Se si dovesse esprimere in breve ciò che la gente desidera dalla politica diremmo che c’è bisogno di concentrare l’attenzione sui veri problemi del Paese, coltivare la passione e trasmettere coraggio, determinazione, fiducia. Abbiamo bisogno di viaggiare su proposte nuove per l’Italia ma ciò potrà accadere soltanto attraverso il confronto e le idee. Il male più grande dei nostri giorni risiede nella crescente ingiustizia sociale e nella crisi di coesione che essa provoca.
Con questo proposito si è svolto alla fine di Settembre, ad Assisi, un seminario di studi promosso dal movimento dei Cristiano Sociali, che si propongono come laboratorio di formazione e cultura politica. Una maratona lunga tre giorni intorno ad un problema che emerge nel nostro Paese in modi diversi ma sempre più insinuante: L’ugua- glianza nell’era dell’ingiustizia.
Ho assistito, assieme ad una delegazione molisana, ad un confronto intelligente caratterizzato da una seria volontà di far emergere un metodo nuovo, attraverso i più svariati canali della conoscenza: mondo delle associazioni, terzo settore, sociologi, teologi, sindacati, educatori, promotori della legalità, per discutere insieme al mondo politico su come uscire da uno dei periodi più bui della storia recente del nostro Paese.
Potremmo affermare che attualmente le cose che tengono legata la società sono tre: assistenzialismo, clientelismo, partitocrazia. Un pantano dal quale bisogna uscire se vogliamo tornare a crescere. La principale mancanza che si registra è una politica economica senza slanci capaci di far recuperare competitività al nostro Paese. Il ricorso massiccio alla cassa integrazione in deroga ha aiutato le imprese a garantire la sopravvivenza ai lavoratori ponendo solo una grande maschera sulla enorme mole dei posti di lavoro persi e sulle tante piccole fabbriche chiuse per sempre. Dunque l’aumento della disoccupazione colpisce soprattutto le categorie più deboli: pensionati, lavoratori, famiglie, giovani e donne e soprattutto al Sud. È evidente che in queste condizioni l’uguaglianza subisce un forte arretramento.
Come contrastare un capitalismo ingiusto e irresponsabile? Senza equità non vi è crescita e senza sviluppo non c’è coesione sociale, senza solidarietà non c’è produttività. Ermanno Gorrieri fondatore del movimento dei Cristiano Sociali parlava di parti uguali tra disuguali per sottolineare la necessità di una uguaglianza nei fatti più che nella forma.
Abbiamo bisogno soprattutto di buone politiche familiari e fiscali in grado di difendere davvero i deboli. Nel nostro caso si è data priorità al risanamento del debito pubblico ed al rilancio della crescita ponendo in secondo piano la redistribuzione delle risorse e dei redditi. Nel frattempo si sono accentuate le vecchie fratture sociali e se ne sono create di nuove, tanto sociali quanto etniche o territoriali. Si negano leggi, decreti, diritti di cittadinanza.
Libertà e uguaglianza corrono insieme – dice Mimmo Lucà coordinatore del movimento – cioè uguali opportunità di essere liberi, riconoscendo le differenze di identità, di condizioni, di facoltà individuali, di contesti umanitari e sociali. Economia, società e politica collaborino per far ripartire l’economia nel rispetto della persona umana in direzione di una vera giustizia sociale.
Politiche del lavoro e politiche di cittadinanza per costruire un riformismo solidale. Senza privatizzare ciò che è pubblico con il rischio di consegnare essenziali e delicati servizi alla persona e alla comunità nelle mani di un mercato avido e irresponsabile. Ci servono politiche coraggiose e innovative per competere in un mondo così globale che, mentre apre sconfinati orizzonti, rischia di fagocitarci tutti, rompendo i freni che nella nostra vita erano resi robusti non solo dagli ideali di fede cristiana ma anche da un senso profondo dello Stato. Uno Stato che oggi fatica a tenersi stretta sottobraccio la sua Costituzione. Il libro delle regole, che gli italiani custodiscono come il più prezioso dei gioielli di famiglia.
Siamo il sesto Paese, tra i trenta censiti, per livello di disuguaglianze tra ricchi e poveri ed il 42% della ricchezza totale è detenuta dal 10% dei cittadini secondo i dati dell’OCSE. Dunque la ricchezza del nostro Paese è nelle mani di pochi e la retribuzione di un dirigente arriva ad essere di 100 volte superiore a quella di un suo operaio.
