libri da gustare
26 Febbraio 2010 Share

libri da gustare

 

Vite dei santi, recitava a grandi lettere l'elegante locandina affissa appena fuori dal negozio di alimentari; a caratteri più piccoli altro vi era scritto ma non prestai attenzione… la vita dei santi non mi ha mai appassionato.

Era il 24 dicembre e, come quasi sempre durante le feste di Natale, mi trovavo a Ripabottoni, il mio paese.

Alcuni giorni dopo, gentilmente invitata, mi reco nella bella Biblioteca Comunale di Ripa per l'ascolto e la lettura a voce alta di un libro proposto da Molise d’Autore e dall'Associazione Socio Culturale Tito Barbieri. La sala è semivuota, siamo in pochi, ma il libro La terra del ritorno, una trilogia di Nino Ricci, è bellissimo; scorrendo le pagine vengo a poco a poco catturata dalla storia: Vittorio, un bambino di sette anni, vive con la mamma e il nonno invalido in uno dei tanti dimenticati paesi del Molise, sparsi sugli Appennini. È il 1960 e il padre è emigrato in Canada da quattro anni. Il ragazzo frequenta la scuola con scarso profitto, è sempre distratto, si annoia e solo quando la maestra gli legge le vite dei Santi, Vittorio ascolta interessato. Una storia più di tutte lo appassiona, quella di Santa Cristina, perché Cristina è il nome di sua madre.

Un evento inaspettato e scandaloso sconvolge la vita del piccolo nucleo familiare costringendo la madre, una donna forte e ribelle, a lasciare insieme al figlio il piccolo paese del Molise. Cominciano i preparativi per la partenza: il passaporto, il baule, i saluti… La maestra, commossa, lo abbraccia con grande trasporto e gli regala il libro Vite dei Santi.

Vittorio, quasi come in un sogno e inconsapevole di cosa lo aspetta, si ritrova al porto di Napoli e poi sulla nave che li porterà ad Halifax in Canada.

Il viaggio in mare durerà giorni e giorni; tante le persone conosciute: il capitano, il medico di bordo un ufficiale gentiluomo, passeggeri amichevoli e, al suo arrivo, un… perfetto estraneo: suo padre. L'incontro con il padre segna la fine del primo libro intitolato “Vite dei Santi”.

L'autore continua poi la storia con altri due romanzi La casa di vetro e Il fratello italiano, dove viene raccontato il difficile rapporto con il padre e la sorella Rita. Vittorio dovrà gradualmente integrarsi e appropriarsi della lingua, in una terra sconosciuta e talvolta ostile “La chiesa sembrava l'unico posto dove la mia lingua non fosse usata contro di me, e dove potevo rilassarmi al suono familiare del latino…” (pag. 311).

Vittorio un giorno farà ritorno alla terra d'origine, al paese che aveva abbandonato, ma scoprirà  che più niente corrisponde all'immagine che per tanti anni si è portato dietro.  

La terra del ritorno, magistralmente tradotto da Gabriella Iacobucci, è un libro emozionante, a tratti struggente. L'autore, Nino Ricci, nato nell'Ontario da genitori contadini emigrati in Canada dal Molise, ha saputo raccontare con realismo e senza retorica l'emigrazione, descrivendo dettagliatamente luoghi e persone, dipingendo immagini con le parole. La storia è trascinante, i capitoli scorrono veloci uno dietro l'altro coinvolgendo in un crescendo il lettore.

Consiglio vivamente la lettura di questa trilogia perché è la storia della nostra emigrazione. Anche i molisani sono stati un popolo di emigranti e sarebbe bene ricordarlo quando, verso i nuovi emigranti di oggi, usiamo talvolta toni di disprezzo.  

Ero partita da Roma con tre libri, da leggere nella quiete rilassatezza di Ripa… sono tornata a Roma con un libro, La terra del ritorno, che ho letto durante tutta la mia permanenza e che non vedo l'ora di terminare.

Ah! dimenticavo, al terzo incontro in biblioteca eravamo molti di più e questa lettura collettiva è stata davvero piacevole. È stato bello ritrovarsi lì, insieme, a commentare, a riflettere, a ricordare, a commuoversi e… a mangiare un pezzo di dolce, perché, come scrive Roberto Piumini “Se i libri fossero di frutta candita, li sfoglierei leccandomi le dita”. W la lettura!

E se in questi giorni di festa trascorsi a Ripa ho potuto “gustare” la lettura di questo bel libro e conoscere un autore, Ricci, di cui ignoravo l'esistenza, il merito è  del “Progetto Biblioteche Aperte – Il libro e la voce”. Questo progetto, promosso dall’Associazione Molise d'Autore, patrocinato dalla Regione Molise e dall'Ambasciata Canadese, propone incontri di lettura a tavolino (con partecipanti dai 6 ai 10), condotti da Gabriella Iacobucci; gli autori scelti sono stranieri di origine molisana oppure scrittori molisani poco conosciuti.

L'iniziativa è senza dubbio encomiabile e già l'estate scorsa, con la collaborazione dell’Associazione Socio-Culturale Tito Barbieri e del suo presidente Domenico Ciarla, abbiamo avuto la possibilità di leggere e apprezzare il libro Le voci di mio padre di Joe Fiorito, autore di origini ripabottonesi.

      Ben vengano altri incontri de “Il libro e la voce” perché, oltre ad animare quelle biblioteche del territorio che talvolta somigliano troppo a musei del libro, sono occasioni culturali preziose di cui i paesi del nostro Molise hanno bisogno. ☺

 

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