La violetta, come è comunemente chiamata la viola mammola, è diffusa in tutta Italia e cresce nei prati, nelle radure dei boschi e, in genere, in luoghi ombrosi e umidi. È una pianta perenne, che ritroviamo anno dopo anno nello stesso posto moltiplicata, allargata a macchia d’olio grazie al poderoso rizoma e agli stoloni, come accade per le fragole. In Italia sono presenti circa una trentina di specie; quelle maggiormente utilizzate a scopi medicinali, cosmetici e alimentari sono la viola mammola (Viola odorata), la più profumata, e la viola del pensiero (Viola tricolor).
Le numerose leggende e la ricchezza di significati simbolici attribuiti alle viole hanno sempre colpito la fantasia degli uomini. Le violette erano il simbolo ufficiale della città di Atene e oggi lo sono per gli Stati dell’Illinois, New Jersey e Wisconsin. Secondo un antico mito, Zeus, che aveva trasformato la sua amante, la ninfa Io, in una giovenca, per sottrarla alle ire della gelosa moglie Era, trasformò in violette le lacrime della poverina che non amava l’erba di cui era costretta a cibarsi. Sia i Greci che i Romani apprezzavano molto le violette che simboleggiavano, oltre all’arrivo della primavera, anche la fedeltà. In tempi più recenti, l’imperatrice Giuseppina Bonaparte, che nutriva un’autentica passione per le violette, le riceveva in regalo da Napoleone proprio in segno di fedeltà. I Romani ne spargevano inoltre a piene mani durante i loro banchetti, ritenendo così di preservarsi dall’ubriachezza, ed anche Plinio raccomanda di indossarne una ghirlanda contro gli effetti del vino. Nel 1200 la Scuola medica salernitana consigliava tisane di violette contro il mal di testa dovuto a pasti troppo abbondanti.
Il letterato inglese Ruskin suggeriva, per classificare i fiori, di adottare nomi femminili per le piante di particolare bellezza e nomi maschili per quelle con proprietà medicinali. Ma la proposta crea notevole imbarazzo nel caso delle viole, che possiedono entrambi i requisiti. I fiori delle violette, oltre che belli e profumati, sono infatti buoni e salutari. Vengono impiegati per decorare insalate, dolci e piatti di ogni genere, ma anche per preparare sciroppi, marmellate, canditi, tisane, frittate, gelati e mille altre pietanze. Si consiglia di usarli freschi e senza peduncolo. Le foglie si raccolgono nel cuore dell’inverno, quando sono giovani e tenere, per farne insalata fresca, ricca di vitamine, in un periodo in cui scarseggiano le altre specie. Ma oltre che consumate crude, le foglie possono essere cotte e impiegate da sole o in miscela con altre specie. Si raccomanda però di non raccogliere fiori e foglie delle violette acquistate dal fioraio perché, non essendo previsto il loro uso alimentare, potrebbero essere state trattate con prodotti chimici.
Foglie e fiori delle viole contengono molta vitamina C (molto più delle arance), abbondante vitamina A e sali di potassio. Le principali proprietà medicinali che si riconoscono oggi alle foglie e ai fiori delle violette sono quelle contro il catarro e la tosse, quelle detossificanti e purificatrici del sangue, diuretiche, sudorifere e antinfiammatorie. Un impacco di foglie schiacciate riduce il gonfiore nelle contusioni e l’infiammazione delle pelli arrossate. Le violette contengono l’acido salicilico (aspirina naturale) che giustifica alcune proprietà medicinali, per esempio contro il mal di testa e il raffreddore. La tisana dei fiori di violetta favorisce il sonno.
Si segnala infine che in uno splendido villaggio medievale, Tourrettes sur Loup, ad una quindicina di chilometri da Nizza, da più di cent’anni si coltivano violette, destinate sia alla cucina che all’industria dei profumi. Nel primo fine settimana del mese di marzo ha luogo la “Festa delle violette”, che prevede la degustazione di un piatto tradizionale, la “Brissaudo”, a base di pane strofinato con aglio, acciughe e olio di oliva, e la sfilata dei carri addobbati che sotto gli applausi di una immensa folla di gente termina con la immancabile battaglia dei fiori.
Sciroppo di violette
Ingredienti: 150 g di petali di violette; ¼ di litro di acqua; mezzo limone; 500 g di zucchero.