Stigliz, premio Nobel dell’economia, afferma che una società disuguale la si costruisce partendo dal basso. Ma è dal basso che si avviano le ribellioni, si costruisce un mondo nuovo solo se alla base esistono vere volontà di rilegittimare e sostenere l’autorità che la democrazia assegna al popolo: ad esempio ripartendo da una legge elettorale capace di restituirci l’autorità che ci compete di scegliere capacità, meriti, valori morali di chi chiamiamo a rappresentarci.
Abbiamo costituito una piccola cellula dei Cristiano Sociali del Molise per stare insieme a coloro che, animati dalla passione civile, si sentono chiamati a rispondere dei nostri giorni futuri nel principio della solidarietà. Cercheremo di animare il dibattito sui problemi più cogenti del momento, cercheremo insieme nuove proposte cercando di farle diventare reali.
Il Nobel per la pace ad un dissidente cinese come Liu Xiaobo, che ha parlato di democrazia, interroga tutti, è un atto di coraggio da parte della civile Norvegia, ci richiama alla responsabilità. Il desiderio di Liu è comune a tutti i desideri degli uomini di pace del mondo: Un Paese di libera espressione, dove i discorsi dei cittadini siano trattati tutti allo stesso modo; dove i valori, opinioni politiche competano l’una con l’altra e coesistano pacificamente; dove le opinioni di maggioranza e di minoranza abbiano le stesse garanzie, in particolare siano pienamente rispettate e difese le idee politiche diverse da chi detiene il potere; dove tutti i cittadini possano esprimere le loro idee politiche senza paura e non siano mai perseguitati per le loro voci di dissenso.
Siamo oggi noi certi, nel nostro Paese che siano tutte garantite le cose descritte in queste poche righe☺
giuliadambrosio@hotmail.it
cristianosocialimolise@gmail.com
Se si dovesse esprimere in breve ciò che la gente desidera dalla politica diremmo che c’è bisogno di concentrare l’attenzione sui veri problemi del Paese, coltivare la passione e trasmettere coraggio, determinazione, fiducia. Abbiamo bisogno di viaggiare su proposte nuove per l’Italia ma ciò potrà accadere soltanto attraverso il confronto e le idee. Il male più grande dei nostri giorni risiede nella crescente ingiustizia sociale e nella crisi di coesione che essa provoca.
Con questo proposito si è svolto alla fine di Settembre, ad Assisi, un seminario di studi promosso dal movimento dei Cristiano Sociali, che si propongono come laboratorio di formazione e cultura politica. Una maratona lunga tre giorni intorno ad un problema che emerge nel nostro Paese in modi diversi ma sempre più insinuante: L’ugua- glianza nell’era dell’ingiustizia.
Ho assistito, assieme ad una delegazione molisana, ad un confronto intelligente caratterizzato da una seria volontà di far emergere un metodo nuovo, attraverso i più svariati canali della conoscenza: mondo delle associazioni, terzo settore, sociologi, teologi, sindacati, educatori, promotori della legalità, per discutere insieme al mondo politico su come uscire da uno dei periodi più bui della storia recente del nostro Paese.
Potremmo affermare che attualmente le cose che tengono legata la società sono tre: assistenzialismo, clientelismo, partitocrazia. Un pantano dal quale bisogna uscire se vogliamo tornare a crescere. La principale mancanza che si registra è una politica economica senza slanci capaci di far recuperare competitività al nostro Paese. Il ricorso massiccio alla cassa integrazione in deroga ha aiutato le imprese a garantire la sopravvivenza ai lavoratori ponendo solo una grande maschera sulla enorme mole dei posti di lavoro persi e sulle tante piccole fabbriche chiuse per sempre. Dunque l’aumento della disoccupazione colpisce soprattutto le categorie più deboli: pensionati, lavoratori, famiglie, giovani e donne e soprattutto al Sud. È evidente che in queste condizioni l’uguaglianza subisce un forte arretramento.
Come contrastare un capitalismo ingiusto e irresponsabile? Senza equità non vi è crescita e senza sviluppo non c’è coesione sociale, senza solidarietà non c’è produttività. Ermanno Gorrieri fondatore del movimento dei Cristiano Sociali parlava di parti uguali tra disuguali per sottolineare la necessità di una uguaglianza nei fatti più che nella forma.
Abbiamo bisogno soprattutto di buone politiche familiari e fiscali in grado di difendere davvero i deboli. Nel nostro caso si è data priorità al risanamento del debito pubblico ed al rilancio della crescita ponendo in secondo piano la redistribuzione delle risorse e dei redditi. Nel frattempo si sono accentuate le vecchie fratture sociali e se ne sono create di nuove, tanto sociali quanto etniche o territoriali. Si negano leggi, decreti, diritti di cittadinanza.
