Per un mare di qualità
5 Maggio 2017
La Fonte (351 articles)
Share

Per un mare di qualità

L’ecoregione Mediterraneo è un’area vastissima, marina e terrestre, che comprende una grandissima varietà di ambienti animali, culture e popoli. Quest’area possiede una varietà di ambienti e paesaggi, ed è un delicato intreccio di cultura e biodiversità. Questo equilibrio è sempre più minacciato dall’impatto delle attività umane come il consumo del suolo, la desertificazione, la pesca eccessiva e l’inquinamento. Le conseguenze sono impatti diretti e indiretti sulla biodiversità, che vengono a loro volta amplificati dai cambiamenti climatici. Per questo motivo la rete degli uffici WWF di Francia, Italia, Grecia, Spagna e Turchia si è impegnata nella definizione di una strategia di conservazione comune, con l’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità.

Il mare nostrum è diventato meta finale dei nostri scarti: dalle sostanze tossiche al petrolio, dalla plastica ad altri rifiuti. Da questo si deve partire per impostare (o imporre) una seria politica di sostenibilità dell’ambiente marino, per evitare che specie chiave quali il pescespada, il tonno rosso, gli squali e le tartarughe scompaiano definitivamente. Ad esempio la pesca del pescespada del Mediterraneo è aumentata negli ultimi trent’anni. La biomassa dello stock di questa specie è inferiore dell’88% rispetto ai livelli considerati sostenibili. Secondo il parere della comunità scientifica attualmente stiamo pescando il pescespada il doppio rispetto al livello considerato sostenibile. Con sempre più frequenza i pesci vengono catturati prima che abbiano avuto il tempo di riprodursi: si tratta di esemplari sottotaglia che rappresentano fino al 70% delle catture attuali.

“La tutela del pescespada nel Mediterraneo è un obiettivo che dobbiamo assolutamente raggiungere non soltanto per mantenere e aiutare sistemi di pesca tradizionale che sostengono il benessere di importanti comunità costiere, ma per garantire quegli equilibri ecologici da cui dipende la produttività di tutto il Mediterraneo. Senza i grandi predatori, come il pescespada e il tonno, avremmo un mare più povero e vuoto. L’azione condotta dal WWF per la protezione del tonno rosso, specie che negli anni si è drammaticamente avvicinata all’estinzione commerciale e che ora sta fortunatamente recuperando, ha dimostrato che con intelligenza, bilanciando gli sforzi e con il contributo di tutti, è possibile aiutare questi grossi pesci pelagici a recuperare un equilibrio fondamentale per la loro sopravvivenza, per il benessere degli ecosistemi marini ma  soprattutto per un mare sano e produttivo” – ha detto Isabella Pratesi, direttore Programma conservazione del WWF Italia.

Gli Oceani, in termini di beni e servizi, valgono almeno 24 mila miliardi di dollari, circa 2.500 miliardi di dollari l’anno e si pongono al settimo posto tra le dieci maggiori economie mondiali. Nonostante questo, l’incremento della pesca negli ultimi cinquant’anni, attraverso pratiche industriali insostenibili, sta lentamente portando al collasso le riserve ittiche e distruggendo gli habitat marini. Inoltre tra il 1970 e il 2010 è scomparsa la metà dei coralli presenti nel pianeta, mentre le specie marine sono diminuite del 39%.

 

La Fonte

La Fonte