Vorrei parlarvi del meraviglioso rapporto tra l'uomo e il cibo, come tra l'albero e la terra, come tra l'aria e l'acqua, come tra l'incanto e il miracolo di una natura sacra e inviolabile legata alla essenza stessa della nostra vita. Proprio perché il cibo oggi è troppo spesso trattato come sacrilegio, bene di consumo violato, insano, contraffatto, ingurgitato ma non assaporato, divorato con rabbia per soddisfare la fame, mentre fai una pausa dal lavoro, solo per chiudere quel buco nello stomaco che ti procura un fastidio fisico o consumato a tavola con la tua famiglia mentre ti avveleni l'anima guardando le amare verità di Ballarò o Report e strappi quel boccone di pane con la rabbia di chi col pensiero scapperebbe in un luogo che vive solo nella propria fantasia. Cibo come rifugio dalle proprie frustrazioni, cibo espressione delle più esagerate avidità. Non cibo come sale della terra, regalo quotidiano della natura, più semplicemente momento di pace ed estasi dei sensi, arte pura, l'alchimia degli ingredienti e dei sapori che soddisfino anche gli occhi, qualche volta fino alla meraviglia.
In tutta la Penisola le sfumature e le varietà di quest'arte raggiungono l'infinito, il bello della lentezza e di un tempo di pace.
“Dimmi come mangi e ti dirò chi sei” , recita un proverbio. Qui in Molise si dice che se vuoi conoscere veramente una persona, ci devi mangiare a tavola. Dal suo rapporto col cibo e da come lo condivide con te, capirai subito il suo grado di avidità, se saprà riconoscere spezie, profumi, ingredienti, capirai la sua profondità d'animo, dalla scelta di una pietanza capirai di quanto ha bisogno la sua materialità.
Il rapporto col cibo è come un rapporto d'amore, ha mille sfaccettature e parla della tua terra, di come hai vissuto, delle tue radici.
Tutto questo preambolo per dirvi che sono rimasta molto colpita da una sfida televisiva per parlar di cibo e di tradizioni gastronomiche regionali in una recente trasmissione di Qualitalia dop andata in onda su Rai Due. Sì, una vera e propria sfida tra la Toscana e il Molise. Toscana e Molise! Dura da vincere, ma ognuno ha i suoi eroi. Noi ce l'abbiamo.
Il nostro protagonista si chiama Aldo Casilli, appassionato intenditore di gastronomia e gestore, insieme a sua moglie Maria, impareggiabile cuoca, della Vecchia trattoria da Tonino situata al centro di Campobasso. Il signor Aldo ha difeso ed esaltato il Molise, i suoi profumi, i sapori della nostra terra con una passione disarmante. Difendere il nostro olio d'oliva dinanzi all'esperto toscano, i nostri latticini, i formaggi, il tartufo, i vini, come il meglio che si possa trovare sulla faccia della terra, sapeva di poesia.
Ma veniamo ai sapori. E al gustare con gli occhi prima ancora che col palato. Un fiore di zucchina, per esempio, con un cuore di ricottina dolce e qualche dadino di morbida pancetta, avvolto in una impalpabile e croccante pastella ti giunge sulla tavola infiocchettato da qualche ciuffo di agretti, anch'esso imbalsamato in un velo di pastella croccante. Ebbene, resti qualche istante a guardarlo prima ancora di affondare i rebbi della tua forchetta. Ti dispiace quasi di violare un'opera perfetta della fantasia culinaria!
Che dire, poi, delle linguine con sugo di baccalà, salsa di noci e mollica abbrustolita o un secondo a base di variazioni di baccalà, che non vi svelo perché son da provare, per passare a raccontarvi subito di una millefoglie con crema chantilly servita in gran coppa. Divina!
Insomma cucina tradizionale condita con l'arte, riconosciuta dalle guide Michelin o dal Gambero Rosso, meta di fini assaggiatori provenienti da più parti d'Italia.
Il menù è rigorosamente recitato, i vini scelti e consigliati con sapiente armonia, la musica leggera in sottofondo e gli ospiti che in composta convivialità non oserebbero mai alzare il tono della voce, quasi che la maestria della cuoca e la soddisfazione del gusto suonino insieme la melodia.
Uno dei tanti piccoli tesori nascosti in questo brutto anatroccolo di regione che non aspetta altro che mostrare di essere un cigno! Una favola? Chissà. Un piccolo tassello di un unico Paese che va difeso, sollevato, allevato, protetto, animato, diffuso, amato così com'è.
Ma… potete immaginare quale sia, oltre ad una cultura gastronomica semplice ma universalmente gradita, la scoperta più bella e rara che potete fare in terra di Molise? Conoscere il “rumore del silenzio”.
