sognare con i poveri   di Felice Scalia S.J.
2 Febbraio 2013 Share

sognare con i poveri di Felice Scalia S.J.

 

Don Antonio Carissimo,

non mi faccio sentire da tempo e mi scuso. Meno male che io sento voi tutti attraverso il sempre attuale la fonte. A te, alla tua comunità, auguri di tante benedizioni divine.

Oggi ho deciso di scrivere perché non sono sereno (per dirla in modo eufemistico) dopo quanto ho sentito a Radio 1 delle 5,30. Monti cerca appoggi in Vaticano (e non è una novità), e questo, su L’Osser- vatore Romano, benedice l’Agenda del Professore. Neppure questa, per sé, è una novità. Quante volte Monti si è sentito dire dal papa “Vada avanti”? Non si contano. Ciò che mi turba è l’impressione sulla povera gente: un capitalismo neoliberistico voluto da Dio?

Io non chiamerei Monti l’uomo della Provvidenza – come cianciano alcuni – e tanto meno l’Unto del Signore. Nessuno nega la sua faccia pulita, i suoi modi cortesi, la cultura economica e finanziaria. Ma é un uomo di parte. Sta coi forti, con il mondo della finanza, che non ha mai brillato per onestà e correttezza. Certo non sta dalla parte dei poveri che ignora bellamente. Lui è l’uomo del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, dei colossi bancari. Oggi Monti applica all’Italia misure di rigore dove pagano in gran parte i soliti poveracci. Non so dove sono andati a finire i soldi delle masse impoverite se il “debito sovrano” aumenta, se la corruzione non lascia tregua, e si spendono cifre ingenti di denaro di tutti solo in favore di quelli che potranno utilizzare la Tav e delle lobbies militari. Di “ripresa” non se ne vede per nulla mentre la disperazione aumenta. L’Agenda prevede di accumulare ancora nuove risorse anche dai “consumi” (cioè dalla massa povera soprattutto, perché è “massa” e può dare molto allo Stato) o dall’incremento del gioco popolare di azzardo.

Ma non è questo che voglio dire. Da tempo non riesco a capire una cosa. Come fanno tanti uomini di chiesa a benedire il “sistema” che affama, scatena guerre (anche finanziarie), crea disoccupazione, minaccia la vita sul Pianeta, fa spopolare città e Continenti divenuti invivibili, come fanno a stare nel “sistema” – che magari assicura loro privilegi e difesa dei valori non negoziabili – e poi predicare che Cristo è venuto per i poveri, che un handicappato ha valore “inestimabile”, che la chiesa sta dalla parte degli umiliati ed oppressi? Già, come fanno?

Mi pare di tornare ai tempi bui quando un papa – “in forza dell’autorità apostolica” – credeva di avere il diritto divino di concedere a re cattolicissimi la facoltà di schiavizzare e depredare quanti non accettavano di convertirsi. Era il sistema di cristianità che giustificava tutto. Oggi diamo semaforo verde a Monti per “andare avanti”, e poi, magari, ci daremo da fare per soccorrere quelli che lui ha lasciato senza casa e senza dignità. Dov’è la logica? Dov’è il Vangelo? Come fa una Comunità di S. Egidio a fare marce della pace, a preparare pranzi natalizi ai poveri, ed appoggiare poi chi di questi problemi non si cura affatto? Come mai non ci rendiamo conto che la ricetta-Monti (allora non si chiamava così) ha dato pessimi risultati nel Terzo Mondo sempre più depredato?

Che l’ Agenda Monti sia stata necessaria dopo la pantomima di Berlusconi, potrei anche ammetterlo. Dovevamo riconquistare una credibilità internazionale. Ma non posso dire “bravo!” a chi ha incancrenito la piaga della sofferenza e della disperazione popolare.

Sai che voglio dirti, don Antonio carissimo? La chiesa la deve smettere coi collateralismi: ieri con la DC, poi con Berlusconi, oggi con Monti. Se la chiesa ritiene che certe operazioni sono indispensabili, imposte da tristi emergenze, ebbene dica a Monti, a Riccardi, ai tanti aspiranti Ministri cattolici: fate quello che dovete fare secondo la vostra mentalità, ma non con la mia benedizione. Io sto in un altro universo, quello che voi non accettate. Io aspetto col mio Signore, fin da ora, un “Regno di amore, giustizia e pace” che rovesci il sistema, scalzi “i potenti dai troni” e “riempia di beni gli affamati”.

 Questa distanza impedirebbe, tra l’altro, che in Nigeria si scambiasse un cristiano per un occidentale pericoloso, faciliterebbe la solidarietà tra quei “poveri” per i quali il “Verbo di Dio si è fatto carne”.

Utopie, sogni, poesie queste cose? Sarà, ma io mi sento in buona compagnia. Meglio sognare col “Povero” ed i poveri che governare con questi potenti. Meglio sperare coi disperati che rivitalizzare una religione al servizio del sistema.

Con un augurio fraterno di ogni benedizione e luce divina.☺

scalia.f@gesuiti.it

 

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