Un 2009 in salita per le famiglie? Sembra proprio di sì. La crisi finanziaria mondiale si è trasformata in crisi economica e sono le famiglie a pagare il prezzo più alto, oltre ai lavoratori cosiddetti atipici.
Il Governo ha pensato di soddisfare le attese delle famiglie con provvedimenti che sanno molto di elemosina di Stato. I pensionati con meno di 7.500 euro annui possono “godere” della social card: 400 euro annui. L’utilizzo di questa card, la richiesta, l’attivazione è tanto difficile che saranno pochi ad usufruirne veramente. Sicuramente era molto più semplice dare questo sussidio assistenziale direttamente sulle pensioni, con un risparmio netto per lo Stato di circa 7 milioni e mezzo di euro (il costo che porta la card nelle tasche degli italiani) o tale somma poteva essere utilizzata sempre per provvedimenti di natura sociale. Ma a cuore del Governo non ci sono le famiglie, ma le aziende, le uniche che hanno guadagnato anche in questa situazione.
Il provvedimento anticrisi del Governo reca ulteriori incongruenze e penalizza ancora una volta le famiglie con più di un figlio. Il Governo, con scelta direi scientifica, ha scaricato tutte le criticità e le flessibilità del lavoro sui giovani ai quali, pian piano, stanno facendo spegnere la speranza nel futuro.
La situazione di precarietà nazionale si riversa in modo esponenziale nella nostra regione dove la precarietà ormai è diventata sistema. Chi aveva riposto “speranze” nella finanziaria regionale è rimasto fortemente deluso. Non solo non ci sono interventi di largo respiro, ma è un coacervo di norme, di aggiustamenti, di provvedimenti, di sanatorie che nulla hanno a che vedere con una programmazione forte, seria e pluriennale, volta allo sviluppo del Molise.
Tenuto conto delle forti inadempienze della politica regionale, tutta e di ogni derivazione politica, dovremmo avere il coraggio civile e morale, come ha sollecitato Padre GianCarlo, vescovo di Campobasso, di puntare l’indice e di richiamare a responsabilità la classe politica che non opera per il Bene comune.
I quotidiani locali hanno dato molta enfasi all’annunciata riduzione dei costi della politica. Ad onor del vero non si riesce a trovare nelle disposizioni emanate il taglio ai costi della politica.
Ai consiglieri regionali e agli assessori è stata ridotta del 10% l’indennità prevista dalla legge per il fondo attività istituzionali, vale a dire le somme erogate a ciascun componente il Consiglio regionale, senza alcuna rendicontazione, per i “porta borse”. Quindi nessun taglio a loro ma riduzione di 220 euro al mese per i collaboratori. Risparmio annuo: circa 95.000 euro. Nello stesso tempo è stata aumentata del 5% la misura degli assegni vitalizi, a favore degli ex consiglieri che già godono di una rilevante pensione, con un maggior esborso per la Regione Molise, di circa 500.000 euro annui. Di fronte a queste cifre non so come si possa dire che il costo della politica sia ridotto!
A pagare, come sempre, sono i più deboli. Di tutta la catena regionale quelli che hanno avuto effettivamente un taglio enorme, con serie ripercussioni familiari, sono i dipendenti ai quali sono state ridotte le indennità di funzione del 50% e del 30%. I funzionari di ottavo livello perdono 6.000 euro l’anno, quelli di settimo livello 2.400 euro l’anno. Di contro i direttori generali non subiscono alcuna riduzione e i dirigenti, che invece di essere ridotti spuntano come funghi ed anche per chiamata diretta, perdono appena 1.000 euro l’anno. Nessuna riduzione, inoltre, per le spese dei consulenti che assommano ad oltre 6 milioni l’anno.
Da annotare che, come è successo anche a livello nazionale, sono stati sensibilmente ridotti i finanziamenti per le scuole primarie non statali e paritarie. I provvedimenti governativi e regionali confermano un dato preoccupante: la politica ha meno ideologia, ma più cinismo. Il Presidente della Repubblica Napolitano, in considerazione delle varie vicende che hanno interessato la nostra Nazione, ha denunciato il “sempre più pesante impoverimento culturale e morale della politica”.