Preparazione: pulire le violette, conservando solo i petali, e metterli in una ciotola. Portare a ebollizione l’acqua e versarla sulle viole. Unire la scorza grattugiata del limone, mescolare, coprire e lasciare raffreddare. Filtrare il macerato, pressando bene i petali di violetta e mettere il liquido in una pentola di acciaio con lo zucchero e il succo di limone filtrato. Portare lentamente a ebollizione mescolando e cuocere a calore medio per 10 minuti. Fare raffreddare e imbottigliare. Sterilizzare per 20 minuti e conservare in luogo fresco e asciutto. ☺
giannotti.gildo@gmail.com
La violetta, come è comunemente chiamata la viola mammola, è diffusa in tutta Italia e cresce nei prati, nelle radure dei boschi e, in genere, in luoghi ombrosi e umidi. È una pianta perenne, che ritroviamo anno dopo anno nello stesso posto moltiplicata, allargata a macchia d’olio grazie al poderoso rizoma e agli stoloni, come accade per le fragole. In Italia sono presenti circa una trentina di specie; quelle maggiormente utilizzate a scopi medicinali, cosmetici e alimentari sono la viola mammola (Viola odorata), la più profumata, e la viola del pensiero (Viola tricolor).
Le numerose leggende e la ricchezza di significati simbolici attribuiti alle viole hanno sempre colpito la fantasia degli uomini. Le violette erano il simbolo ufficiale della città di Atene e oggi lo sono per gli Stati dell’Illinois, New Jersey e Wisconsin. Secondo un antico mito, Zeus, che aveva trasformato la sua amante, la ninfa Io, in una giovenca, per sottrarla alle ire della gelosa moglie Era, trasformò in violette le lacrime della poverina che non amava l’erba di cui era costretta a cibarsi. Sia i Greci che i Romani apprezzavano molto le violette che simboleggiavano, oltre all’arrivo della primavera, anche la fedeltà. In tempi più recenti, l’imperatrice Giuseppina Bonaparte, che nutriva un’autentica passione per le violette, le riceveva in regalo da Napoleone proprio in segno di fedeltà. I Romani ne spargevano inoltre a piene mani durante i loro banchetti, ritenendo così di preservarsi dall’ubriachezza, ed anche Plinio raccomanda di indossarne una ghirlanda contro gli effetti del vino. Nel 1200 la Scuola medica salernitana consigliava tisane di violette contro il mal di testa dovuto a pasti troppo abbondanti.
Il letterato inglese Ruskin suggeriva, per classificare i fiori, di adottare nomi femminili per le piante di particolare bellezza e nomi maschili per quelle con proprietà medicinali. Ma la proposta crea notevole imbarazzo nel caso delle viole, che possiedono entrambi i requisiti. I fiori delle violette, oltre che belli e profumati, sono infatti buoni e salutari. Vengono impiegati per decorare insalate, dolci e piatti di ogni genere, ma anche per preparare sciroppi, marmellate, canditi, tisane, frittate, gelati e mille altre pietanze. Si consiglia di usarli freschi e senza peduncolo. Le foglie si raccolgono nel cuore dell’inverno, quando sono giovani e tenere, per farne insalata fresca, ricca di vitamine, in un periodo in cui scarseggiano le altre specie. Ma oltre che consumate crude, le foglie possono essere cotte e impiegate da sole o in miscela con altre specie. Si raccomanda però di non raccogliere fiori e foglie delle violette acquistate dal fioraio perché, non essendo previsto il loro uso alimentare, potrebbero essere state trattate con prodotti chimici.
Foglie e fiori delle viole contengono molta vitamina C (molto più delle arance), abbondante vitamina A e sali di potassio. Le principali proprietà medicinali che si riconoscono oggi alle foglie e ai fiori delle violette sono quelle contro il catarro e la tosse, quelle detossificanti e purificatrici del sangue, diuretiche, sudorifere e antinfiammatorie. Un impacco di foglie schiacciate riduce il gonfiore nelle contusioni e l’infiammazione delle pelli arrossate. Le violette contengono l’acido salicilico (aspirina naturale) che giustifica alcune proprietà medicinali, per esempio contro il mal di testa e il raffreddore. La tisana dei fiori di violetta favorisce il sonno.
Si segnala infine che in uno splendido villaggio medievale, Tourrettes sur Loup, ad una quindicina di chilometri da Nizza, da più di cent’anni si coltivano violette, destinate sia alla cucina che all’industria dei profumi. Nel primo fine settimana del mese di marzo ha luogo la “Festa delle violette”, che prevede la degustazione di un piatto tradizionale, la “Brissaudo”, a base di pane strofinato con aglio, acciughe e olio di oliva, e la sfilata dei carri addobbati che sotto gli applausi di una immensa folla di gente termina con la immancabile battaglia dei fiori.
Sciroppo di violette
Ingredienti: 150 g di petali di violette; ¼ di litro di acqua; mezzo limone; 500 g di zucchero.
