la dote del geometra
7 Marzo 2010 Share

la dote del geometra

 

 

 

 

Adesso che giustizia è stata fatta, perché, si sa, le sentenze vanno rispettate sia che si venga assolti, sia che si venga condannati, una domanda ci inquieta: i ragazzi che la mattina vanno a scuola, sono sicuri che nessuno degli edifici nei quali andranno a studiare, crollerà loro addosso?

 Ve lo ricordate lo strazio di quei genitori, ai funerali dei loro bambini?  “preghiamo perché mai più una mamma possa soffrire così tanto nel raccogliere il proprio figlio tra le macerie di una scuola”. A distanza di sette anni, è legittimo chiedersi cosa è stato fatto, perché la tragedia non si ripeta? Quante lacrime si sono trasformate in atti concreti?

Poche, se si pensa che nella  provincia di Campobasso, dove l’impegno è stato maggiore che altrove, solo un terzo degli edifici scolastici è stato messo in sicurezza. Pressoché nessuna se si guarda al resto del Paese. Questo significa che la maggior parte dei Sindaci italiani, insieme con i dirigenti scolastici, nel momento in cui consentono l’apertura di una scuola, si rendono responsabili di atti penalmente rilevanti, e solamente il caso, ne fa dei cittadini rispettabili.

 A detta del capo della Protezione civile, più della metà delle scuole italiane presenta problemi più o meno uguali a quelli che hanno causato la morte dei bambini di San Giuliano di Puglia oltre al fatto che  per metterle in sicurezza, occorrono circa dieci miliardi di euro.

Chi ha responsabilità maggiori in questa vicenda? I condannati di San Giuliano di Puglia o piuttosto, chi impegna risorse pubbliche per la realizzazione di opere inutili, potendole invece  impiegare per mettere in sicurezza le scuole? Ci sarà di sicuro una prossima volta e solo il caso sceglierà vittime e carnefici, mentre le “stelle” resteranno a guardare e forse a sfregarsi le mani perché,  “il terremoto non arriva tutti i giorni”.

Che fine hanno fatto le promesse di quel tal Silvio, autore di barzellette, che ha inventato il Modello Molise? Perché, visto che gli è venuto così male, ci riprova col Modello Abruzzo? Fra qualche anno nessuno potrà non riconoscergli il merito di aver riunito gli Abruzzesi e i Molisani, ma nel comune destino di vivere per decenni fuori dalle loro case. Alla luce dei fatti di cronaca, che in questi giorni hanno coinvolto la Protezione Civile, possiamo con certezza affermare che, se le situazioni emergenziali vanno affrontate con le ordinanze di protezione civile, è altrettanto vero che, quando si dichiara lo stato di emergenza, va perimetrato il territorio entro il quale quelle ordinanze devono essere operanti e soprattutto vanno stabiliti i tempi di durata. La mancanza di questi due paletti, spazio e tempo, hanno consentito al Presidente della regione ed ai sui collaboratori, di esercitare, per sette anni, i poteri commissariali sull’intera regione che, in realtà, per la maggior parte del territorio, non è stata colpita né da terremoti né da alluvioni. Questa pratica ha fatto sì che solo pochi Comuni hanno a tutt’oggi appena avviato la ricostruzione pesante. Vale la pena precisare che queste che esprimiamo non sono opinioni in libertà ma notizie fornite dal Sub Commissario Romagnolo il quale il 27/05/2009 ha comunicato, urbi et orbi, che il suo ufficio ha finanziato 414 milioni di opere, su una stima di tre miliardi e mezzo di euro di danni: circa un settimo dei fondi richiesti a sette anni dal terremoto. Vale a dire che di questo passo fra 42 anni ci sentiremo ripetere, come usa annunciare Romagnuolo alla TV, che, nel Molise, con i fondi del terremoto, si sono realizzate cose mai  fatte in altre regioni, e meno male per gli atri che non hanno Romagnuolo. Peccato non se ne siano accorti i Sindaci del cratere di avere a disposizione questa preziosità!

 Questo “uomo” del fare, quando minacciava di non mandare a scuola i suoi figli in quell’edificio da poco ricostruito, che la protezione civile si ostinava a dichiarare agibile, è lo stesso che ha fatto della contestazione a Bertolaso la sua fortuna politica.  Oggi che alcuni bambini frequentano una scuola ubicata in un edificio in parte pericolante, il nostro eroe non si dimena, né fa più il tribuno, forse perché tra quei bambini non ci sono figli suoi o forse solo perché ha in mano la “matta”. Sono quindi  questi i meriti – la particolare competenza tecnica e l’esperienza maturata sul territorio – che gli ha riconosciuto il Commissario per nominarlo sub-Commissario? Il Presidente Iorio è a conoscenza di pubblicazioni, anche non scientifiche, che noi non abbiamo avuto il piacere di leggere? Si è occupato di emergenze in altri luoghi il sub-Commissario? O forse é stato indicato dagli altri Sindaci del cratere, a conoscenza delle sue straordinarie doti, per assumere questo importante incarico? Tuttavia la domanda che più ci intriga è la seguente: come mai il Governo nazionale ha preteso che il sub-Commissario alla sanità fosse un tecnico direttore generale di una ASL di Roma ed invece ha consentito che il sub-commissario al terremoto fosse un politico di professione geometra? Eppure i due ruoli si equivalgono sia sul piano tecnico che funzionale: il primo ha avuto il mandato di ridurre il disavanzo della sanità molisana, circa 60 milioni di euro; il secondo ha avuto il compito di spendere, per il terremoto, circa 400 milioni di euro. E’ inutile dire che una risposta ce l’abbiamo, ma questa è un’altra storia di cui avremo modo di raccontare. ☺

 

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