Libertà e uguaglianza corrono insieme – dice Mimmo Lucà coordinatore del movimento – cioè uguali opportunità di essere liberi, riconoscendo le differenze di identità, di condizioni, di facoltà individuali, di contesti umanitari e sociali. Economia, società e politica collaborino per far ripartire l’economia nel rispetto della persona umana in direzione di una vera giustizia sociale.
Politiche del lavoro e politiche di cittadinanza per costruire un riformismo solidale. Senza privatizzare ciò che è pubblico con il rischio di consegnare essenziali e delicati servizi alla persona e alla comunità nelle mani di un mercato avido e irresponsabile. Ci servono politiche coraggiose e innovative per competere in un mondo così globale che, mentre apre sconfinati orizzonti, rischia di fagocitarci tutti, rompendo i freni che nella nostra vita erano resi robusti non solo dagli ideali di fede cristiana ma anche da un senso profondo dello Stato. Uno Stato che oggi fatica a tenersi stretta sottobraccio la sua Costituzione. Il libro delle regole, che gli italiani custodiscono come il più prezioso dei gioielli di famiglia.
Siamo il sesto Paese, tra i trenta censiti, per livello di disuguaglianze tra ricchi e poveri ed il 42% della ricchezza totale è detenuta dal 10% dei cittadini secondo i dati dell’OCSE. Dunque la ricchezza del nostro Paese è nelle mani di pochi e la retribuzione di un dirigente arriva ad essere di 100 volte superiore a quella di un suo operaio.
Stigliz, premio Nobel dell’economia, afferma che una società disuguale la si costruisce partendo dal basso. Ma è dal basso che si avviano le ribellioni, si costruisce un mondo nuovo solo se alla base esistono vere volontà di rilegittimare e sostenere l’autorità che la democrazia assegna al popolo: ad esempio ripartendo da una legge elettorale capace di restituirci l’autorità che ci compete di scegliere capacità, meriti, valori morali di chi chiamiamo a rappresentarci.
Abbiamo costituito una piccola cellula dei Cristiano Sociali del Molise per stare insieme a coloro che, animati dalla passione civile, si sentono chiamati a rispondere dei nostri giorni futuri nel principio della solidarietà. Cercheremo di animare il dibattito sui problemi più cogenti del momento, cercheremo insieme nuove proposte cercando di farle diventare reali.
Il Nobel per la pace ad un dissidente cinese come Liu Xiaobo, che ha parlato di democrazia, interroga tutti, è un atto di coraggio da parte della civile Norvegia, ci richiama alla responsabilità. Il desiderio di Liu è comune a tutti i desideri degli uomini di pace del mondo: Un Paese di libera espressione, dove i discorsi dei cittadini siano trattati tutti allo stesso modo; dove i valori, opinioni politiche competano l’una con l’altra e coesistano pacificamente; dove le opinioni di maggioranza e di minoranza abbiano le stesse garanzie, in particolare siano pienamente rispettate e difese le idee politiche diverse da chi detiene il potere; dove tutti i cittadini possano esprimere le loro idee politiche senza paura e non siano mai perseguitati per le loro voci di dissenso.
Siamo oggi noi certi, nel nostro Paese che siano tutte garantite le cose descritte in queste poche righe☺
Se si dovesse esprimere in breve ciò che la gente desidera dalla politica diremmo che c’è bisogno di concentrare l’attenzione sui veri problemi del Paese, coltivare la passione e trasmettere coraggio, determinazione, fiducia. Abbiamo bisogno di viaggiare su proposte nuove per l’Italia ma ciò potrà accadere soltanto attraverso il confronto e le idee. Il male più grande dei nostri giorni risiede nella crescente ingiustizia sociale e nella crisi di coesione che essa provoca.
Con questo proposito si è svolto alla fine di Settembre, ad Assisi, un seminario di studi promosso dal movimento dei Cristiano Sociali, che si propongono come laboratorio di formazione e cultura politica. Una maratona lunga tre giorni intorno ad un problema che emerge nel nostro Paese in modi diversi ma sempre più insinuante: L’ugua- glianza nell’era dell’ingiustizia.
Ho assistito, assieme ad una delegazione molisana, ad un confronto intelligente caratterizzato da una seria volontà di far emergere un metodo nuovo, attraverso i più svariati canali della conoscenza: mondo delle associazioni, terzo settore, sociologi, teologi, sindacati, educatori, promotori della legalità, per discutere insieme al mondo politico su come uscire da uno dei periodi più bui della storia recente del nostro Paese.
