B. ai servizi sociali
3 Maggio 2014 Share

B. ai servizi sociali

Da poche ore circola su tutti i telegiornali la notizia che il tribunale di sorveglianza di Milano avrebbe concesso all’onorevole Berlusconi l’affidamento in prova ai servizi sociali presso la Fondazione Istituto Sacra Famiglia, nella sede di Cesano Boscone, che si occupa di disabili ed anziani non autosufficienti. Nella nota diffusa dal tribunale, si legge che il condannato dovrà trascorrere almeno 4 ore consecutive alla settimana presso la Fondazione per svolgere attività di volontariato nei confronti degli anziani secondo le prescrizioni stabilite dall’Ufficio dell’ esecuzione penale esterna.

Nella memoria difensiva depositata dagli Avvocati Coppi e Ghedini, l’ex premier avrebbe chiesto questa misura alternativa alla detenzione allo scopo di motivare “i rassegnati alla disabilità”. Un intento assolutamente ambizioso, certamente difficile da attuare in 4 ore settimanali.

Sorvolando sulle questioni di immediato impatto collettivo (pena adeguata si o no), mi domando che impatto possa avere sulla personalità egoistica e narcisistica di Berlusconi la conoscenza dell’universo dei non autosufficienti. Il signor Silvio è abituato a vivere nel lusso e nei comfort che per noi comuni mortali sono pressoché inimmaginabili… circondato dalla salute, dalla bellezza, confortato dalla possibilità di poter disporre di risorse economiche sconfinate, cosa penserà di fronte ai vecchietti (alcuni dei quali suoi coetanei) ospiti dell’Istituto, molti dei quali malati di Alzheimer?

Dubito fortemente che B. sarà tenuto a cambiare pannoloni, somministrare i pasti, o lavare gli allettati… al massimo dovrà accompagnare qualche coetaneo sulla sedia a rotelle a spasso in giardino, magari raccontandogli durante la strada barzellette sconce…

Eppure – per quanti sforzi possa fare e per quanto possa essere semplificato il suo percorso da volontario – sarà difficile per lui sottrarsi alla vista della malattia, della condizione di non autosufficienza, ed in alcuni casi della sofferenza dei propri simili. Quattro ore alla settimana sono un tempo sufficiente a capire che oltre ai Bunga Bunga esiste un mondo silenzioso in cui la rassegnazione, se di rassegnazione vogliamo parlare, non è una condizione dell’esistenza, bensì il prodotto dell’indifferenza di quanti avrebbero il potere di migliorare le condizioni di vita dei meno fortunati.

In un mondo perfetto, dove lo scopo della pena dovrebbe essere la rieducazione del condannato, il signor B. dovrebbe tastare con mano quali sono i problemi delle persone con disabilità e delle loro famiglie, dovrebbe capire che assistere una persona non autosufficiente può essere gratificante quanto stancante, dovrebbe capire che la dignità umana è un valore al di sopra di tutti e che non può sopportare alcun compromesso.

Ancora, do- vrebbe capire che in Italia ci sono delle leggi all’avanguardia (es. barriere architettoniche ed inclusione scolastica) che sono talmente ignorate da far dubitare della loro stessa esistenza, che ci sono dei vuoti normativi importanti (es. non vi è nessuna legge che si occupa delle pluridisabilità e nessuna legge che riconosca la figura dei caregiver familiari) e vuoti assistenziali inimmaginabili.

Dovrebbe rendersi conto che troppo spesso le istituzioni sono sorde ed anzi ben disposte a sacrificare le conquiste già ottenute: tanto per dirne una, sembra che l’amico Renzi, in pieno delirio da spending review, voglia addirittura tagliare le indennità di accompagnamento… (eppure la sua famiglia che gestisce gran parte dell’assistenza ai non autosufficienti a Firenze e dintorni, dovrebbe sapere quali sono i costi di gestione) …

Mi piace immaginare che dopo le 4 ore di volontariato, una volta a casa sua, il signor B. ripensi ai volti delle persone che ha incontrato presso l’istituto Sacra Famiglia e li associ alla vitalità e non alla rassegnazione… Questo sarebbe un ottimo punto di partenza per attuare delle politiche sociali.

Purtroppo questo non è un mondo perfetto ed è pur sempre del Caimano che stiamo parlando…

Leggo però dalle ultimissime notizie della stampa nazionale che gli stessi anziani ospiti dell’Istituto  Sacra Famiglia avrebbero reagito con un sonoro “oh, NO!” alla notizia dell’arrivo del volontario più famoso del mondo. Che sia la fine della rassegnazione e l’inizio dell’ incazzatura???☺

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