Amaramente dobbiamo prendere atto che mentre il paese è chiamato a tagli e sacrifici, la “casta” politica, arroccata a difesa dei propri privilegi, aumenta le spese, non le riduce affatto. ☺
mario@ialenti.it
Un 2009 in salita per le famiglie? Sembra proprio di sì. La crisi finanziaria mondiale si è trasformata in crisi economica e sono le famiglie a pagare il prezzo più alto, oltre ai lavoratori cosiddetti atipici.
Il Governo ha pensato di soddisfare le attese delle famiglie con provvedimenti che sanno molto di elemosina di Stato. I pensionati con meno di 7.500 euro annui possono “godere” della social card: 400 euro annui. L’utilizzo di questa card, la richiesta, l’attivazione è tanto difficile che saranno pochi ad usufruirne veramente. Sicuramente era molto più semplice dare questo sussidio assistenziale direttamente sulle pensioni, con un risparmio netto per lo Stato di circa 7 milioni e mezzo di euro (il costo che porta la card nelle tasche degli italiani) o tale somma poteva essere utilizzata sempre per provvedimenti di natura sociale. Ma a cuore del Governo non ci sono le famiglie, ma le aziende, le uniche che hanno guadagnato anche in questa situazione.
Il provvedimento anticrisi del Governo reca ulteriori incongruenze e penalizza ancora una volta le famiglie con più di un figlio. Il Governo, con scelta direi scientifica, ha scaricato tutte le criticità e le flessibilità del lavoro sui giovani ai quali, pian piano, stanno facendo spegnere la speranza nel futuro.
La situazione di precarietà nazionale si riversa in modo esponenziale nella nostra regione dove la precarietà ormai è diventata sistema. Chi aveva riposto “speranze” nella finanziaria regionale è rimasto fortemente deluso. Non solo non ci sono interventi di largo respiro, ma è un coacervo di norme, di aggiustamenti, di provvedimenti, di sanatorie che nulla hanno a che vedere con una programmazione forte, seria e pluriennale, volta allo sviluppo del Molise.
Tenuto conto delle forti inadempienze della politica regionale, tutta e di ogni derivazione politica, dovremmo avere il coraggio civile e morale, come ha sollecitato Padre GianCarlo, vescovo di Campobasso, di puntare l’indice e di richiamare a responsabilità la classe politica che non opera per il Bene comune.
I quotidiani locali hanno dato molta enfasi all’annunciata riduzione dei costi della politica. Ad onor del vero non si riesce a trovare nelle disposizioni emanate il taglio ai costi della politica.
Ai consiglieri regionali e agli assessori è stata ridotta del 10% l’indennità prevista dalla legge per il fondo attività istituzionali, vale a dire le somme erogate a ciascun componente il Consiglio regionale, senza alcuna rendicontazione, per i “porta borse”. Quindi nessun taglio a loro ma riduzione di 220 euro al mese per i collaboratori. Risparmio annuo: circa 95.000 euro. Nello stesso tempo è stata aumentata del 5% la misura degli assegni vitalizi, a favore degli ex consiglieri che già godono di una rilevante pensione, con un maggior esborso per la Regione Molise, di circa 500.000 euro annui. Di fronte a queste cifre non so come si possa dire che il costo della politica sia ridotto!
A pagare, come sempre, sono i più deboli. Di tutta la catena regionale quelli che hanno avuto effettivamente un taglio enorme, con serie ripercussioni familiari, sono i dipendenti ai quali sono state ridotte le indennità di funzione del 50% e del 30%. I funzionari di ottavo livello perdono 6.000 euro l’anno, quelli di settimo livello 2.400 euro l’anno. Di contro i direttori generali non subiscono alcuna riduzione e i dirigenti, che invece di essere ridotti spuntano come funghi ed anche per chiamata diretta, perdono appena 1.000 euro l’anno. Nessuna riduzione, inoltre, per le spese dei consulenti che assommano ad oltre 6 milioni l’anno.
Da annotare che, come è successo anche a livello nazionale, sono stati sensibilmente ridotti i finanziamenti per le scuole primarie non statali e paritarie. I provvedimenti governativi e regionali confermano un dato preoccupante: la politica ha meno ideologia, ma più cinismo. Il Presidente della Repubblica Napolitano, in considerazione delle varie vicende che hanno interessato la nostra Nazione, ha denunciato il “sempre più pesante impoverimento culturale e morale della politica”.
