, si fanno i conti. Legittimo certo, pretendere il rispetto delle regole e dei numeri attribuiti, ma grottesco pensare di aver vinto una partita dove l'altra squadra prende il 60% dei voti e si è voluto giocare con regole taroccate in premessa: il voto disgiunto! E allora? La coalizione che ha vinto, è la medesima che ha indicato "quel" Presidente, quindi, ha vinto quel Presidente e la coalizione che lo ha sostenuto. No, non si vince né si governa, in Regione e nel paese Italia, con il voto dell'altra squadra, anche se l'allenatore ha ricevuto un voto insufficiente dagli spettatori o clienti di turno!

Quelli di prima e quelli di oggi, si trovano troppo spesso nella medesima retta, in fila con compagni e amici interclassisti e bacchettoni, a far quadrare i conti di un sistema malato e sicuramente diverso (da quello sognato!), accomodati sulle poltrone e stipendi di Stato, Regioni, Province, Comuni Metropolitani e non, lamentano briciole dalle tavole dei ricchi epuloni e comprano prestiti "a nome e per conto nostro" dalle banche mondiali, nelle quali hanno già comprato azioni, ergono barricate ideologiche ed opportunistiche a difendere stipendi e privilegi che oggi si dice di casta, ieri erano appannaggio di Re, Principi e Podestà. Dov'è, cos'è il materialismo storico? Perdonate l'ardire parallelo, ma è un pò come la presentazone dello spettacolo di un nuovo circo: “Sul pavimento a scacchi di una minuscola regione italiana, in un ospedale ormai dismesso, cigolano le ruote del letto su cui il vecchio Berlujori muove le ultime mosse per far scacco alla malattia. Attorno allo stesso letto, le mani alacri del Dottor Eurbond volano a 200 mondialbattiti al minuto nonostante le migliori cure. Nei corridoi echeggia il canto dell'infermiera Jeghepensmy che barcolla sul ritmo dei suoi tacchi a spillo insieme ai propri drammi personali e alle attenzioni che, sia l'ammalato che il dottore, non smettono di rivolgerle. L'evento, ripreso dalle tv di tutti i paesi e visto da un intero mondo di guardoni, consente una risata mondiale quando l'invidiato vecchio Berlujori palpeggia il fondo schiena di Jeghepensmy. Un universo surreale con personaggi grotteschi e divertenti… Uno spettacolo in cui il nuovo circo, le nuove maschere e mascherati, la danza, la musica ed il teatrino berluscheggiato si mescolano intorno al grande tema che ci avvolge tutti: la lunga vita, il potere, il sesso, il denaro e la salute. L'ironia e la poesia dei giullari di un tempo ci regalano emozioni che sfumano in sorriso”. Cioè, nessuna finanziaria, né interventi come quelli di cui in questi giorni siamo vittime, può tagliare le nostre ed altrui responsabilità.

Con le contraddizioni si sopravvive insieme ai sogni smarriti, ai politici incoerenti ed opportunisti, alle elezioni taroccate, agli interessi delle porte accanto, ai 30 consiglieri per una Regione di 350.000 abitanti… perchè è la vita che è bella, ma non facciamoci tagliare le… ale☺

polsmile@tin.it

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