il fascino di una storia di Carolina Mastrangelo | La Fonte TV
Succede spesso che, guardandomi allo specchio, scopra qualche ruga in più, lentiggini affiorate senza sole e gli angoli della bocca che guardano ostinatamente all’ingiù, ma non mi ritengo vecchia, non fino a quando andrò a scuola almeno, anzi mi sento piccola come i miei bambini perché essi mi regalano i loro occhi per guardare il mondo.
La mattina li vedo arrivare a scuola infreddoliti, felici sotto il sottile incanto della neve che cade e mi chiedo: – Che dirai oggi a queste anime di brina?
Da poco è passato Natale; è un rito annuale raccontare la storia antica, ogni volta la stessa e ogni volta meravigliosa: “Maria e Giuseppe si misero in viaggio verso Betlemme per il censimento. Erano partiti anche per la profezia, il bambino che lei portava in grembo sarebbe nato nella città di Davide; nessuna porta, però, si aprì per loro; non c’erano stanze nella locanda sulla collina per gente così umile ed essi, lontani dalle lampade ad olio e dalla folla del paese gremito, dovettero sistemarsi in una grotta, mentre la notte scendeva sulla Giudea e l’oscurità avvolgeva la città in una grande coperta trapunta d’argento. Nei campi, oltre le case, i pastori dormivano vicino alle greggi; il fuoco ardeva come una stella terrestre in mezzo a loro e le note lontane di un flauto si alzavano verso il cielo dove le Pleiadi danzavano con solennità. Mentre il buio si faceva più profondo, all’improvviso tutto tacque e per un tempo che nessuno poté misurare l’immobilità si diffuse sul mondo. Nella miseria e nel silenzio di Betlemme prese vita il Figlio di Dio…”.
Potrebbe sembrare una favola e invece è la storia di un mistero che sempre mi piace rievocare per farne sentire il fascino ai miei alunni. Il mistero è una dimensione ineliminabile della vita e trovo essenziale improntare ad esso l’azione educativa per non farla scadere nell’addestramento o nella manipolazione più alienante. Natale ha offerto un’occasione di più per rinsaldare nelle nostre giornate affannate o incolori, il senso del mistero che le abita, traccia di insopprimibile luce in questo andare che non ha ancora senso.☺
carolinamastrangelo51@gmail.com
Succede spesso che, guardandomi allo specchio, scopra qualche ruga in più, lentiggini affiorate senza sole e gli angoli della bocca che guardano ostinatamente all’ingiù, ma non mi ritengo vecchia, non fino a quando andrò a scuola almeno, anzi mi sento piccola come i miei bambini perché essi mi regalano i loro occhi per guardare il mondo.
La mattina li vedo arrivare a scuola infreddoliti, felici sotto il sottile incanto della neve che cade e mi chiedo: – Che dirai oggi a queste anime di brina?
Da poco è passato Natale; è un rito annuale raccontare la storia antica, ogni volta la stessa e ogni volta meravigliosa: “Maria e Giuseppe si misero in viaggio verso Betlemme per il censimento. Erano partiti anche per la profezia, il bambino che lei portava in grembo sarebbe nato nella città di Davide; nessuna porta, però, si aprì per loro; non c’erano stanze nella locanda sulla collina per gente così umile ed essi, lontani dalle lampade ad olio e dalla folla del paese gremito, dovettero sistemarsi in una grotta, mentre la notte scendeva sulla Giudea e l’oscurità avvolgeva la città in una grande coperta trapunta d’argento. Nei campi, oltre le case, i pastori dormivano vicino alle greggi; il fuoco ardeva come una stella terrestre in mezzo a loro e le note lontane di un flauto si alzavano verso il cielo dove le Pleiadi danzavano con solennità. Mentre il buio si faceva più profondo, all’improvviso tutto tacque e per un tempo che nessuno poté misurare l’immobilità si diffuse sul mondo. Nella miseria e nel silenzio di Betlemme prese vita il Figlio di Dio…”.
Potrebbe sembrare una favola e invece è la storia di un mistero che sempre mi piace rievocare per farne sentire il fascino ai miei alunni. Il mistero è una dimensione ineliminabile della vita e trovo essenziale improntare ad esso l’azione educativa per non farla scadere nell’addestramento o nella manipolazione più alienante. Natale ha offerto un’occasione di più per rinsaldare nelle nostre giornate affannate o incolori, il senso del mistero che le abita, traccia di insopprimibile luce in questo andare che non ha ancora senso.☺
Succede spesso che, guardandomi allo specchio, scopra qualche ruga in più, lentiggini affiorate senza sole e gli angoli della bocca che guardano ostinatamente all’ingiù, ma non mi ritengo vecchia, non fino a quando andrò a scuola almeno, anzi mi sento piccola come i miei bambini perché essi mi regalano i loro occhi per guardare il mondo.
La mattina li vedo arrivare a scuola infreddoliti, felici sotto il sottile incanto della neve che cade e mi chiedo: – Che dirai oggi a queste anime di brina?
Da poco è passato Natale; è un rito annuale raccontare la storia antica, ogni volta la stessa e ogni volta meravigliosa: “Maria e Giuseppe si misero in viaggio verso Betlemme per il censimento. Erano partiti anche per la profezia, il bambino che lei portava in grembo sarebbe nato nella città di Davide; nessuna porta, però, si aprì per loro; non c’erano stanze nella locanda sulla collina per gente così umile ed essi, lontani dalle lampade ad olio e dalla folla del paese gremito, dovettero sistemarsi in una grotta, mentre la notte scendeva sulla Giudea e l’oscurità avvolgeva la città in una grande coperta trapunta d’argento. Nei campi, oltre le case, i pastori dormivano vicino alle greggi; il fuoco ardeva come una stella terrestre in mezzo a loro e le note lontane di un flauto si alzavano verso il cielo dove le Pleiadi danzavano con solennità. Mentre il buio si faceva più profondo, all’improvviso tutto tacque e per un tempo che nessuno poté misurare l’immobilità si diffuse sul mondo. Nella miseria e nel silenzio di Betlemme prese vita il Figlio di Dio…”.
Potrebbe sembrare una favola e invece è la storia di un mistero che sempre mi piace rievocare per farne sentire il fascino ai miei alunni. Il mistero è una dimensione ineliminabile della vita e trovo essenziale improntare ad esso l’azione educativa per non farla scadere nell’addestramento o nella manipolazione più alienante. Natale ha offerto un’occasione di più per rinsaldare nelle nostre giornate affannate o incolori, il senso del mistero che le abita, traccia di insopprimibile luce in questo andare che non ha ancora senso.☺
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