Provvisori o stabili?
10 Marzo 2022
laFonteTV (3191 articles)
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Provvisori o stabili?

Il provvisorio spaventa molto. Si ha sempre bisogno di essere certi di qualcosa. Eppure mai come in questo momento sento tutto molto provvisorio. La cosa non mi spaventa affatto perché è dal provvisorio che potrebbe nascere la stabilità. Indubbiamente c’è molta incoscienza in questa affermazione perché, se ci guardiamo intorno, tutto è provvisorio: elezioni, dati, statistiche, pandemia, candidati, accordi. Tutto basato su una provvisorietà che mantiene il mondo con il fiato sospeso. Viviamo di provvisorio.

Ripenso spesso al passato e ho nostalgia di quella gioventù che mi faceva sentire al sicuro e protetta. Dentro e fuori la mia casa. E non avevo paura di guardare avanti. Quasi sicuramente il provvisorio c’era allora ma chi si prendeva cura di me faceva in modo tale che non me ne accorgessi o meglio che non ne avessi paura perché mi guidava a credere che da un provvisorio potesse nascere una stabilità: che niente era sicuro ma che tutto potesse accadere. Non mi appassionava molto la scuola allora e ciò che studiavo. Sentivo che non mi apparteneva. Grazie a quegli insegnanti però ho capito che avrei potuto studiare qualsiasi cosa perché la differenza avrei potuto farla io, comprendendo non le regole ma dove sarei potuta arrivare se le avessi fatte mie.

Oggi mi ritrovo sempre di più ad ascoltare genitori disperati perché il proprio figlio a scuola è indesiderato non solo dai compagni, dai quali è utilizzato come jolly da giocare nelle scorribande, ma dagli insegnanti stessi che invitano il genitore a riprenderlo da scuola quando diventa fastidioso per la classe. Certo da parte sua il ragazzo non facilita il compito ma si è “entrati” nell’instabilità di questo ragazzo?

Noi adulti che continuiamo a dire che oggi i ragazzi hanno poca attenzione, pochi sogni, poche passioni, noi che abbiamo avuto la possibilità di farlo, ci crediamo ancora? Abbiamo fiducia nel credere che ognuno abbia una propria “bellezza”? Crediamo nei sogni, nella speranza di un futuro migliore, in quello che siamo, in quello che facciamo o è sempre colpa della provvisorietà del tempo che stiamo vivendo?

Come spesso accade la risposta a queste mie domande arriva dai ragazzi. Ho letto pochi giorni fa una relazione sull’ambiente di una studentessa di 11 anni che mi ha infuso una buona dose di coraggio e ottimismo. Oltre a tracciare una linea sicura e determinata di come comportarci, conclude con queste parole: “Chi ci dice che un vecchio calendario non possa diventare una protezione quando ci si mette lo smalto oppure un foglio dove far disegnare i bambini o uno spazio dove fare i calcoli? Che una vecchia coperta non possa diventare delle presine da cucina? Che una bottiglia di plastica non possa diventare un dosatore o che una scatola senza vita possa diventare una casa delle bambole?”.

Bisognerebbe andare oltre il nostro piccolo, non fermarci ai nostri limiti ma guardare anche dove non c’è visuale. “Guardare dove non c’è visuale”… forse non è tutta colpa dell’instabilità che stiamo vivendo. Forse pensiamo di non avere limiti perché viviamo in un tempo dove il limite deve essere sempre superato. In ogni campo. E senza accorgercene stiamo rendendo instabile la nostra umanità.

Siamo fortunati perché i nostri ragazzi, se ascoltati, sanno come ricordarcelo e noi con loro possiamo ancora costruire un futuro migliore e stabile.☺

 

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