“Se la vostra giustizia non andrà al di là di quella di scribi e farisei…” (Mt 5,20).
Giustizia. La si invoca da tutte le parti (in ambito politico, giuridico, ecclesiale…), eppure è una parola così abusata da risultare spesso insipida. Alcuni – che potremmo assimilare agli scribi e ai farisei che osteggiavano Gesù – la intendono come ossequio a un precetto o a una norma, quasi fosse una cosa da fare meccanicamente e a tempo; altri invece la colgono nella sua bellezza “acqua e sapone” come una disposizione del cuore, della mente e di tutte le facoltà umane da adottare in ogni istante e circostanza. La giustizia è infatti l’atteggiamento fedele, leale e costruttivo di ogni persona e della collettività verso l’uomo inteso come singolo e come comunità, specie nella sua condizione più precaria e fragile. Essa permette relazioni armoniose capaci di far maturare un clima ottimale di crescita e sviluppo. Assicura l’ordine e l’equità. È garanzia di benessere collettivo, ma solo se chi la pratica è disposto ad andare… al di là di ogni misura, aprendosi all’amore. Perché la giustizia fa coppia solo con l’amore. Insieme sono i due polmoni della storia, il luogo dove il respiro dell’uomo e il Soffio di Dio sono così sincronizzati da far procedere l’umanità verso un futuro gravido di speranza.☺ r.manes@hotmail.it
