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Il rapporto dell’Ocse, d’altra parte, parla chiaro: gli studenti finlandesi, in vetta alle classifiche della buona scuola, passano in media sui libri a casa tre ore la settimana, mentre i nostri ragazzi, che ve ne passano nove, sono in fondo, giù giù.

E Maurizio Lazzarini, dirigente del liceo scientifico Fermi di Bologna, sembra avere le idee chiare sulla provocazione, sull’ironia e sulla polemica.

Famose o famigerate, le nostre prove Invalsi, introdotte dalla ministra Gelmini a partire dalla scuola primaria, non hanno mai smesso di suscitare polemiche.

Il modello finlandese

Al centro dell’innovazione, stavolta, c’è un concetto vecchio, la “materia”, uno dei totem sacri tutti italiani. Basta con l’istruzione divisa in compartimenti stagni, che tradisce e deforma l’unità originaria del sapere e il naturale percorso della conoscenza

La classe capovolta

Meno lezione frontale e ragazzi più curiosi e attivi, più protagonisti, dunque, che portino in classe domande ed esercizi su ciò che già autonomamente hanno letto, ascoltato, visto a casa. Viene così reso vero e attuale il motto di Maria Montessori: “aiutiamoli a fare da soli”, per mobilitare energie, risorse e motivazioni, insomma tutto ciò che ci serve per arrivare all’obiettivo, all’apprendimento.

Influssi benefici

I libri ci fanno sognare, ci aiutano a sviluppare la nostra immaginazione. Quante volte lo abbiamo sentito o detto di persona? Tutto questo è romantico, molto romantico, ma leggere un libro ha degli effetti reali sul funzionamento della nostra mente e sulla struttura del cervello che può incuriosire conoscere.

Ex cattedra

Una fotografia realistica ma desolante, senza sconti per nessuno. Un mondo nel quale tutti sono un po’ vittime: gli studenti degli insegnanti, gli insegnanti del preside, il preside del sistema (e della sua ignoranza). Cronache scolastiche raccontate con ironia da chi nella scuola ci ha vissuto e lavorato davvero, scuola che avvia, inesorabilmente, un processo di decadenza che sembra non essersi invertito.

Diversamente felice

Quanto la scuola può aiutarci ad andare in palestra? Sì, in palestra. La palestra dell’educazione alla diversità, suo compito primario ed imprescindibile.
Proviamo a rifletterci sfogliando insieme ai nostri alunni la “Sentinella” di Frederic Brown.

Insegnanti sbaraccati

Mentre è in corso la raccolta firme destinata a rendere fattibile il referendum che intende abrogare i punti più controversi e discutibili della riforma renziana “La Buona scuola”, vi proponiamo stralci dell’ottimo contributo di Fabrizio Gatti sull’argomento, comparso recentemente su L’Espresso. Leggete allora con attenzione queste righe, forse chiariranno un po’ meglio le idee sulla deriva verso cui sta andando la scuola italiana