I borghi della lettura a matera
10 Giugno 2019
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I borghi della lettura a matera

Borghi della Lettura, il network turistico-culturale nato nel 2015 in Molise e che unisce oggi circa 50 borghi di 13 regioni italiane accomunate dalla volontà di puntare con determinazione sull’economia di cultura per contrastare i fenomeni di abbandono tipici delle aree interne, sbarcherà a Matera, Capitale Europea della Cultura, nelle giornate del 14 e 15 Giugno prossimi.

Dopo aver preso parte all’ edizione annuale della Borsa Internazionale del Turismo a Milano come riconosciuto e apprezzato modello innovativo nel campo del marketing turistico-culturale, arriva ora una nuova importante vetrina internazionale destinata a dare maggiore risalto e visibilità al progetto e ai borghi italiani e molisani, tra cui Larino, che in questi anni hanno aderito all’iniziativa ideata dal giornalista Roberto Colella.

Presso il Basilicata Open Space di Matera, alla presenza dei maggiori rappresentanti del comune di Matera e della regione Basilicata, si parlerà di “Recupero e promozione dei piccoli comuni: il modello culturale dei Borghi della Lettura”, con la possibilità offerta a tutte le delegazioni di amministratori comunali della rete dei Borghi della Lettura di illustrare le buone pratiche adottate in ambito turistico-culturale sul territorio. Il 15 Giugno ci si sposterà poi nella vicina Palazzo San Gervasio che per un giorno sarà Capitale Europea della Cultura e dove verrà inaugurata tra l’altro una piazzetta della lettura nella stessa zona in cui si trova anche la biblioteca comunale.

In vista di questa importantissimo appuntamento è stato lanciato il Manifesto dei Borghi della Lettura, leggibile anche sul sito internet del network www.borghidella lettura.it . Un Manifesto a sostegno della Resilienza dei piccoli comuni e di comunità sempre più minacciate dal calo demografico, dal rischio desertificazione e della perdita dell’identità sociale, storica e culturale.

Ecco i punti salienti del Manifesto:

Che gli ultimi abitanti dei nostri borghi spopolati siano i primi di nuove comunità fatte di nuovi contadini, nuovi artigiani, nuovi lavoratori e persone che decidono di tornare. Restare in un borgo non significa soltanto contare le persone che emigrano, i defunti o il numero dei posti fissi rimasti. Restare significa mantenere vivi anche i luoghi abbandonati, proteggerli, valorizzarli, creare occupazione, insomma renderli vivibili avendo cura del bello.

Amare un borgo significa conoscerne la storia, le tradizioni, il patrimonio materiale e immateriale, conservare la pietra antica, ammirare ciò che è ancora vivo e che è stato scartato dalla modernità.

Vivere in un borgo significa soddisfare i bisogni della popolazione locale con primario interesse alla crescita culturale che comporta anche implicazioni sociali ed economiche.

Ogni borgo deve avere una sua piccola biblioteca in modo che tutti ne possano usufruire affinché la lettura possa modellare l’intera comunità.

I borghi rappresentano il vero made in Italy da tutelare e valorizzare anche con nuove forme di architettura come le piazzette o le terrazze della lettura, affinché i centri storici riprendano vitalità.

Non saranno le anime morte o i pettegolezzi a far crescere un borgo, ma l’intraprendenza di chi ha deciso di dare un futuro a queste piccole realtà aprendosi anche a persone esterne in grado di portare novità, freschezza e originalità.

I borghi più che visitati vanno vissuti. Il viaggio è intrinseco all’esperienza turistica, il rallentare per godersi il paesaggio costituisce un elemento chiave e il coinvolgimento con la popolazione locale rende una vacanza migliore.

Pianificare uno sviluppo basato sulla valorizzazione del patrimonio culturale significa combattere il degrado sociale innescando un indotto economico virtuoso con l’obiettivo di creare un ritorno d’immagine positivo.

In ogni Comune dovrebbero trovare spazio intellettuali e project manager per dare nuovo impulso alle attività di programmazione delle amministrazioni locali.

La conoscenza dei borghi richiama fortemente la memoria storica. Un luogo della memoria si definisce nello sguardo di chi ricorda e ricostruisce un passato ancora vivo nella mentalità e nella sensibilità collettiva. Tutti i residenti di un borgo dovrebbero partecipare a questo rito collettivo di conoscenza del passato e di costruzione dell’identità di un territorio.☺

 

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