le ali tagliate
21 Marzo 2010 Share

le ali tagliate

 

“E’ una risposta coraggiosa e creativa ad una situazione d’intollerabile ingiustizia in Latinoamerica. Come ogni teologia ha bisogno di anni per maturare. È un peccato che non le è stata data fiducia e che molto presto le si siano tagliate le ali prima che imparasse a volare”. Così padre Adolfo Nicolàs, il ventinovesimo successore di Sant'Ignazio di Lojola, rispose a una domanda sulla Teologia della Liberazione, in un’intervista rilasciata al “El Periodico”di Barcellona (14 novembre 2008). Nella revoca della scomunica ai vescovi della fraternità Pio X si percepisce l'esigenza di una nuova tolleranza interna. Il tentativo di riconciliazione tra il Vaticano e i vescovi scismatici Lefevriani pone le premesse per un futuro dibattito sull’eventuale riabilitazione dei teologi latinoamericani definiti “marxisti”. Nel 1984, l'attuale Papa, allora cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, rese pubblica una “Istruzione sulla Teologia della Liberazione” (Libertatis Nuntius – 6/8/1984) circa alcuni aspetti condannabili della nuova ermeneutica che “proponeva un’interpretazione innovatrice del contenuto della fede e dell’esistenza cristiana” e “conduceva ad una rilettura essenzialmente politica della Scrittura”. Pur riconoscendo l'esistenza di un’autentica teologia della liberazione, quella radicata nella Parola di Dio debitamente interpretata, l'enfasi accusatoria era posta sull'uso del marxismo utilizzato per spiegare la realtà latinoamerica. L'utilizzo nella teologia dei contributi filosofici o quelli di altre scienze umane dovevano avere un valore strumentale ed essere oggetto di un discernimento critico di natura teologica. In altre parole, si rifiutava l'analisi marxista della società per spiegare le cause strutturali della miseria, il pericoloso amalgama tra il povero della Scrittura e il proletario di Marx e l'identificazione della chiesa dei poveri con quella di classe. Nel 1986 fu pubblicata una seconda “Istruzione” (Libertatis Conscientia – 22/3/1986) che evidenziava i principali elementi della dottrina cristiana sulla libertà e sulla liberazione.

La nuova ermeneutica latinoamericana ha provocato forti opposizioni all'interno della chiesa, poiché metteva in discussione il complesso della lettura dogmatica e dunque la posizione dell'autorità religiosa garante dell’ortodossia. La gerarchia ecclesiastica vaticana non l’ha mai gradita perché, secondo Leonardo Boff, è una teologia che chiede cambi nella società e nella chiesa. Ingiustamente, sostiene ancora l'ex-francescano, i suoi teologi sono stati accusati di essere alleati con i marxisti e di rappresentare un “cavallo di troia” mediante il quale far entrare questa dottrina politico-filosofica nella chiesa tradizionale. Lo scontro tra le gerarchie vaticane e i teologi delle periferie del mondo, o tra la teologia dogmatica e quella liberazionista, mostra due modelli di chiesa. Non due chiese ma due modi diversi di vivere la chiesa di Gesù Cristo. Da una parte quell’istituzionale e dogmatica che dialoga con i poderosi della terra, dall'altra quella dei poveri che dialoga con i condannati della terra.

La teologia della liberazione nacque alla fine degli anni' 70, dopo il Concilio Vaticano II, quando la chiesa latinoamericana prese atto della grave crisi sociale, determinata da uno spregiudicato sviluppo capitalistico che produceva milioni di emarginati, i quali erano anche cristiani e cattolici. “L'Episcopato latinoamericano non può restare indifferente davanti alle tremende ingiustizie sociali esistenti in America Latina, che mantiene la maggioranza della nostra gente in una dolorosa povertà vicina in moltissimi casi all’inumana miseria. Un sordo clamore proviene da milioni di uomini, chiedendo ai suoi pastori una liberazione che non gli arriva da nessuna parte” (1968 Conferenza di Medellin – Povertà, 1,2). Cristo ha fatto una scelta chiara in favore dei poveri e degli oppressi. Questo è il punto partenza delle teologie della liberazione. La “opzione per i poveri” riceverà nella Conferenza di Puebla del 1979 l'aggettivo “preferenziale, identificando cosi il servizio ai poveri come il criterio di salvezza nella Chiesa di Cristo. Il povero, quindi, rappresenta il luogo teologico della manifestazione di Dio e la teologia una riflessione critica sulla prassi della liberazione. La risposta del “Papa nero” al quotidiano spagnolo – così soprannominato per il colore della tonaca che indossa e perché, come il Pontefice, è eletto a vita a capo della Compagnia di Gesù, l'ordine teologicamente e dottrinalmente più visibile della Chiesa Cattolica – è importante perché, oltre a voler affermare che forse è stato un errore aver impedito alla teologia della liberazione di volare, pone l'attenzione nei confronti di una delle correnti teologiche più importanti dell'America Latina e il rilievo sul problema della sua emancipazione.☺

 pinobruno@yahoo.it

 

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