Amaramente dobbiamo prendere atto che mentre il paese è chiamato a tagli e sacrifici, la “casta” politica, arroccata a difesa dei propri privilegi, aumenta le spese, non le riduce affatto. ☺
Un 2009 in salita per le famiglie? Sembra proprio di sì. La crisi finanziaria mondiale si è trasformata in crisi economica e sono le famiglie a pagare il prezzo più alto, oltre ai lavoratori cosiddetti atipici.
Il Governo ha pensato di soddisfare le attese delle famiglie con provvedimenti che sanno molto di elemosina di Stato. I pensionati con meno di 7.500 euro annui possono “godere” della social card: 400 euro annui. L’utilizzo di questa card, la richiesta, l’attivazione è tanto difficile che saranno pochi ad usufruirne veramente. Sicuramente era molto più semplice dare questo sussidio assistenziale direttamente sulle pensioni, con un risparmio netto per lo Stato di circa 7 milioni e mezzo di euro (il costo che porta la card nelle tasche degli italiani) o tale somma poteva essere utilizzata sempre per provvedimenti di natura sociale. Ma a cuore del Governo non ci sono le famiglie, ma le aziende, le uniche che hanno guadagnato anche in questa situazione.
Il provvedimento anticrisi del Governo reca ulteriori incongruenze e penalizza ancora una volta le famiglie con più di un figlio. Il Governo, con scelta direi scientifica, ha scaricato tutte le criticità e le flessibilità del lavoro sui giovani ai quali, pian piano, stanno facendo spegnere la speranza nel futuro.
La situazione di precarietà nazionale si riversa in modo esponenziale nella nostra regione dove la precarietà ormai è diventata sistema. Chi aveva riposto “speranze” nella finanziaria regionale è rimasto fortemente deluso. Non solo non ci sono interventi di largo respiro, ma è un coacervo di norme, di aggiustamenti, di provvedimenti, di sanatorie che nulla hanno a che vedere con una programmazione forte, seria e pluriennale, volta allo sviluppo del Molise.
Tenuto conto delle forti inadempienze della politica regionale, tutta e di ogni derivazione politica, dovremmo avere il coraggio civile e morale, come ha sollecitato Padre GianCarlo, vescovo di Campobasso, di puntare l’indice e di richiamare a responsabilità la classe politica che non opera per il Bene comune.
I quotidiani locali hanno dato molta enfasi all’annunciata riduzione dei costi della politica. Ad onor del vero non si riesce a trovare nelle disposizioni emanate il taglio ai costi della politica.
Ai consiglieri regionali e agli assessori è stata ridotta del 10% l’indennità prevista dalla legge per il fondo attività istituzionali, vale a dire le somme erogate a ciascun componente il Consiglio regionale, senza alcuna rendicontazione, per i “porta borse”. Quindi nessun taglio a loro ma riduzione di 220 euro al mese per i collaboratori. Risparmio annuo: circa 95.000 euro. Nello stesso tempo è stata aumentata del 5% la misura degli assegni vitalizi, a favore degli ex consiglieri che già godono di una rilevante pensione, con un maggior esborso per la Regione Molise, di circa 500.000 euro annui. Di fronte a queste cifre non so come si possa dire che il costo della politica sia ridotto!
A pagare, come sempre, sono i più deboli. Di tutta la catena regionale quelli che hanno avuto effettivamente un taglio enorme, con serie ripercussioni familiari, sono i dipendenti ai quali sono state ridotte le indennità di funzione del 50% e del 30%. I funzionari di ottavo livello perdono 6.000 euro l’anno, quelli di settimo livello 2.400 euro l’anno. Di contro i direttori generali non subiscono alcuna riduzione e i dirigenti, che invece di essere ridotti spuntano come funghi ed anche per chiamata diretta, perdono appena 1.000 euro l’anno. Nessuna riduzione, inoltre, per le spese dei consulenti che assommano ad oltre 6 milioni l’anno.
Da annotare che, come è successo anche a livello nazionale, sono stati sensibilmente ridotti i finanziamenti per le scuole primarie non statali e paritarie. I provvedimenti governativi e regionali confermano un dato preoccupante: la politica ha meno ideologia, ma più cinismo. Il Presidente della Repubblica Napolitano, in considerazione delle varie vicende che hanno interessato la nostra Nazione, ha denunciato il “sempre più pesante impoverimento culturale e morale della politica”.
Amaramente dobbiamo prendere atto che mentre il paese è chiamato a tagli e sacrifici, la “casta” politica, arroccata a difesa dei propri privilegi, aumenta le spese, non le riduce affatto. ☺
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