Preparazione: pulire le violette, conservando solo i petali, e metterli in una ciotola. Portare a ebollizione l’acqua e versarla sulle viole. Unire la scorza grattugiata del limone, mescolare, coprire e lasciare raffreddare. Filtrare il macerato, pressando bene i petali di violetta e mettere il liquido in una pentola di acciaio con lo zucchero e il succo di limone filtrato. Portare lentamente a ebollizione mescolando e cuocere a calore medio per 10 minuti. Fare raffreddare e imbottigliare. Sterilizzare per 20 minuti e conservare in luogo fresco e asciutto. ☺
La violetta, come è comunemente chiamata la viola mammola, è diffusa in tutta Italia e cresce nei prati, nelle radure dei boschi e, in genere, in luoghi ombrosi e umidi. È una pianta perenne, che ritroviamo anno dopo anno nello stesso posto moltiplicata, allargata a macchia d’olio grazie al poderoso rizoma e agli stoloni, come accade per le fragole. In Italia sono presenti circa una trentina di specie; quelle maggiormente utilizzate a scopi medicinali, cosmetici e alimentari sono la viola mammola (Viola odorata), la più profumata, e la viola del pensiero (Viola tricolor).
Le numerose leggende e la ricchezza di significati simbolici attribuiti alle viole hanno sempre colpito la fantasia degli uomini. Le violette erano il simbolo ufficiale della città di Atene e oggi lo sono per gli Stati dell’Illinois, New Jersey e Wisconsin. Secondo un antico mito, Zeus, che aveva trasformato la sua amante, la ninfa Io, in una giovenca, per sottrarla alle ire della gelosa moglie Era, trasformò in violette le lacrime della poverina che non amava l’erba di cui era costretta a cibarsi. Sia i Greci che i Romani apprezzavano molto le violette che simboleggiavano, oltre all’arrivo della primavera, anche la fedeltà. In tempi più recenti, l’imperatrice Giuseppina Bonaparte, che nutriva un’autentica passione per le violette, le riceveva in regalo da Napoleone proprio in segno di fedeltà. I Romani ne spargevano inoltre a piene mani durante i loro banchetti, ritenendo così di preservarsi dall’ubriachezza, ed anche Plinio raccomanda di indossarne una ghirlanda contro gli effetti del vino. Nel 1200 la Scuola medica salernitana consigliava tisane di violette contro il mal di testa dovuto a pasti troppo abbondanti.
Il letterato inglese Ruskin suggeriva, per classificare i fiori, di adottare nomi femminili per le piante di particolare bellezza e nomi maschili per quelle con proprietà medicinali. Ma la proposta crea notevole imbarazzo nel caso delle viole, che possiedono entrambi i requisiti. I fiori delle violette, oltre che belli e profumati, sono infatti buoni e salutari. Vengono impiegati per decorare insalate, dolci e piatti di ogni genere, ma anche per preparare sciroppi, marmellate, canditi, tisane, frittate, gelati e mille altre pietanze. Si consiglia di usarli freschi e senza peduncolo. Le foglie si raccolgono nel cuore dell’inverno, quando sono giovani e tenere, per farne insalata fresca, ricca di vitamine, in un periodo in cui scarseggiano le altre specie. Ma oltre che consumate crude, le foglie possono essere cotte e impiegate da sole o in miscela con altre specie. Si raccomanda però di non raccogliere fiori e foglie delle violette acquistate dal fioraio perché, non essendo previsto il loro uso alimentare, potrebbero essere state trattate con prodotti chimici.
Foglie e fiori delle viole contengono molta vitamina C (molto più delle arance), abbondante vitamina A e sali di potassio. Le principali proprietà medicinali che si riconoscono oggi alle foglie e ai fiori delle violette sono quelle contro il catarro e la tosse, quelle detossificanti e purificatrici del sangue, diuretiche, sudorifere e antinfiammatorie. Un impacco di foglie schiacciate riduce il gonfiore nelle contusioni e l’infiammazione delle pelli arrossate. Le violette contengono l’acido salicilico (aspirina naturale) che giustifica alcune proprietà medicinali, per esempio contro il mal di testa e il raffreddore. La tisana dei fiori di violetta favorisce il sonno.
Si segnala infine che in uno splendido villaggio medievale, Tourrettes sur Loup, ad una quindicina di chilometri da Nizza, da più di cent’anni si coltivano violette, destinate sia alla cucina che all’industria dei profumi. Nel primo fine settimana del mese di marzo ha luogo la “Festa delle violette”, che prevede la degustazione di un piatto tradizionale, la “Brissaudo”, a base di pane strofinato con aglio, acciughe e olio di oliva, e la sfilata dei carri addobbati che sotto gli applausi di una immensa folla di gente termina con la immancabile battaglia dei fiori.
Sciroppo di violette
Ingredienti: 150 g di petali di violette; ¼ di litro di acqua; mezzo limone; 500 g di zucchero.
Preparazione: pulire le violette, conservando solo i petali, e metterli in una ciotola. Portare a ebollizione l’acqua e versarla sulle viole. Unire la scorza grattugiata del limone, mescolare, coprire e lasciare raffreddare. Filtrare il macerato, pressando bene i petali di violetta e mettere il liquido in una pentola di acciaio con lo zucchero e il succo di limone filtrato. Portare lentamente a ebollizione mescolando e cuocere a calore medio per 10 minuti. Fare raffreddare e imbottigliare. Sterilizzare per 20 minuti e conservare in luogo fresco e asciutto. ☺
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