il molise in europa   di Giovanni Di Stasi
2 Febbraio 2013 Share

il molise in europa di Giovanni Di Stasi

 

Il nerboruto dibattito politico che si sta sviluppando in vista delle imminenti elezioni regionali crea una fitta nebbia che avvolge la drammatica situazione economica e sociale della nostra regione. C'è il rischio concreto che le forze politiche riescano a sfumare i contorni e perfino le tinte fosche della pesantissima crisi in atto, evitando, così, di doversi confrontare sull'analisi delle sue cause e, sopratutto, sulle misure da adottare per superarla. Per questo vale la pena di richiamare il senso di un'intervista che Fabio Scacciavillani,  economista di origini molisane, ha rilasciato a Primonumero, nello scorso mese di dicembre, per commentare i risultati di uno studio fatto da Salvino Selvaggio su dati ISTAT, Banca d'Italia e Regione Molise relativi al primo decennio di questo secolo.

Il giudizio di Scacciavillani è assai netto: “I dati sono deprimenti perché fotografano impietosamente un declino. La Regione è stata governata in un'ottica di brevissimo periodo, con l'obiettivo evidente di assicurarsi fedeltà e tenere in piedi imprese non solo decotte, ma con bilanci disastrati ben oltre la decenza”. E vediamoli alcuni di questi dati: “La spesa pubblica in Molise si è completamente ribaltata rispetto alla media nazionale. Nel 2003 era inferiore del 12,7 per cento rispetto alla spesa media nazionale, nel 2010 è diventata superiore del 18,6. Tra il 2002 ed il 2011 l’indebitamento delle amministrazioni locali è triplicato. La spesa sanitaria in Molise è stata di circa il venti per cento più alta della media italiana nel biennio 2008-10”. “Tutto questo flusso di denaro, spiega Scacciavillani, è stato dilapidato in mille rivoli per buttare un po’ di ossi ai clienti. Ciononostante il tasso di occupazione in Regione nei passati dieci anni si è mantenuto intorno al 40 per cento, 15 punti sotto la media nazionale, che già di per sé è tra le più basse del mondo, nonostante l’emigrazione dei molisani sia in forte ripresa”.

Ovviamente si può prescindere dal giudizio di Scacciavillani, ma non si può evitare di chiedersi perché in questo decennio, a fronte di un imponente ed irripetibile aumento della spesa pubblica, non si siano registrati significativi benefici sul fronte del miglioramento del tessuto produttivo, della qualità dei servizi e dei livelli occupazionali. La corretta individuazione degli errori fatti è la premessa indispensabile sulla quale costruire una ipotesi credibile di cambiamento virtuoso per il futuro. Di questo hanno bisogno tutti i molisani, a partire dai giovani che stanno rinunciando, spesso con dolore, ad associare le proprie prospettive di vita a quelle della loro terra.

La gravità della situazione ci impone di utilizzare lenti non deformate dalle contese locali per capire quello che ci è capitato. Al contrario possiamo e dobbiamo partire da ciò che le principali istituzioni  internazionali pensano delle comunità locali e regionali.

L'ONU, la Banca Mondiale, l'Unione Europea e il Consiglio d'Europa attribuiscono un ruolo centrale alle comunità territoriali nella creazione delle condizioni necessarie per lo sviluppo e per la reale fruizione dei diritti umani, ivi compresi quelli di cittadinanza. Si spiega così il fatto che tutte queste istituzioni ritengano assolutamente prioritario il miglioramento della governance a livello territoriale e che una di esse, il Consiglio d'Europa, abbia deciso di adottare una specifica Strategia Europea per l'Innovazione e la Buona Governance, basata sul rispetto di dodici principi. Tra essi rientrano la regolarità del voto, la partecipazione democratica e la trasparenza, il rispetto dell'etica pubblica, lo stato di diritto e la coesione sociale, l'efficacia e l'efficienza, l'innovazione e l'apertura al cambiamento, la competenza e la capacità, la corretta gestione finanziaria, la sostenibilità e la progettualità a lungo termine, la responsabilità e l'obbligo di rendiconto.

Siamo di fronte ad un set di valori la cui promozione è affidata principalmente a coloro che, a vario titolo, amministrano la cosa pubblica, ma il cui rispetto deve essere preteso dai cittadini. Sappiamo bene che questi valori vengono sistematicamente calpestati e vilipesi nella nostra realtà regionale e che dalla loro violazione derivano il cattivo funzionamento delle nostre istituzioni nonché i disastrosi risultati messi in evidenza nello studio di Salvino Selvaggio.

L'imminente rinnovo del Consiglio regionale ci offre l'opportunità di valutare  i programmi e sopratutto la concreta volontà delle forze politiche che si contendono la guida della Regione Molise di aprire le porte ai valori europei impegnandosi a diffonderli e a verificarne il rispetto con gli strumenti, semplici ed efficaci, che sono stati predisposti dal Consiglio d'Europa.

Tuttavia nulla di tutto ciò accadrà se non pretenderemo che le forze politiche sensibili a questi temi si pronuncino con chiarezza sui principi in questione  e assumano l'impegno solenne di lavorare per la piena implementazione della “Strategia” del Consiglio d'Europa. ☺

giovanni.distasi@gmail.com

 

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