la giustizia di corte
26 Febbraio 2010 Share

la giustizia di corte

 

Distratto dalle sue avventure contro le Graie e ancor più tremende sorelline Gorgoni e dalle sue amicizie divine, come Athena, vergine e bella, riuscirà Perseus a “riconoscere” la sua Cenerentola?

Tutto qui: la domanda e la risposta. Ma, … si dice che per fare una cosa seria, invece che affermazioni laconiche, pittoresche e criptiche, sia necessario citare le “fonti” ed argomentare le affermazioni. Proviamo. Le Costituzioni, cioè, come tutte le carte fondative di una comunità, non sono nate e non nascono dal nulla, ma da una lunga storia di lotte, sacrifici, sofferenze e, soprattutto, vittime! Vittime di una ricerca che si matura nelle concrete vicende degli uomini, che giorno dopo giorno fonda nuovi valori, costruisce o tenta di costruire una visione diversa ed alternativa del vivere insieme, ovvero delle relazioni tra i “convitati”; pertanto, si può legittimamente affermare che queste non sono assolute, ma itineranti, ovvero, cambia il “contesto”. I Documenti ufficiali e riconosciuti da qualcuno, prima, e da altri poi, sono tanti. Ne cito solo alcuni “recenti”, con qualche commento breve e sconvolgente: “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino” (1789), dove l’art. 1 recita: gli uomini nascono e vivono liberi ed eguali nei diritti, ma, subito dopo: le distinzioni sociali continuano ad esistere purché siano fondate sull’utilità comune; “Statuto Albertino” (1848), dove all’art. 1 si afferma: la Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato e che: gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi… e lo Stato Pontificio (Cattolici) praticava “d’abitudine” tortura e pena di morte, quest’ultima cancellata dal Diritto Vaticano nel 1969 e dalla Legge fondamentale vaticana nel 2001! E … via altre carte, utili solo a proclamare Diritti e Doveri di tutti, esclusi di fatto i Principi! …con buona pace di tutti.

Il riconoscimento dei diritti “universali”dell’uomo, ovvero per tutti tranne che per alcuni “altri”, per esempio le donne e “gli ultimi”, è venuto maturando lentamente e faticosamente nei secoli e non per grazia del Principi, bensì in forza della disperata lotta degli oppressi, donne ed ultimi inclusi. Lotta disperata sì, sempre, perché non è stato mai concesso niente, ma è stato ottenuto e riconosciuto sempre poco!

Il potere si sa, anche quello di genere, pur di non perdere lo “status”, ha fatto e fa le concessioni. E così: lo Stato Pontificio conserva la forma di Papato Democratico dove l’elezione del Governante, di fatto, viene effettuato dalla minoranza cattolica presente in Europa, ma Cardinali e Vescovi sono anche di “colore e maschi”! (concessione idealistica ed illusoria); gli stati Democratici eleggono i loro Principi dalle indicazioni dei Feudatari dei Partiti (…tanto per non andare lontano, vedi le “operazioni” per l’elezione del prossimo Sindaco di Termoli) e dai condizionamenti indotti dalle strutture mass-mediatiche dove è il Popolo che vota! (le donne popolo “poche” e “dopo gli uomini” – illusionismo prassico e democratico). Intanto gli ultimi, i diseredati, gli sfrattati e derubati del Pianeta, maschi e femmine, continuano a sostare sotto le mense dei ricchi epuloni tutti Democratici, taluni con disprezzo, ovviamente, vengono chiamati “Totalitari”.

Ma, senza scomodare troppo la storia, basta osservare cosa avviene nella società civile, ovvero partendo dal proprio condominio: gli interessi di tutti vanno salvaguardati, ma nel rispetto dei diritti individuali e soggettivi dei proprietari. L’inquilino? Beh, cosa pretende, mica è proprietario! I confinanti? Beh, cosa vogliono, ognuno decide a casa propria! Lo straniero? Se avanzassero pretese, c’è sempre l’ordine costituito a ristabilire il Diritto del dritto.

Qualcuno, pazzo, rivoluzionario e anarchico, feccia da isolare e, se necessario, distruggere, ha provato ad affermare il “diritto dei senza diritti”, ovvero, semplicemente, anche il proprio diritto. Risultato: sono diventati Diogeni “con la barba bianca, abbandonati al loro tascapane di melanconie e nenie, stanchi e sopraffatti dalle fatiche per inoltrarsi laddove la fantasia incontra l’esistenza e l’esistere diventa consapevole e coerente esistenza”. Sono diventati anche loro funzionali ad un potere che non cambia, perché il Popolo dei diseredati non ha potere? Forse.

Ma, i cantori con la barba bianca, forse, riescono ancora ad accendere il cuore alla speranza di un altro mondo possibile. E, certo, non è cosa da poco!☺

polsmile@tin.it

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