i comuni come risorsa  di Riformista85
30 Ottobre 2011 Share

i comuni come risorsa di Riformista85

 

La situazione sociale, politica, ambientale italiana è sempre più difficile e con negativi presagi. Le famiglie, i giovani soprattutto, sono sull’orlo della disperazione e si sentono traditi da una classe politica che prima non ha affrontato serenamente la crisi e, poi, ha scaricato sugli altri il peso della stessa. La casta ha evitato di toccare i propri privilegi. I disordini a cui abbiamo assistito nei giorni passati, i continui voti di fiducia ad un Governo che non esiste più sono la cartina al tornasole di una Italia in ginocchio.

Le difficoltà aumentano giorno per giorno, ma tutti sono preoccupati per quello che accadrà in termini di erogazione di servizi. Gli Enti locali, a cui sono state tagliate inopinatamente enormi risorse, dovranno ridurre gli interventi sui servizi sociali e mettere nuove tasse. Sarà un ulteriore problema per i nostri piccoli comuni che già sono con la canna di ossigeno. Ad Assisi padre GianCarlo ha rivendicato la forza delle Torri, coadiuvato dal sindaco di Assisi che ha rincarato la dose sulla necessità dei Campanili, ambedue segni e simboli di una storia, di specificità che vanno difese e non abolite o cancellate per decreto. I padri costituzionali fecero della politica delle Autonomie Locali un punto fermo del loro agire ed hanno costruito intorno alla realtà dei territori la crescita della nostra Nazione.

La politica locale, finito il teatrino delle elezioni regionali, senza idee e senza programmi, dovrebbe concentrarsi sui temi dei 136 comuni che sono una risorsa e non un peso, dovrebbe valorizzare le tipicità e le caratteristiche delle nostre realtà. Non è più tempo di sperperare risorse per megalomani progetti e cattedrali nel deserto, ma realizzare piccoli interventi che manterranno in vita i comuni, daranno energie agli stessi e lavoro ai giovani.

In molti comuni ci sono presenze di immigrati, giovani ed adulti. Diversi profughi provenienti dalla Libia. A loro dobbiamo riservare una adeguata accoglienza, integrarli nel tessuto sociale, sviluppare progetti di coesione e di integrazione: saranno la risorsa necessaria per l’economia regionale e locale. Dobbiamo chiederci come si possa negare a un africano o ad altri il diritto di sfuggire a fame, miseria, guerra, sventure. Un sistema multietnico ci consentirà di superare la crisi mondiale che ha messo in discussione anche l’Unione Europea, che è sempre più debole se è vista solo come una cassaforte, ma sarà forte se è pensata come modo di essere nella storia del mondo, come segno di pace, di dialogo, di libertà, di giustizia. Responsabilità non sono solo in capo alla politica, ma anche alla Chiesa che troppe volte è assente. “Mi spaventa, ha dichiarato Ermanno Olmi, la religione che si svuota di contenuti. Ci si affanna sul disastro economico, ma la vera manovra per salvare il Paese sarebbe una manovra morale, ritrovando l’integrità”.

La rabbia delle famiglie, dei disoccupati, degli emarginati, degli immigrati trattati come animali sta esplodendo, l’esercito degli emarginati si ingrossa a vista e nessuno lo fermerà. La parola chiave, che vogliamo consegnare ai nuovi (!!!) amministratori regionali è GIUSTIZIA, intesa come atto d’amore. E i molisani devono avere la schiena dritta spazzando via i politici, gli amministratori moralmente attaccabili, complici di operazioni che offendono le comunità, che mortificano la dignità delle persone, giovani e immigrati.

Possiamo uscire, superare questa crisi se ognuno rinuncia a qualcosa e ci poniamo tutti al servizio dell’altro, del prossimo, di chi ha più bisogno. ☺

riformista85@libero.it

 

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