amore e rabbia   di Sabrina Del Pozzo
3 Settembre 2013 Share

amore e rabbia di Sabrina Del Pozzo

 

Lasciando sempre la speranza a coloro che credono nei miracoli affermo: “Il Molise è morto”. Poche battute che vogliono dar voce alle persone che ho incontrato dopo il tempo trascorso, da migrante, lontana dalla mia regione, e che come me faticano ancora a credere nella possibilità di espressione di pensiero e parola ed ancor meno nella possibilità di essere ascoltati e considerati portatori sani di idee e realtà positive vissute altrove, che potrebbero arricchire finalmente il nostro bel paese. I portatori sani ai quali mi riferisco sono i figli di nessuno, sono tutti coloro i quali non scendono a compromessi perché proprio non riescono a farlo, sono tutti coloro che non amano il carnevale e preferiscono lasciare le maschere al semplice divertimento dei più piccoli. I miei portatori sani di idee sono quegli stessi uomini che tempo addietro hanno lasciato il proprio paese con una valigia, non di cartone ma quasi, e quattro denari; sono tutti ragazzi che hanno trascorso i propri anni altrove oscillando tra odio e amore verso le proprie origini per poi rientrare con la voglia e l’illusione di poter avere uno spazio adeguato anche qui. Oggi la maggior parte di essi continua ad oscillare come un bambino che si lascia cullare da un’altalena e che presto o tardi si renderà conto di dondolare sopra un mare di merda.

Consapevole di tutte le difficoltà attuali di ogni dove, apprezzo molto gli sforzi di qualcuno nel proporre ed attivare possibilità lavorative per noi giovani in Molise. Sembra però non bastare o meglio non per tutti. Per i portatori sani estremi, nello specifico per coloro che non venderebbero mai la propria essenza a qualcuno, che sentono un bisogno a volte anche eccessivo di sentirsi liberi anche se squattrinati non è stato concesso neppure di poter svolgere tirocini formativi della durata di tre mesi retribuiti dalla regione Molise e non da un eventuale ente ospitante. Nel nostro territorio, comuni come San Giuliano di Puglia, Santa Croce di Magliano, Bonefro, Colletorto, etc. neppure erano a conoscenza di simili iniziative (forse sarebbe il caso di attivare sportelli di informazione per giovani e non!) e alcuni comuni, appena lo sono stati, hanno subito provveduto a rimpiazzare i portatori sani che si erano preoccupati di diffondere e chiedere la possibilità di poter svolgere il tirocinio con nomi a proprio piacimento, altri invece hanno optato per le solite grandi scuse come i noti problemini burocratici così tanto semplici ma così apparentemente difficili, a volte, e soltanto a volte, da risolvere.

La nostra è la regione nella quale se conosci qualcuno o se hai la fortuna di scovare casualmente un’opportunità stai ben zitto per non farlo sapere ad altri, è la regione del bianco e del nero, tu hai tutto un altro nulla. Per una rara volta – anche tempo fa se non erro i giornali e le televisioni hanno annunciato la possibilità di svolgere stage presso aziende molisane invitando i giovani ad inviare la propria candidatura tramite raccomandata del costo di cinque euro e poi più nulla – abbiamo delle novità in merito? È dovuto soltanto a lunghe tempistiche oppure essendo un’iniziativa di politici “andati”, con essi vanno via anche eventuali progetti e quindi in casi come questo anche i nostri soldi?

Sembra una terra impossibile da vivere, la terra che molti come me hanno voluto ri-amare ma dove sembra esserci spesso soltanto spazio per i ricordi e qualche affetto ma che ci vediamo obbligati ad abbandonare ancora una volta.☺

 sabrinadp@hotmail.it

 

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