Ebbene – vi assicura Aldo – da noi potete godere i dolci paesaggi, un particolare profumo dell'aria e i suoni del silenzio.☺
giuliadambrosio@hotmail.it
Vorrei parlarvi del meraviglioso rapporto tra l'uomo e il cibo, come tra l'albero e la terra, come tra l'aria e l'acqua, come tra l'incanto e il miracolo di una natura sacra e inviolabile legata alla essenza stessa della nostra vita. Proprio perché il cibo oggi è troppo spesso trattato come sacrilegio, bene di consumo violato, insano, contraffatto, ingurgitato ma non assaporato, divorato con rabbia per soddisfare la fame, mentre fai una pausa dal lavoro, solo per chiudere quel buco nello stomaco che ti procura un fastidio fisico o consumato a tavola con la tua famiglia mentre ti avveleni l'anima guardando le amare verità di Ballarò o Report e strappi quel boccone di pane con la rabbia di chi col pensiero scapperebbe in un luogo che vive solo nella propria fantasia. Cibo come rifugio dalle proprie frustrazioni, cibo espressione delle più esagerate avidità. Non cibo come sale della terra, regalo quotidiano della natura, più semplicemente momento di pace ed estasi dei sensi, arte pura, l'alchimia degli ingredienti e dei sapori che soddisfino anche gli occhi, qualche volta fino alla meraviglia.
In tutta la Penisola le sfumature e le varietà di quest'arte raggiungono l'infinito, il bello della lentezza e di un tempo di pace.
“Dimmi come mangi e ti dirò chi sei” , recita un proverbio. Qui in Molise si dice che se vuoi conoscere veramente una persona, ci devi mangiare a tavola. Dal suo rapporto col cibo e da come lo condivide con te, capirai subito il suo grado di avidità, se saprà riconoscere spezie, profumi, ingredienti, capirai la sua profondità d'animo, dalla scelta di una pietanza capirai di quanto ha bisogno la sua materialità.
Il rapporto col cibo è come un rapporto d'amore, ha mille sfaccettature e parla della tua terra, di come hai vissuto, delle tue radici.
Tutto questo preambolo per dirvi che sono rimasta molto colpita da una sfida televisiva per parlar di cibo e di tradizioni gastronomiche regionali in una recente trasmissione di Qualitalia dop andata in onda su Rai Due. Sì, una vera e propria sfida tra la Toscana e il Molise. Toscana e Molise! Dura da vincere, ma ognuno ha i suoi eroi. Noi ce l'abbiamo.
Il nostro protagonista si chiama Aldo Casilli, appassionato intenditore di gastronomia e gestore, insieme a sua moglie Maria, impareggiabile cuoca, della Vecchia trattoria da Tonino situata al centro di Campobasso. Il signor Aldo ha difeso ed esaltato il Molise, i suoi profumi, i sapori della nostra terra con una passione disarmante. Difendere il nostro olio d'oliva dinanzi all'esperto toscano, i nostri latticini, i formaggi, il tartufo, i vini, come il meglio che si possa trovare sulla faccia della terra, sapeva di poesia.
Ma veniamo ai sapori. E al gustare con gli occhi prima ancora che col palato. Un fiore di zucchina, per esempio, con un cuore di ricottina dolce e qualche dadino di morbida pancetta, avvolto in una impalpabile e croccante pastella ti giunge sulla tavola infiocchettato da qualche ciuffo di agretti, anch'esso imbalsamato in un velo di pastella croccante. Ebbene, resti qualche istante a guardarlo prima ancora di affondare i rebbi della tua forchetta. Ti dispiace quasi di violare un'opera perfetta della fantasia culinaria!
Che dire, poi, delle linguine con sugo di baccalà, salsa di noci e mollica abbrustolita o un secondo a base di variazioni di baccalà, che non vi svelo perché son da provare, per passare a raccontarvi subito di una millefoglie con crema chantilly servita in gran coppa. Divina!
Insomma cucina tradizionale condita con l'arte, riconosciuta dalle guide Michelin o dal Gambero Rosso, meta di fini assaggiatori provenienti da più parti d'Italia.
Il menù è rigorosamente recitato, i vini scelti e consigliati con sapiente armonia, la musica leggera in sottofondo e gli ospiti che in composta convivialità non oserebbero mai alzare il tono della voce, quasi che la maestria della cuoca e la soddisfazione del gusto suonino insieme la melodia.
Uno dei tanti piccoli tesori nascosti in questo brutto anatroccolo di regione che non aspetta altro che mostrare di essere un cigno! Una favola? Chissà. Un piccolo tassello di un unico Paese che va difeso, sollevato, allevato, protetto, animato, diffuso, amato così com'è.
Ma… potete immaginare quale sia, oltre ad una cultura gastronomica semplice ma universalmente gradita, la scoperta più bella e rara che potete fare in terra di Molise? Conoscere il “rumore del silenzio”.