Potremmo affermare che attualmente le cose che tengono legata la società sono tre: assistenzialismo, clientelismo, partitocrazia. Un pantano dal quale bisogna uscire se vogliamo tornare a crescere. La principale mancanza che si registra è una politica economica senza slanci capaci di far recuperare competitività al nostro Paese. Il ricorso massiccio alla cassa integrazione in deroga ha aiutato le imprese a garantire la sopravvivenza ai lavoratori ponendo solo una grande maschera sulla enorme mole dei posti di lavoro persi e sulle tante piccole fabbriche chiuse per sempre. Dunque l’aumento della disoccupazione colpisce soprattutto le categorie più deboli: pensionati, lavoratori, famiglie, giovani e donne e soprattutto al Sud. È evidente che in queste condizioni l’uguaglianza subisce un forte arretramento.
Come contrastare un capitalismo ingiusto e irresponsabile? Senza equità non vi è crescita e senza sviluppo non c’è coesione sociale, senza solidarietà non c’è produttività. Ermanno Gorrieri fondatore del movimento dei Cristiano Sociali parlava di parti uguali tra disuguali per sottolineare la necessità di una uguaglianza nei fatti più che nella forma.
Abbiamo bisogno soprattutto di buone politiche familiari e fiscali in grado di difendere davvero i deboli. Nel nostro caso si è data priorità al risanamento del debito pubblico ed al rilancio della crescita ponendo in secondo piano la redistribuzione delle risorse e dei redditi. Nel frattempo si sono accentuate le vecchie fratture sociali e se ne sono create di nuove, tanto sociali quanto etniche o territoriali. Si negano leggi, decreti, diritti di cittadinanza.
Libertà e uguaglianza corrono insieme – dice Mimmo Lucà coordinatore del movimento – cioè uguali opportunità di essere liberi, riconoscendo le differenze di identità, di condizioni, di facoltà individuali, di contesti umanitari e sociali. Economia, società e politica collaborino per far ripartire l’economia nel rispetto della persona umana in direzione di una vera giustizia sociale.
Politiche del lavoro e politiche di cittadinanza per costruire un riformismo solidale. Senza privatizzare ciò che è pubblico con il rischio di consegnare essenziali e delicati servizi alla persona e alla comunità nelle mani di un mercato avido e irresponsabile. Ci servono politiche coraggiose e innovative per competere in un mondo così globale che, mentre apre sconfinati orizzonti, rischia di fagocitarci tutti, rompendo i freni che nella nostra vita erano resi robusti non solo dagli ideali di fede cristiana ma anche da un senso profondo dello Stato. Uno Stato che oggi fatica a tenersi stretta sottobraccio la sua Costituzione. Il libro delle regole, che gli italiani custodiscono come il più prezioso dei gioielli di famiglia.
Siamo il sesto Paese, tra i trenta censiti, per livello di disuguaglianze tra ricchi e poveri ed il 42% della ricchezza totale è detenuta dal 10% dei cittadini secondo i dati dell’OCSE. Dunque la ricchezza del nostro Paese è nelle mani di pochi e la retribuzione di un dirigente arriva ad essere di 100 volte superiore a quella di un suo operaio.
Stigliz, premio Nobel dell’economia, afferma che una società disuguale la si costruisce partendo dal basso. Ma è dal basso che si avviano le ribellioni, si costruisce un mondo nuovo solo se alla base esistono vere volontà di rilegittimare e sostenere l’autorità che la democrazia assegna al popolo: ad esempio ripartendo da una legge elettorale capace di restituirci l’autorità che ci compete di scegliere capacità, meriti, valori morali di chi chiamiamo a rappresentarci.
Abbiamo costituito una piccola cellula dei Cristiano Sociali del Molise per stare insieme a coloro che, animati dalla passione civile, si sentono chiamati a rispondere dei nostri giorni futuri nel principio della solidarietà. Cercheremo di animare il dibattito sui problemi più cogenti del momento, cercheremo insieme nuove proposte cercando di farle diventare reali.
Il Nobel per la pace ad un dissidente cinese come Liu Xiaobo, che ha parlato di democrazia, interroga tutti, è un atto di coraggio da parte della civile Norvegia, ci richiama alla responsabilità. Il desiderio di Liu è comune a tutti i desideri degli uomini di pace del mondo: Un Paese di libera espressione, dove i discorsi dei cittadini siano trattati tutti allo stesso modo; dove i valori, opinioni politiche competano l’una con l’altra e coesistano pacificamente; dove le opinioni di maggioranza e di minoranza abbiano le stesse garanzie, in particolare siano pienamente rispettate e difese le idee politiche diverse da chi detiene il potere; dove tutti i cittadini possano esprimere le loro idee politiche senza paura e non siano mai perseguitati per le loro voci di dissenso.
Siamo oggi noi certi, nel nostro Paese che siano tutte garantite le cose descritte in queste poche righe☺
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