Il brindisi
12 Febbraio 2020
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Il brindisi

“Bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera

e tra questi non ha trovato il suo.” (Erri De Luca)

Il brindisi è un rito legato soprattutto al vino, è molto conosciuto, genera buonumore, amicizia e riscuote solidarietà. Ci piace immaginare che il brindisi sia nato assieme al vino, spontaneamente. Perché un uomo che ha assaggiato il vino si è compiaciuto dei risultati ottenuti, ha così sollevato il contenitore per ringraziare la buona terra, ospitale e nutriente, il cielo elargitore di sole e pioggia nei giusti periodi, colui che ha vinificato il succo d’uva e l’ha poi custodito, rendendolo una bevanda unica nel suo genere. Viene spontaneo offrire il vino a chi si ama e, con esso, fare buoni auspici, perché questa è una bevanda ancora rara, preziosa, misteriosa.

Ma da dove viene questa  parola e questa usanza? Sfatiamo subito un mito: la città di Brindisi non c’entra nulla! Il nome della città Brindisi deriva dall’antico termine dei popoli pugliesi, che significa cervo. Se questo è vero, lo è anche che Brindisi era il porto principale del Mediterraneo, all’epoca dei Romani. Quando i marinai scorgevano all’orizzonte quel porto esclamavano “Brindisium!“, urlo di gioia che precedeva di poco l’usanza di bere vino per festeggiare il ritorno incolume a casa. Allora da dove arriva il brindisi, davvero? Ci sono molte teorie e molte storie. Perché in ogni angolo di mondo il brindisi è qualcosa di unico e diverso. Anticamente in Inghilterra si brindava con del pane speziato, che copriva l’acidità del vino: ed ecco che il brindisi inglese si chiama toast. In Italia il brindisi è accompagnato dall’esclamazione cin cin: c’è chi dice che derivi dal tintinnio dei bicchieri ma in verità si tratta di un termine cinese che significa “prego prego”, esportato dai porti cinesi verso l’Europa dai militari. La vecchia Europa (Francia Spagna, Italia) brinda solitamente “alla salute”, facendo memoria inconsapevole di quegli scongiuri che i commensali compivano durante i simposi nelle corti medioevali, quando era costume avvelenare i propri nemici a tavola nei calici offerti. In quelle antiche corti il brindisi era non un tintinnio ma uno scambio di coppe per provare le buone intenzioni dell’ospite e che esse non fossero letali per alcuno.

Nei paesi del Nord Europa persiste l’antico Prosit, di latina memoria. Letteralmente significa “ti sia di giovamento”. La parola era usata anche in campo liturgico al rientro in sacrestia, dopo la conclusione della Messa, dai ministranti verso il celebrante, il quale risponde con “vobis quoque”. E fu proprio il brindisi il simbolo scelto dai primi cristiani: S. Ambrogio narra di brindisi non alla salute dei vivi ma alla memoria dei martiri e dei santi.

Brindisi più creativi sono quelli dei popoli dell’est, fatti per esaltare il piacere dello stare insieme e del ritrovarsi della famiglia e degli amici, veri e propri racconti del Simposio come Skali parola scandinava, che significa letteralmente “scodella” o il serbo Živeli che vuol dire “Viviamo a lungo” e si fa rigorosamente in piedi guardandosi negli occhi e incontrando tutti i bicchieri.

Ma nella storia il brindisi non è stato solo e sempre un mezzo di condivisione e convivialità. Evariste Galois, rivoluzionario francese, ne fece un simbolo di libertà proponendolo in onore al Re impugnando al posto del calice un coltello. Venne arrestato e divenne simbolo della rivoluzione. In Ungheria ancora oggi è vietato brindare con la birra perché erano gli austriaci che brindavano con la birra quando uccisero i rivoluzionari che volevano liberare il paese.

Ai nostri tempi spesso il brindisi è diventato un modo per dissacrare! A partire dal ‘900 i brindisi sono strumenti dissacratori, improvvisati durante le feste e le ricorrenze… “Chi non beve con me, peste lo colga!” è il famoso brindisi che fece scalpore, nel 1942, nel film La cena delle beffe!

Se tutti amiamo alzare il calice non tutti conosciamo le regole di bon ton che dovrebbero accompagnare le parole: stappare col botto? Far saltare il tappo di una bottiglia di bollicine è severamente vietato… Capodanno a parte! E poi: tintinnare i bicchieri? Assolutamente vietato! Il bon ton consiglia di guardare negli occhi la persona con cui si brinda, insomma meno frastuono e più intimità!.☺

 

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