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Affronteremo questa volta due importanti temi che accompagnano la dinamica della nostra vita quotidiana e che, soprattutto in queste ultime stagioni, interessano e coinvolgono un numero sempre maggiore di cittadini

E’ ormai sotto gli occhi di tutti ciò che denunciamo da tempo: il Molise non è un’isola felice. E’, anzi, un terreno di conquista di diverse organizzazioni di stampo mafioso

Riflessioni erranti

Bauman, quando parla del cittadino che è divenuto soltanto un consumatore, ha ragione. Ma quasi quarant’anni fa (e Moravia anche molto prima nel 1946 con il saggio L’Uomo come fine) Pier Paolo Pasolini aveva già preannunciato questa gheenna sociale e questa caduta agli inferi non soltanto della società italiana ma anche di tutto il mondo occidentale,

Mentre i cittadini europei individuano quello della migrazione come problema cardine dell’Ue e la ‘ndragheta trova il modo di lucrarci, è arrivato il momento di affrontare la “guerra tra poveri”: “Oggi l’umanità è in profonda crisi e può uscirne soltanto con il dialogo e la solidarietà tra gli uomini che soffrono o la mancanza del lavoro o la perdita della democrazia e dell’indipendenza nazionale dinanzi allo strapotere delle banche e della finanza”

Questa è in estrema sintesi la ragione della nascita di Libera: attraverso la partecipazione corresponsabile alla res publica e alla sua dinamica ricreare lo spirito comune, quello condiviso del NOI collettivo. Di qui, emerge il senso del contributo enorme che il teatro civile può fornire ed è quello che si riferisce alla formazione.

L’elenco delle sofferenze che affliggono l’Italia va dalla revisione costituzionale renziana (perno delle politiche economiche e finanziarie dei gruppi privati – banche e fondazioni transnazionali – che vogliono annullare il carattere parlamentare e democratico della Repubblica) alla legge elettorale, l’Italicum, incostituzionale e antidemocratica; dall’ostilità ad una riconversione ecologica dell’economia all’annientamento del diritto al lavoro e all’avversione del ceto politico e governativo odierno alla concessione di un reddito di dignità per quanti sono senza lavoro

Ora alla luce della crisi sostanziale e apparentemente irrefrenabile della politica odierna; alla luce della corruzione dilagante; in considerazione del mercimonio che avviene nella prassi politica quotidiana nella quale domina la finanza che detta le leggi e che si sceglie il personale adatto, servile per il suo scopo;

Abitare i margini

Oggi la riforma più seria e necessaria per tornare a livelli di corresponsabilità civile è lasciare i “margini”, la “periferia” della presunta e spocchiosa superiorità culturale ed etica e rituffarsi tra la gente, vivere seriamente all’interno del territorio.

La morte violenta, provocata nell’esercizio delle proprie funzioni civili e dei compiti istituzionali, ai danni di chi fa correttamente il proprio lavoro, è espressione di prepotenza crudele di quanti vogliono stare al di sopra delle leggi.