Nelle pieghe del bilancio
7 Giugno 2014 Share

Nelle pieghe del bilancio

Per ben comprendere il linguaggio politichese – quello che “c’incanta” quando le campagne elettorali si fanno infocate – occorre avere un decoder, ossia uno strumento appositamente costruito per poter decifrare il senso letterale, a volte anche grammaticale, delle parole che i personaggi pubblici, o aspiranti tali, comunicano. Mi spiego. Per sapere se terranno fede alle promesse, ovvero hanno tenuto fede agli impegni assunti, è buona norma verificare, attraverso gli atti, quelli pubblici – che spesso, a torto, ignoriamo – quali siano le strategie in essi indicate e da seguire per occuparsi del Bene Comune.

Direte quante belle parole per non dire alcunché. E invece no. Proviamo a procurarci un documento economico finanziario, documento programmatico nel quale sono indicate le strategie e gli obiettivi che gli amministratori pubblici (a vari livelli) vorranno perseguire. Dalla allocazione delle risorse nei capitoli di spesa e nelle UPB – che non è una parolaccia – ma indica l’Unità Programmatica di Bilancio – possiamo comprendere quali saranno le azioni che i famosi personaggi pubblici, o aspiranti tali, saranno in grado di effettuare. Concretamente: la Regione Molise con Legge Regionale n. 12 dell’8.4.14, ha approvato il Bilancio regionale di competenza e di cassa per l’esercizio finanziario 2014 – Bilancio Pluriennale 2014/2016. Esaminando da casalinga, neanche tanto sveglia, i vari capitoli e le varie UPB apprendo, per fare un esempio, che l’Ente Regione ha assegnato – per lo svolgimento delle attività di seguito indicate – ben 40.000 “euri” al CRAL “Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori Ente Regione Molise”, “istituto unitario autonomo che ha il compito fondamentale di promuovere e gestire come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, iniziative ed attività culturali, ricreative, assistenziali, formative, motorio-sportive, turistiche” – [riportato fedelmente dal sito CRAL] – riservando, nel contempo, all’IRESMO, (Istituto regionale per gli Studi Storici del Molise), Ente di Diritto Pubblico Regionale, strumento di intervento e di programmazione della Regione Molise, nel settore storico-culturale,  che, tra l’altro,  “promuove, svolge e coordina ricerche, studi e pubblicazioni su tutto ciò che attiene alla storia della regione, dalle più antiche fasi dell’insediamento umano all’epoca contemporanea”, (L.R. n.33/04), la modica somma di 30.000 “euri”. Ma si sa con la cultura non si mangia.

Ora la domanda sorge spontanea: “Cosa intende promuovere la regione Molise e quale il grado di interesse e di priorità nelle scelte? Riservare risorse pubbliche alla collettività oppure no? Qualcosa non torna… ma, ripeto, io sono solo una casalinga e neanche tanto sveglia… Si potrebbe, ancora, continuare nella lettura, verificando il quantum delle risorse assegnate agli interventi per l’assistenza sanitaria, per la promozione del lavoro – perso o non ancora trovato -, per la difesa del territorio, per la promozione del turismo, per il sostegno alle imprese e così via, constatando che le risorse rese disponibili sono esigue o addirittura inadeguate se comparate al budget assegnato per il funzionamento della macchina amministrativa – Organi, Personale ecc. -.

Lascio a voi trarre le conclusioni sulla qualità delle scelte politiche e sociali, perché questa è un’altra storia, anzi la stessa triste storia del Molise.

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