Ebbene – vi assicura Aldo – da noi potete godere i dolci paesaggi, un particolare profumo dell'aria e i suoni del silenzio.☺
Vorrei parlarvi del meraviglioso rapporto tra l'uomo e il cibo, come tra l'albero e la terra, come tra l'aria e l'acqua, come tra l'incanto e il miracolo di una natura sacra e inviolabile legata alla essenza stessa della nostra vita. Proprio perché il cibo oggi è troppo spesso trattato come sacrilegio, bene di consumo violato, insano, contraffatto, ingurgitato ma non assaporato, divorato con rabbia per soddisfare la fame, mentre fai una pausa dal lavoro, solo per chiudere quel buco nello stomaco che ti procura un fastidio fisico o consumato a tavola con la tua famiglia mentre ti avveleni l'anima guardando le amare verità di Ballarò o Report e strappi quel boccone di pane con la rabbia di chi col pensiero scapperebbe in un luogo che vive solo nella propria fantasia. Cibo come rifugio dalle proprie frustrazioni, cibo espressione delle più esagerate avidità. Non cibo come sale della terra, regalo quotidiano della natura, più semplicemente momento di pace ed estasi dei sensi, arte pura, l'alchimia degli ingredienti e dei sapori che soddisfino anche gli occhi, qualche volta fino alla meraviglia.
In tutta la Penisola le sfumature e le varietà di quest'arte raggiungono l'infinito, il bello della lentezza e di un tempo di pace.
“Dimmi come mangi e ti dirò chi sei” , recita un proverbio. Qui in Molise si dice che se vuoi conoscere veramente una persona, ci devi mangiare a tavola. Dal suo rapporto col cibo e da come lo condivide con te, capirai subito il suo grado di avidità, se saprà riconoscere spezie, profumi, ingredienti, capirai la sua profondità d'animo, dalla scelta di una pietanza capirai di quanto ha bisogno la sua materialità.
Il rapporto col cibo è come un rapporto d'amore, ha mille sfaccettature e parla della tua terra, di come hai vissuto, delle tue radici.
Tutto questo preambolo per dirvi che sono rimasta molto colpita da una sfida televisiva per parlar di cibo e di tradizioni gastronomiche regionali in una recente trasmissione di Qualitalia dop andata in onda su Rai Due. Sì, una vera e propria sfida tra la Toscana e il Molise. Toscana e Molise! Dura da vincere, ma ognuno ha i suoi eroi. Noi ce l'abbiamo.
Il nostro protagonista si chiama Aldo Casilli, appassionato intenditore di gastronomia e gestore, insieme a sua moglie Maria, impareggiabile cuoca, della Vecchia trattoria da Tonino situata al centro di Campobasso. Il signor Aldo ha difeso ed esaltato il Molise, i suoi profumi, i sapori della nostra terra con una passione disarmante. Difendere il nostro olio d'oliva dinanzi all'esperto toscano, i nostri latticini, i formaggi, il tartufo, i vini, come il meglio che si possa trovare sulla faccia della terra, sapeva di poesia.
Ma veniamo ai sapori. E al gustare con gli occhi prima ancora che col palato. Un fiore di zucchina, per esempio, con un cuore di ricottina dolce e qualche dadino di morbida pancetta, avvolto in una impalpabile e croccante pastella ti giunge sulla tavola infiocchettato da qualche ciuffo di agretti, anch'esso imbalsamato in un velo di pastella croccante. Ebbene, resti qualche istante a guardarlo prima ancora di affondare i rebbi della tua forchetta. Ti dispiace quasi di violare un'opera perfetta della fantasia culinaria!
Che dire, poi, delle linguine con sugo di baccalà, salsa di noci e mollica abbrustolita o un secondo a base di variazioni di baccalà, che non vi svelo perché son da provare, per passare a raccontarvi subito di una millefoglie con crema chantilly servita in gran coppa. Divina!
Insomma cucina tradizionale condita con l'arte, riconosciuta dalle guide Michelin o dal Gambero Rosso, meta di fini assaggiatori provenienti da più parti d'Italia.
Il menù è rigorosamente recitato, i vini scelti e consigliati con sapiente armonia, la musica leggera in sottofondo e gli ospiti che in composta convivialità non oserebbero mai alzare il tono della voce, quasi che la maestria della cuoca e la soddisfazione del gusto suonino insieme la melodia.
Uno dei tanti piccoli tesori nascosti in questo brutto anatroccolo di regione che non aspetta altro che mostrare di essere un cigno! Una favola? Chissà. Un piccolo tassello di un unico Paese che va difeso, sollevato, allevato, protetto, animato, diffuso, amato così com'è.
Ma… potete immaginare quale sia, oltre ad una cultura gastronomica semplice ma universalmente gradita, la scoperta più bella e rara che potete fare in terra di Molise? Conoscere il “rumore del silenzio”.
Ebbene – vi assicura Aldo – da noi potete godere i dolci paesaggi, un particolare profumo dell'aria e i suoni del silenzio.☺
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