sanità da risanare
19 Aprile 2010 Share

sanità da risanare

 

Un cittadino di Campobasso, Traiano Marcanzano, di 79 anni, è andato a prenotare una visita cardiologica alla ASL il 7 marzo e gli hanno stabilito la data il 28 giugno, dopo 110 giorni. Una giovane mamma di 34 anni è stata ricoverata per quasi un mese al Cardarelli per problemi inerenti la nascita del terzo figlio. Purtroppo quando gli è stato fatto l’intervento si è scoperto che aveva una patologia rara ed è deceduta. Negli ospedali molisani l’incertezza viaggia in compagnia della provvisorietà. Da anni manca un Piano Sanitario Regionale che fissa i paletti precisi sulla qualità del servizio, la medicina sul territorio ed i livelli essenziali di assistenza.

Le quattro ex-ASL  sono in fase di liquidazione, nel mentre l’istituzione dell’Azienda Sanitaria Regionale del Molise ha lasciato autonomia gestionale e responsabilità amministrativa in capo alle quattro zone che coincidono con le ex-Aziende Sanitarie Locali. Per essere più chiari dove prima c’erano quattro direttori generali, oggi, dopo i provvedimenti assunti, ce ne sono più del doppio con complicazioni burocratiche e aggravi di costi della dirigenza. Il Consiglio Regionale che è l’organo preposto per gli atti di pianificazione viene tenuto fuori da qualsiasi confronto, senza che tale esclusione si riveli un vantaggio nell’organizzazione del servizio o per la qualità dell’offerta sanitaria. Il deficit è schizzato a nove milioni di euro al mese e solo nel 2006 ha raggiunto i 100 milioni che si sono aggiunti alla mole di debito già accumulati negli anni precedenti. Il Molise è tra le sei regioni non in regola con i conti sanitari, tant’è che la maggioranza di Michele Iorio è stata costretta ad aumentare le imposte nel limite massimo consentito (IRAP, IRPEF, addizionali sulla benzina e sul gas). L’Assessore al Bilancio e quello alla Sanità sono impegnati da mesi in una trattativa serrata con il Ministero della Salute ed il Ministero del Tesoro per concordare le misure propedeutiche per far rientrare l’esposizione debitoria mantenendo un accettabile livello qualitativo del sistema socio-sanitario locale. Si moltiplicano le delibere di Giunta, si procede a tentoni nel taglio di 361 posti letto, persiste il mancato o il ritardato pagamento ai fornitori e alle strutture accreditate, i cittadini scontano sulla propria pelle i disservizi e la cattiva gestione.

Il Presidente Iorio ha rilanciato sulla necessità che l’A.S.Re.M. adotti l’Atto Aziendale ma un simile intervento, pur necessario, sarebbe comunque parziale. Occorre ridisegnare la pianificazione complessiva del sistema sanitario regionale, tra ospedali, strutture convenzionate, offerta pubblica e privata, servizi sociali e sanità in senso più stretto del termine. Lo stesso piano sociale regionale che suddivide il Molise in 11 ambiti va raccordato con la programmazione sanitaria perché si creino sinergie, cooperazioni e raccordi in un’ottica più ampia di comparto socio-sanitario-assistenziale. Assistenza domiciliare integrata, prenotazioni, poliambulatori, medicina sul territorio, guardie mediche, rete specialistica regionale, case famiglia, residenze sanitarie assistite, case di riposo, medicina del lavoro, presidi ospedalieri e centri di eccellenza necessitano di una pianificazione organica complessiva che parta dai bisogni dell’utenza e sia in grado di rispondere alle sollecitazioni dei cittadini e delle comunità locali. Ed una discussione simile non può che svolgersi in Consiglio Regionale, prevedendo audizioni e allargando il confronto alle parti sociali e alle associazioni, al terzo settore e ai sindaci.

Il nuovo Piano Sanitario dovrà disciplinare la presenza degli ospedali sul territorio, il ruolo delle strutture private accreditate, il sistema di accreditamento, la semplificazione burocratica, la contrazione delle consulenze e degli apparati amministrativi, l’unificazione dei centri di costo, il superamento di direzioni intermedie nate più per soddisfare richieste particolari che per esigenze di funzionalità del sistema. Va stabilito in che modo e in quanto tempo rientriamo dalle esposizioni debitorie, e quali atti bisognerà assumere per riassorbire il deficit mensile. Sulla base di dati economici certi anche sulla mobilità esterna ed interna, da e verso il Molise, si costruisce un Piano capace di coniugare il massimo di qualità con la più ampia e diffusa presenza sul territorio.

E’ ora di porre termine alla mercificazione di un diritto fondamentale di cittadinanza. E’ ora di ripartire dalla persona e dai suoi bisogni di tutela, preservando il sistema pubblico, monitorando la variabile della Facoltà di Medicina appena avviata, cooperando con strutture private di eccellenza che implementino l’offerta sanitaria complessiva e innalzino il livello qualitativo del sistema sanitario regionale. La medicina di base, la rete dell’assistenza farmaceutica, la selezione dei fornitori di beni e servizi, la trasparenza nelle gare per mense, pulizie, vigilanza o quant’altro, la prevenzione nei luoghi di lavoro, il consolidamento di esperienze innovative come le case famiglie o le residenze sanitarie, il rilancio dei poliambulatori e della medicina territoriale come elemento che riduce il tasso di ospedalizzazione e eviti alle persone ricoveri non obbligatori. Ma anche la verifica della durata media della degenza ed un impegno specifico per gli anziani, integrando il socio-assistenziale con la sanità.

Un nuovo piano con meno baronetti, dove i costi delle consulenze e dei premi siano in linea con la qualità del servizio, in cui si risparmia e si fa efficienza senza tagliare sull’essenziale. Vanno ridotte le liste d’attesa, aumentato il tasso di specializzazione per evitare fughe verso gli ospedali del nord, richiamando al contrario cittadini di altre regioni che ci aiutino a reggere sotto il profilo dei costi. Una sanità di qualità, pubblica e responsabile, gestita col rigore finanziario e con la sensibilità umana che merita un settore così delicato per la vita delle persone. Su questi temi chiediamo che termini una gestione del sistema di stampo politico che pure ha registrato appendici giudiziarie. Sollecitiamo un cambio di rotta improntato al rispetto delle leggi e del buongoverno della cosa pubblica perché non ci sia più in futuro una donna che muore per un parto o un anziano costretto ad aspettare 110 giorni per una visita al cuore. ☺

 

eoc

eoc