quanti caino
1 Marzo 2010 Share

quanti caino

 

È da tempo che mi chiedo quanti Caino sono ancora in circolazione. Quanta gente ammazza il proprio fratello per appagare il proprio io? Quanti distruggono affetti, vincoli, rapporti interpersonali ultradecennali per arrivare ad un risultato che certamente non giova a nessuno.

Il numero dei fratricidi aumenta di giorno in giorno: tutti contro tutti, senza più identità, per un pugno di centesimi. I provvedimenti governativi hanno fortemente contribuito alla lacerazione dell’Unità nazionale, alla disgregazione delle comunità e alla crisi delle famiglie.

Extracomunitari esclusi da assunzioni perché non italiani del nord, Presidi del sud messi alla berlina, ragazzi offesi per la loro nascita in regioni non del nord.

Dobbiamo prendere atto, anche per nostre evidenti responsabilità, che la Lega e il leghismo hanno vinto la loro scommessa disgregante sul piano emotivo, mentale e della sensibilità collettiva. Ogni giorno la nostra Nazione perde l’identità di popolo, lacerata da crescenti tensioni, senza più senso di appartenenza e di identità. I principi cardini della Costituzione sono messi quotidianamente in discussione.

La mancanza del senso di appartenenza e di comunità non solo ha portato a situazioni imbarazzanti sul piano sociale, ma ha introdotto forme di comportamento riprovevoli e devianti soprattutto nei più giovani.

Per frenare, ad esempio, l’abuso di consumo di alcool da parte di minorenni, nella totale assenza delle famiglie, stanno intervenendo alcuni sindaci che hanno emesso ordinanze che vietano l’uso di alcool a soggetti inferiori a 16 anni. Sappiamo bene tutti che i provvedimenti proibizionistici non risolvono il o i problemi!

I buoni propositi di questi sindaci lasceranno il tempo che trovano, come sostiene don Antonio Mazzi, se le famiglie non tornano ad educare. Non basta una sgridata frettolosa, bisogna insegnare corretti stili di vita e rispetto delle regole. Non è facile se poi chi governa emana provvedimenti discriminanti e comunque di divisione sociale.

Il crescente uso di alcool negli adolescenti è dovuto al progressivo dissolversi dell’infanzia e al disinteresse delle famiglie su che cosa fanno effettivamente i figli.

Per invertire la rotta è necessario una assunzione generale di responsabilità, smettendo  di far finta che il problema non esista.

È una responsabilità che investe non solo le famiglie, ma tutti gli educatori. Deve assumersi l’onere della denuncia e della formazione anche chi ha la guida spirituale delle comunità locali, stando in mezzo alla gente, avvicinando le famiglie e i giovani. Limitarsi a celebrare i Sacramenti, senza una presenza costante e forte nella comunità non serve a niente.

I giovani cercano guide, un leader a cui ispirarsi.☺

mario@ialenti.it

 

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