Nonni disoccupati
15 Aprile 2024
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Nonni disoccupati

Di fronte al calo delle nascite e al conseguente calo demografico, sarebbe troppo semplicistico e riduttivo accusare le nuove generazioni di coppie di “egoismo” a non voler fare figli. Un adulto in età lavorativa, come chi scrive, si accinge a compiere 60 anni, e oltre ad essere figlio di genitori anziani, bisognosi di assistenza, è anche un genitore di uno o più figli. Per questa condizione, suo malgrado, diventa un potenziale nonno e deve trovarsi pronto quale “forza lavoro” per l’eventuale nascita di un nipote. Assieme a tutti quei “nonni baby-sitter” andrà a costituire un aiuto indispensabile al welfare sociale a sostegno della crescita delle famiglie dei propri figli. In Italia, ed altri Stati europei, ci si ricorda delle eventuali nascite quando si fanno i conti con il PIL ed il debito pubblico. La Presidente del Consiglio italiana, si presume mossa perché donna (sic!), ha propagandato subito l’obiettivo di riportare le nascite da 350mila a 500mila l’anno, peccato che poi tutte le politiche economiche intraprese dal governo da lei presieduto vadano nella direzione opposta, anzi altra precarietà nei contratti di lavoro si aggiunge a quella precedente e nessuna politica concreta per la nascita di nuove famiglie è stata intrapresa.
Gran parte dei giovani migrano dai piccoli centri alle grandi città, e le coppie si formano dove si trova lavoro per lo più precario. Costi di acquisto e affitti proibitivi a causa della sfrenata e non controllata (dal governo!) speculazione edilizia (si pensi alle proteste nelle “tende da campeggio” davanti alle università), ma soprattutto delle non controllate (sempre dal governo!) speculazioni delle banche che dovrebbero erogare i mutui, che nonostante la recessione e il covid hanno visto negli ultimi anni aumentare a dismisura i loro profitti. A completare l’ingiustizia, lo stesso governo privilegia ora le regioni ricche del nord a discapito di quelle del sud favorendo servizi sociali e sanità privata non alla portata di tutti, e relegando le terre meridionali a “cortili” del nord dove mettere distese di pannelli solari e pale eoliche.
Alle difficoltà, per chi vuole costruire una famiglia, si aggiunge poi l’astio, non ancora osteggiato dalla Presidente del Consiglio (sempre donna!), per la maternità delle donne e la paternità degli uomini nei posti di lavoro, e successivamente i costi dei micronidi, degli asili e delle baby-sitter. Si tratta di costi che pesano sui bilanci familiari soprattutto se non si è avuta la fortuna di migrare dal piccolo centro assieme a quel potenziale economico rappresentato dai nonni. In- somma oltre alla storica valigia del migrante, con gli effetti personali e i prodotti gastronomici tipici del proprio territorio, è bene portarsi dietro anche un genitore, che sarà il nonno a disposizione per eventuali nipoti.
Ampliamo, ora, l’analisi su aspetti globali: le crisi geo-politiche, caratterizzate da dittature, povertà e desertificazioni; l’impatto delle tante guerre in atto; i genocidi di popolazioni inermi che ancora si ripropongono in tutto il loro sprezzante terrore e, infine, i catastrofici cambiamenti climatici. Tutto ciò non può che generare altra emigrazione e flussi di popoli disperati. Ebbene, questo calvario non può prescindere dal rito della riproduzione dell’essere umano. La reticenza delle coscienze di uomini e donne a procreare può essere letta, anche se non giustificata, come pausa di riflessione, per interrogarsi sui danni che l’essere umano sta provocando su di sé e sull’ ambiente che lo circonda.
Intanto i “nonni disoccupati” sessantenni, che comunque devono ancora lavorare fino a 67 anni se non addirittura 70, possono comunque dedicarsi ai genitori anziani nelle loro case, perché le residenze per gli anziani costano e non sono parcheggi; a riempire le strade dei paesi disabitati come “son- nambuli” (così definiti da una recente ricerca demografica!); a dedicarsi magari alle adozioni a distanza di nipoti orfani di guerra, vittime di sfruttamento e malnutrizione.
Beh! Diremo che gli aspiranti nonni hanno già abbastanza impegni per non essere disoccupati, in attesa dell’arrivo della cicogna che porterà loro forse dei nipotini, sempre che, intanto, l’essere umano non faccia estinguere anche la cicogna.☺

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